Menu

B52 2 titoli di stato. La partita Usa-Cina

Molti sono rimasti sorpresi dalla “scorreria” statunitense – due B52 disarmati sono passati sulle “isole contese” tra Cina e Giappone, violando la decisione di Pechino di imporre lì una propria zone di “controllo aereo” – e hanno iniziato a riflettere su quanto sia ancora adessp grande lo scarto di potenza militare tra i due paesi.

E’ un vecchio vizio “militarista” (oggi si direbbe “geostrategico”) quello di ragionare sulle cose come se fossero ferme, o se la dotazione militare fosse l’unica arma in mano alle superpotenze, ma anche agli Stati meno “prestanti”.

Questo articolo della Reuters, ripreso da La Stampa di Torino, mette invece le mani sul problema complicato costituito dall’intreccio tra interessi economici, corso delle monete, acquisto dei titoli di debito, decisioni di politica monetaria, situazione dei rispettivi mercati interni nonché importanza delle esportazioni, ecc. Tra Cina e Stati Uniti, naturalmente. Ne vien fuori uno scenario assai meno “bicolore” e con ampie zone d’ombra, dallo sviluppo quanto mai incerto.

Ma la tempistica appare chiara: la Federal Reserve statunitense sta per procedere (tra poche settimane o qualche mese) alla riduzione dei propri acquisti di titoli del tesoro americano. Questo significherà meno liquidità per i mercati finanziari, ma anche un rendimento più alto (interessi sul debito) per i Treasury bond.

Nello stessso momento la Cina, che ha sempre meno interesse a sviluppare la sua economia contando sulle esportazioni, perché ritiene di poter crescere altrettanto – se non di più – sviluppando il proprio mercato interno (i consumi), potrebbe fare la stessa cosa. E bisogna ricordare che la Cina è il principale acquirente di Treasury americani, che usa tra l’altro per gestire il cambio dello yuan, in modo da non farlo crescere troppo velocemente (cosa che in passato avrebbe danneggiato proprio le esportazioni).

Ma se punta sul mercato interno può anche cancellare, o diminuire fortemente, questi acquisti “tradizionali”. E in questo caso ai Treasury verrebbero a mancare i due principali acquirenti. Il servizio sul debito per gli Usa schizzerebbe in alto, mettendo in difficoltà un bilancio federale che viaggia già per conto suo oltre il 100% del Pil. Anche il Pentagono sta sperimentando la “coperta corta”, e un aggravaento del deficit porterebbe “meno navi” (e aerei, e droni, ecc) nei depositi Usa.

E’ chiaro, dunque, perché non bisogna fermarsi soltanto sul dato militare “attuale”?

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *