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Fiat vende a Volkswagen ed esce dall’auto?

Altro che rilancio del gruppo, presentazione di nuovi modelli e strategie miranti a produrre sei milioni di auto l’anno…

Il Gruppo Volkswagen starebbe esplorando la possibilità di un’acquisizione, anche parziale, di quote in Fiat Chrysler. Lo scrive nel numero in edicola domani il periodico tedesco ‘Magager Magazin online’, secondo il quale ci sarebbero trattative fra Ferdinand Piech, principale azionista di VW e le famiglie Elkann e Agnelli di Fiat. Il gruppo tedesco ha mostrato più volte interesse per i marchi sportivi Alfa e Ferrari.

Stando a quanto scrive il periodico, che cita fonti interne Volkswagen, Fca punterebbe invece a concentrarsi sul marchio Ferrari, ritirandosi quasi completamente dall’impegno nel settore dell’auto. Volkswagen sarebbe invece soprattutto interessata al marchio Chrysler, acquisito da Fiat lo scorso gennaio.

La mossa della casa tedesca farebbe parte della strategia di rilancio di Volkswagen negli Usa, confermata nei giorni scorsi dai vertici del gruppo, sfruttando la rete di distribuzione e la competenza e il successo dei modelli Chrysler sul mercato statunitense. Un’intesa è però ancora lontana, scrive Manager Magazin: grandi divergenze ci sarebbero sul prezzo dell’acquisizione, e inoltre Sergio Marchionne starebbe seguendo altre strade parallelamente.

Inoltre Volkswagen, dopo l’acquisto di Scania e Man, punterebbe a medio termine anche all’acquisizione di altri marchi nel settore. Progetti che però comporterebbero un impegno finanziario incompatibile con l’acquisizione parziale anche del gruppo Fca, considera il periodico.

Tutto chiaro? La famiglia punta a monetizzare, tenendosi – ma non è un obbligo – soltanto il marchio Ferrari, l’unico i cui rendimenti superano di gran lunga quelli possibili nella finanza. Le quo “normali” possono anche andare ai tedeschi (che itanto puntano solo al brand Chryler, per “conquistare l’America”). E tutti quelli che hanno spiegato che il “modello Pomigliano” avrebbe rilanciato l’azienda e la produzione in Italia possono anche preparare lo strumento con cui preferiscono suicidarsi. Lasciamo a loro la scelta, ma che agiscano rapidamente…

 

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