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Cipro viaggia verso Atene

E’ stato rinviato a oggi il voto sul “fondo di solidarietà”, uno dei punti centrali del Piano B del governo di Cipro. E’ con questo pacchetto di misure che il governo di Nicosia ritiene di poter raccogliere i 5,8 miliardi di euro per “garantire” gli “aiuti” della Troika e che inizialmente si pensava di rastrellare tramite il prelievo forzoso sui conti correnti.
Nel frattempo, mentre la Troika sta esaminando la “controptoposta” cipriota dopo la bocciatura in Parlamento del “piano A”, l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha declassato il debito pubblico di Cipro a CCC da CCC+. Standard & Poor’s prevede «acuti problemi del sistema bancario cipriota» e «un rischio di default bancario disordinato». E quindi l’outlook – la previsione sulla tendenza – è definito “negativo”. Siamo insomma a un passo dal default e dalla possibile uscita dall’euro.

Il governatore della Banca centrale cipriota, Panicos Demetriades, ha chiesto al Parlamento di approvare immediatamente alcune misure ritenute necessarie per la ristrutturazione del settore bancario. La Laiki Bank dovrebbe venir scorporata in due diversi istituti (un classico; la “bad bank” con tutto il marciume contenuto negli asset, da protare a liquidazione o fallimento; e la “good bank” con gli asset di buona qualità). In ogni caso dovrebbe proseguire l’attività e garantire i depositi fino a 100.000 euro. Mentre per quelli superiori non ci saranno sostanzialmente garanzie.
Martedì, data prevista per la riapertura degli sportelli e della Borsa, potrebbe esserci un assalto di massa. 

Tramonta per il momento anche la “grande speranza” riposta nella Russia. «Mosca non è interessata alle proposte di Cipro» ha detto il ministro delle finanze Anton Siluanov. Il qale ha spiegato che i negoziati si sono conclusi senza risultati perché le società russe non erano interessate alle proposte di investimento cipriote nei settori energetico e bancario. Anche riguardo alla possibile estensione del credito e alla riduzione dei tassi di interesse sul prestito da 2,5 miliardi di euro concesso nel 2011, Mosca attende prima le decisioni della Troika.

Gazprom e Rosneft, dunque, non sono per ora interessati alle proposte di Cipro relative ai suoi giacimenti nel Mediterraneo. Molti, infatti, i problemi da risolvere prima di poterv avviare concretamente l’estrazione: la disputa con la Turchia, le ricerche sismologiche ancora incomplete, difficoltà nell’individuazione dei giacimenti oggetto dell’offerta. 

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