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Si discute degli F35 ma aumentano le spese per gli Eurofighter

Mettere a fuoco le spese militari effettive nel nostro paese non è un affare facile. Soprattutto quando sulle forniture e le tecnologie agisce una crescente competizione tra le multinazionali europee e quelle statunitensi. Orientare una commessa sulle prime o le seconde, significa affari per miliardi di euro e/o di dollari per i rispettivi complessi militari-industriali. Mentre si discute dei costi degli F-35, stimati in 12 miliardi di euro, si scopre che il preventivo di spesa per i caccia “europei” Eurofighter destinati all’Italia, ha superato ogni record: il documento ufficiale indica in 21,1 miliardi di euro la spesa per questi aerei. Il costo risulta aumentato di ben 3 miliardi rispetto alla previsione formulata lo scorso anno, che si fermava a 18,1 miliardi. Nel corso del 2013 soltanto per comprare gli Eurofighter il ministero Sviluppo Economico ha previsto 1.1 miliardi di euro.

L’Eurofighter Typhoon, in sigla EFA (European Fighter Aircraft), è un velivolo multiruolo  con ruolo primario di caccia da superiorità aerea e intercettore. È stato progettato e costruito da un consorzio di aziende e Stati  europei costituitosi nel 1983 e comprendente anche l’Italia. Le quote rispettive erano all’inizio il 33% per la British Aerospace, 33% per la DaimlerChrysler Aerospace (DASA) tedesca, 21% per Alenia Aeronautica e 13% per la CASA spagnola. Tuttavia al momento della firma dell’ultimo contratto, le quote furono ridistribuite con 37%, 29%, 20% e 14% rispettivamente. A febbraio il governo tedesco ha comunicato la volontà di ridurre gli ordini futuri del caccia europeo EFA da 180 a 143 velivoli. “Dovremmo comprarne ancora di meno”, ha dichiarato Hans-Peter Bartels, responsabile della Commissione Difesa del Bundestag: “Sarebbe opportuno limitare la flotta di Eurofighter a 108 mezzi, quanto basta alle nostre necessità”. Gianluca De Feo sul settimanale L’Espresso sottolinea che “Oggi il caccia europeo viene offerto sui mercati internazionali, soprattutto quelli arabi e asiatici, in competizione con velivoli americani e francesi. Ma ha un limite: è un jet perfetto per il combattimento aria-aria, manca invece di sistemi avanzati per l’attacco al suolo”. Le modifiche per rendere l’EFA anche capace di combattimento aria-terra e attacco al suolo hanno un costo che per ora i governi europei impegnati nel progetto non intendono assumersi. Il costo di ogni velivolo è salito, e dai 50 milioni di dollari del 1998 ai quasi 80 milioni di dollari e oltre (ad esempio, l’Austria, cliente export, ha pagato i suoi Eurofighter oltre 110 milioni di euro l’uno, pari a oltre 140 milioni di dollari).

 I primi velivoli di questo tipo sono entrati in servizio, nell’Aeronautica Militare, presso la base aerea di Grosseto, tra le file del 4º Stormo caccia, solo il 20 febbraio 2004. Gli Eurofighter italiani sono stati utilizzati nei bombardamenti contro la Libia nel 2011, insieme ai Tornado.

 

 

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