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Cipro. Banche tedesche dietro l’assalto?

L’importo che l’ultimo diktat dell’Unione Europea pretende da Cipro tramite il prelievo forzoso è pari a 5,8 miliardi di euro. La cifra, curiosamente, corrisponde perfettamente all’esposizione finanziaria delle banche tedesche nei confronti della piccola isola del Mediterraneo ovvero 5,8 miliardi, almeno secondo quanto risulta alla Banca dei Regolamenti Internazionali. Una coincidenza? I cittadini ciprioti sembrano convinti di no e hanno iniziato a protestare nelle piazze e indicando come bersaglio soprattutto il cancelliere tedesco Angela Merkel.

Gli striscioni, le coreografie, i cartelli sono unilateralmente contro la Germania e la sua cancelliera che da quanto si vocifera nei corridoi dell’Eurogruppo, avrebbe avuto un ruolo decisivo nell’indicare la terapia shock del prelievo forzoso sui conti correnti a Cipro (con l’avallo, secondo indiscrezioni, anche di Olanda e Finlandia). Adesso il nuovo diktat europeo dovrà però passare per il parlamento cipriota nel quale sembra però prevalere il fronte contrario ad accettare le misure della troika.

Ma su Cipro si vanno addensando anche le crescenti nuvolosità elettorali e nelle relazioni internazionali della Germania. Sul piano elettorale – a settembre si vota – i precedenti diktat contro i paesi europei (Grecia per due volte, Irlanda, Portogallo e Spagna) hanno ottenuto al Bundestag il consenso dei partiti d’opposizione (socialdemocratici e verdi). Su Cipro invece la posizione della Spd si è irrigidita in quanto ritengono l’isola come il paradiso bancario dei ricchi russi. La Spd dunque potrebbe anche votare no a quello che eufemisticamente viene definito un piano di salvataggio di Cipro che non preveda un prelievo forzoso sui conti correnti (che colpirebbe anche gli investitori stranieri che hanno spostato capitali a Nicosia).

Ma è proprio il quotidiano economico Sole 24 Ore a sollevare un’altra strana coincidenza tra gli interessi tedeschi e le sanguinose misure di rientro alle quali sono sottoposti i paesi obiettivo dei piani di salvataggio. “Se Cipro e Pigs (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna) sono solo dei Paesi corrotti e spendaccioni (la principale accusa che viene posta dai rigidi sostenitori di politiche di austerity) come mai ogni volta che scoppia una crisi in questi Paesi viene fuori che la Germania è sempre in cima nella lista dei Paesi creditori? Perché il Paese più virtuoso dell’Eurozona (a quanto ci dice il mercato dei debiti sovrani) avrebbe dato credito negli ultimi anni a Paesi così poco meritevoli?” si chiede il Sole 24 Ore.

La vicenda comincia anche a spiegare il doppio standard utilizzato dall’Unione Europea. Nel caso di Cipro è andata all’assalto dei conti bancari (nei quali ci sono molti capitali russi o di greci in fuga dalla Grecia), niente del genere è stato invece pensato o richiesto all’Irlanda, altro paradiso bancario, dove c’erano soprattutto capitali britannici, statunitensi e tedeschi.

 

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