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Alitalia-Etihad. 2.251 licenziamenti e un’assunzione: Montezemolo

La “nuova” Alitalia araba ancora non è nata, ancora non ha sciolto il nodo degli “esuberi” sbrigativamente dichiarati dall’a.d. uscente Del Torchio, ma già si conosce il suo futuro presidente-immagine: Luca Cordero di Montemolo.

Ieri la compagnia italiana avrebbe inviato una lettera ad Abu Dhabi per ufficializzare l’esito favorevle dell’ultimo cda, che ha dato mandato ai vertici per chiudere un accordo definitivo. Naturalmente, vengono anche accettate senza discussioni tutte le “condizioni” poste da Etihad, a cominciare dai 2.250 licenziamenti immediatamentedefinitivi (senza passaggio in cassa integrazione o “contratti di solidarietà”, per capirci).

Non secondario neanche il nodo della ristrutturazione del debito pregresso (accumulato in appena cinque anni di “professionale” gestione privata), ma che risulta meno inquietanto dopo l’accordo raggiunto con le banche.
Secondo l’Adnkronos ci sarebbe già l’accordo sul nome del presidente della Ferrari, uomo “di prestigio” internazionale, riconosciuto anche dal mondo arabo, utile per dare un tocco di “lusso made in Italy” a una compagnia depressa, scalcagnata e dal futuro incerto. Secondo diverse indiscrezioni, Montezemolo sarebbe intervenuto direttamente nei passaggi più delicati della trattativa per sbloccare alcune situazioni e “facilitare la comprensione tra le parti”. Lui si schermisce, nelle dichiarazioni ufficiali, ma solo perché «L’accordo con Etihad non è ancora chiuso e quindi è assurdo porre il problema di un ruolo in questo momento». Aspettate qualche giorno ancora, insomma… Anche perché il Montezemolo si sente in corsa anche per la presidenza di Unicredit (che vanta ormai a sua volta una forte partecipazione azionaria araba, traite il fondo Aabar.

La trattativa sui licenziamenti dovrà essere chiusa entro la metà di luglio, per esplicita affermazione di Etihad e del ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, autoinvestitosi del ruolo di garante del negoziato. Oggi la trattativa prosegue con i rappresentanti dei piloti e degli assistenti di volo.
La posizione dei sindacati è ufficialmente di chiusura, ma Cgil-Cisl-Uil ci hanno abituato a qualsiasi voltafaccia anche davanti al nulla. Dicono ovviamente di conoscere le linee del piano industriale (servizi, tratte, investimenti, ecc) prima di parlare di tagli agli organici.

 

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