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Modello Expo. 1 euro all’ora può bastare?

Gli esempi concreti valgono sempre più dei discorsi. Colpa della “società dell’immagine” o del linguaggio pubblicitario. Ma guardando questo “progetto” in fase di preparazione si capisce immediatamente sia l’obiettivo non dichiarato di imprese e governo, sia l’assurdità “sistemica” di un modello che non prevede il pagamento del lavoro. Banalmente: a chi vendi quel che produci a così basso costo? Può riuscire solo per un modello export oriented, o per  i “grandi eventi”; oppure, per qualche tempo, in una società “anziana” dove i giovani continuano a vivere con i genitori anche a 40 anni. Se hanno una pensione o un lavoro, evidentemente…

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Il Politecnico di Milano sta promuovendo uno stage presso la Camera di Commercio di Milano sul tema delle cosiddette Smart Cities in connessione con la società di gestione Expo 2015 e il Comune di Milano. La durata dello stage è di 6 mesi per 750 ore complessive e prevede un “premio di stage” di 750 euro per tutta la durata del tirocinio, ovvero 1 euro l’ora!

Per Expo 2015 si parla di circa 440 stagisti per i 6 mesi di esposizione. Il 24 gennaio scorso è stato raggiunto un accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni sulle “Linee-guida in materia di tirocini” come previsto dalla legge Fornero. Bisogna tener presente che tale accordo non è ancora stato recepito dalla Regione Lombardia e, quando questo avverrà, andrà a costituire la normativa di settore. Ma è lecito supporre che sarà recepito in tempo per Expo. In ogni caso, sfogliando l’accordo è possibile individuare dei punti sufficientemente chiari e inderogabili che cozzano frontalmente con la quantità di stagisti richiesta da Expo. I punti di attrito sono principalmente tre: il numero di tirocini/stage attivabili; la qualità del progetto formativo; l’indennità di partecipazione

Il numero di stage attivabili

Il punto 9 dell’accordo sulle linee-guida detta dei limiti al numero di tirocini attivabili in ragione delle dimensioni del soggetto ospitante. In particolare, uno stagista per le unità operative con non più di cinque dipendenti a tempo indeterminato; due stagisti per le unità operative con un numero di dipendenti a tempo indeterminato compreso tra sei e venti; per le unità operative con ventuno o più dipendenti a tempo indeterminato gli stage attivabili non possono superare il 10% del numero di dipendenti a tempo indeterminato.

In base ad una visura camerale risulta che il numero di addetti di Expo 2015 spa nel 2012 era di 114 unità. Ora, ragionando per assurdo che tutti questi addetti siano a tempo indeterminato e il loro numero rimanga invariato fino al 2015, è evidente che gli stage attivabili contemporaneamente non potrebbero superare le 12 unità (secondo l’accordo si arrotonda all’unità superiore). Se il numero di 440 stagisti di cui si è vociferato dovesse essere confermato, saremmo proprio curiosi di sapere che cosa si inventeranno per eludere questo limite!

Qualità del progetto formativo

Sempre secondo l’accordo, ogni stagista deve essere seguito da un tutor e ogni tutor non può seguire più di tre stagisti proprio per permettere a questi di svolgere la propria funzione che consiste fondamentalmente nel favorire l’inserimento dello stagista e promuovere l’acquisizione delle competenze secondo le previsioni del progetto formativo. Da quanto fin qui detto, emerge chiaramente che i 440 stagisti che lavoreranno durante i 6 mesi di Expo dovranno essere accompagnati da almeno 145 tutor che dovranno essere reclutati tra i lavoratori del soggetto ospitante, ossia Expo 2015 spa. Difficile garantire progetti formativi di qualità che verosimilmente saranno realizzati “a stampo”.

Indennità di partecipazione

Il punto 12 dell’accordo dice chiaramente che “si ritiene congrua un’indennità di importo non inferiore a 300 euro lordi mensili, anche al fine di evitare un uso distorto dell’istituto”. Siamo curiosi di sapere cosa ne pensa la Camera di Commercio visto che, oltre ad essere uno dei soci (con il 10% del capitale sociale) di Expo 2015 spa, paga i suoi stagisti 1 euro l’ora.

Tra l’altro, il limite dell’indennità minima è difficilmente eludibile. Se ci riesce facile pensare che formalmente non sarà Expo spa ad ospitare 440 stagisti, ma semmai enti di comodo figureranno formalmente come soggetti ospitanti, facendo però lavorare gli stagisti all’interno dei padiglioni nei 6 mesi di Expo, per quanto riguarda l’indennità minima (che è proprio minima!) non si scappa. Tra l’altro, sempre l’accordo sui tirocini prevede che “a far data dall’entrata in vigore della regolamentazione regionale in materia, la mancata corresponsione dell’indennità comporterà una sanzione amministrativa il cui ammontare è proporzionato alla gravità dell’illecito commesso, in misura variabile da un minimo di 1.000 a un massimo di 6.000 euro”. Senza contare il fatto che se “il tirocinio non risulterà conforme alla nuova disciplina e alla relativa regolamentazione regionale di riferimento, il personale ispettivo procederà, sussistendone le condizioni, a riqualificare il rapporto come di natura subordinata con relativa applicazione delle sanzioni amministrative applicabili in tali ipotesi”. Insomma, la situazione non è proprio così lineare come potrebbe apparire. Ci sono pur sempre degli ostacoli da aggirare.

Chissà, magari a sto giro potrebbe venire in soccorso il segretario della Lega Nord Maroni, nonché governatore della Regione Lombardia, facendo introdurre in sede di approvazione della normativa regionale sui tirocini delle disposizioni eccezionali in funzione di Expo 2015.

da http://milano-fiera.net

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