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Alitalia-Cai non vale più nulla

Un deciso passo avanti vero il fallimento. E’ questo il risultato più probabile della decisione presa da AIr France nelle ultime ore. Air France-Klm ha infatti azzerato il valore della sua partecipazione del 25% nel capitale di Alitalia.

La notizia è apparsa solo grazie alla lettura del bilancio del terzo trimestre,  che il gruppo franco-olandese ha pubblicato questa mattina. La svalutazione tiene conto delle “incertezze che attualmente incidono sulla situazione di Alitalia”, scrive Air France-Klm aggiungendo di aver accantonato 202 milioni di euro per far fronte alla svalutazione.

E’ da tener presente che Air France, con il 25%, rappresenta l’azionista di riferimento della “cordata italiana” messa frettolosamente in piedi nel 2008 da Berlusconi e Tremonti, con il sollecito contributo di IntesaSanPaolo, allora guidata dal non ancora ministro Corrado Passera.

Con questa svalutazione radicale, di fatto, Air France non accetta di aprtecipare all’aumento di capitale – per il quale era stata concordata persino una partecipazione di Poste Italiane – perchè non sarebbero state accolte le condizioni poste dal gruppo presieduto da Alexandre de Juniac; ovvero la ristrutturazione del debito, la revisione del piano industriale e un maggiore intervento nella gestione. Air France-Klm si avvierebbe quindi a una diluizione della quota in Alitalia, passando  dal 25% attuale a meno del 10%. Un addio in più tempi, insomma, ma un addio.

I “capitani coraggiosi” – definizione a dir poco infelice – guidati dal pirata Roberto Colaninno (lo stesso che ricevette in regalo la Telecom da privatizzare, e che poi rivendette immediatamente), padre dell’attuale responsabile economico del Pd (Matteo), peraltro ancora attivo nelle società collegate alla stessa Alitalia, sono ora sul punto di gettare la spugna. Consegnando altri 10.000 lavoratori e un “asset strategico” del paese alla rovina. Cento di queste dismissioni-privatizzazioni, e dell’Italia non resterà pietra su pietra.

 

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