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L’economia nel 2013? Male come nel 2012!

L’attività economica nell’Eurozona dovrebbe restare debole anche nell’ultimo trimestre del 2012 e proseguire così nel 2013. Lo afferma il bollettino mensile della Banca Centrale Europea reso noto oggi. Le analisi, spiega la Bce, ”continuano a segnalare la persistente debolezza dell’attività economica nell’ultimo trimestre dell’anno, benchè più di recente alcuni indicatori si siano stabilizzati su livelli contenuti e il clima di fiducia nei mercati finanziari sia migliorato ulteriormente”. Secondo il bollettino della Bce ”sul breve periodo la debolezza dell’attività dovrebbe protrarsi nel prossimo anno, di riflesso all’impatto avverso sulla spesa interna esercitato dal basso grado di fiducia di consumatori e investitori e dalla moderata domanda esterna”. In pratica le esportazioni non sono in grado di sopperire al crollo dei consumi e degli investimenti sul mercato interno dei paesi aderenti all’Eurozona.

L’economia ”dovrebbe iniziare a recuperare gradualmente nel prosieguo del 2013” a fronte ”del rafforzamento della domanda mondiale e della trasmissione all’economia dell’orientamento accomodante della politica monetaria della BCE e del netto miglioramento della fiducia sui mercati finanziari”. In particolare, la Bce prevede un tasso di variazione annuo del Pil in termini reali compreso fra il -0,6 e il -0,4 per cento nel 2012 (-0,4%/-0,2% la precedente stima) e fra il -0,9 e lo +0,3 nel 2013 (da -0,4%/+1,4%).

Per il 2014 la previsione poi è di una crescita tra +0,2 e +2,2. Secondo la Bce, ”vi sono rischi al ribasso per le prospettive economiche dell’area dell’euro connessi in prevalenza alle incertezze sulla risoluzione delle questioni del debito sovrano e della governance nell’area dell’euro, ai problemi geopolitici e alle decisioni di politica di bilancio negli Stati Uniti”. Fattori che ”potrebbero ripercuotersi sul clima di fiducia per un periodo piu’ lungo di quanto ipotizzato al momento e ritardare ancora la ripresa degli investimenti privati, dell’occupazione e dei consumi”. Dunque la luce in fondo al tunnel divinata da Monti l’ha vista solo lui, il che porrebbe dei seri problemi sia sulla credibilità della sua leadership che sulle sue capacità divinatorie. Difficile credere che sia tutta colpa della rientrata in campo di Berlusconi. La realtà – anche secondo le previsioni della Bce – ci dice che le condizioni di vita lavoratori, disoccupati e famiglie dei paesi aderenti all’area dell’euro sono destinate al peggio, a meno che qualcuno non rovesci il tavolo e metta in campo misure del tutto in controtendenza, inclusa la rimessa in discussione dell’adesione ai trattati europei e della stessa adesione all’euro.


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