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Gli umani, un problema ingombrante per l’economia

In che mani siamo, noi europei? La domanda sorge spontanea ogni volta che si sente tuonare contro i salari troppo alti, i diritti troppo “rigidi”, la vita troppo lunga, la sanità troppo accogliente, le pensioni troppo “generose”, ecc. Che sistema economico è quello che – per funzionare al meglio – deve stritolare masse crescenti di persone utili solo a produrre l’unico obiettivo del sistema stesso? Il profitto, comunque vogliete chiamarlo, in regime di “pareggio di bilancio”.

Viene dunque spesso il dubbio che siamo governati da un meccanismo impersonale abbastanza disumano. E che gli unici che sanno dove mettere le mani, in materia di decisioni economiche continentali, siano anch’essi un bel po’ disumani. Al di sotto delle maschere che indossano.

Niente paura. Non siamo completamente diventati scemi. È proprio così, ci rassicura Wolfgang Schaeuble.

Alla fine di gennaio – ma i giornali italiani erano impegnati su altri gravissimi problemi, come il derby democratico tra Renzi e Letta – il luciferino ministro dell’economia tedesco, nel corso di una banale riunione del Centro di politica europea addiritura all’epocale tema “Lavoro e crescita. Sostenere la ripresa europea”, peraltro guidata da Christine Lagarde (Fmi), si è un po’ lasciato andare. Matina Stevis, sulle pagine dell’autorevolissimo e neoliberissimo Wall Street Journal, ne ha raccolto le frasi più interessanti, “filosofiche”, decisive.

Forse irritato dal fatto che Lagarde – preoccupata di possibili rivolte in Occidente – stesse sostenendo che “bisogna proteggere i lavoratori, non solo i posti di lavoro”, e assolutamente contrario alla concessione di sussidi “troppo generosi ai disoccupati”, mr. Schaeuble se n’è uscito con la frase storica: “Sono convinto che il reale problema dell’economia sia l’essere umano”.

In effetti, tutta la politica economica adottatata dall’Unione Europea nell’ultimo quinquennio sembra univocamente diretta a rimuovere il “problema dell’essere umano”. Che oltre a desiderare di vivere dignitosamente ha il trribile potere – in demcrazia – di decidere chi è che deve governare. E spesso, naturalmente, sbaglia.

Per questo gente come mr. Schaeuble sta facendo di tutto per costruire un’Unione Europea che non sia più “condizionabile” da questo problematico animale chiamato “essere umano”. Proprio l’esempio greco – il paese dove la caduta di occupazione e livelli salariali è stata fin qui più drastica – secondo lui dimostra che “disumanizzare” l’economia fa bene all’economia.

Persino un austero commentatore del quotidiano britannico Telegraph ha sentito risuonare nella sua mente brutti presagi e si è sentito autorizzato a citare nientemeno che il Bertoldt Brecht de “La soluzione”:

Dopo la rivolta del 17 giugno

il segretario dell’Unione degli scrittori

fece distribuire nello Stalinallee dei volantini

sui quali si poteva leggere che il popolo

si era giocata la fiducia del governo

e la poteva riconquistare soltanto

raddoppiando il lavoro. Non sarebbe

più semplice allora che il governo

sciogliesse il popolo e

ne eleggesse un altro?

Bertolt Brecht
(traduzione di Ruth Leiser e Franco Fortini)

La Storia si diverte a invertire le parti, vero mr. Schaeuble?

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