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Truffe all’Inps, una specialità tutta imprenditoriale

I conti dell’Inps non stanno bene, ci dicono tutti i giorni. Starebbero benissimo, se non venissero caricati sui suoi bilanci prestazioni non dovute come l’assistenza sociale (che in ogni altro paese va a carico della fiscalità generale), o i debiti degli enti di previdenza privati andate falliti (uno per tutti: il fondo dei dirigenti d’azienda!), o persino i tfs dell’Inpdap, mai accantonati perché tanto ci doveva poi pensare lo Stato a chiudere la partita di giro, a fine servizio.

Ma la vulgata giornalistica e padronale prende di mira sempre i “privilegi dei poveri”, come la pratica – sgradevole, ma certe volte inevitabile – delle “false malattie” per saltare un giorno di lavoro. Del resto, prova a chiedere al tuo principale un giorno di permesso per motivi familiari o burocratici e vedi cosa ti risponde… C’è anche chi ci giobba alla grande, è noto; ma si tratta di numeri piccolissimi (chi rischia più di perdere il posto di lavoro “fisso” – i precari non hanno possibilità di andare in malattia neanche quando stano male sul serio – per una fesseria del genere?). Nulla che comprometta i conti dell’Inps, per dimensione.

Ma, nell’Italia delle parti rovesciate, c’è voluta una protesta dei medici dell’Inps – a Monte Citorio – per conoscere la verità su certe pratiche ultrascorrette e costose. Molte aziende, non solo meridionali, anche se queste sono quai la maggioranza, mettono d’autorità “in malattia” i propri dipendente, naturalmente sanissimi, pur di trasferire parte del loro costo sui conti dello Stato. Pardon, dell’Inps, che le nuove classi dirigenti vorrebbero tanto chiudere o privatizzare.

La notizia è venuta fuori, tanto per cambiare, in maniera obliqua. I medici dell’Inps infatti erano scesi in piazza per contestare la decisione della direzione generale dell’Istituto di ridurre del 90% le visite mediche di controllo nei confronti dei lavoratori del settore privato. Una protesta tesa a salbaguardare i propri posti di lavoro, com’è giusto, ma anche a denunciare la possibilità – anzi, la certezza – che senza più controlli dei “medici fiscali” il fenomeno delle assenze per malattia decise dagli imprenditori sarebbe ben presto esploso. Mettendo in crisi ancora più nera i conti Inps.

Attualmente è in vigore una sorta di “doppio regime”. I dipendenti pubblici sono controllati con le visite domiciliari condotte da medici a contratto con le Asl. Nel “privato”, al contrario, ci deve pensare l’Inps con medici propri o in convenzione.

I numeri sono impietosi: calcolando soltanto il primo trimestre di ogni anno, quello in cui si lavora di più, tra il 2011 e il 2013, le giornate di malattia sono cresciute 3,8 a oltre 4,2 milioni. Al contrario, nel trimestre da aprile a giugno degli stessi anni – e a dispetto di una disoccupazione crescente – le cifre sono rimaste più o meno stabili.

Certo, a sentire gli imprenditori che accusano i dipendenti di essere “fannulloni” e “furbetti”, prudono le mani…

 

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