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Montezemolo aveva già il salvagente pronto: Alitalia

Per qualche deficiente dotato di spirito “nazionale”, la sortita di Luca Cordero di Montzemolo davanti alla sfanculata di Sergio Marchionne (“Ferrari non vince da sei anni, nessuno è indispensabile”), era sembrata la dimostrazione che ci poteva essere una borghesia “anti-europea”, o sen non altro anti-americana. Aveva infatti chiosato a beneficio dei giornalisti “Ormai Fiat è americana…”. E chi vle intendere intendesse.

Si scopre ora – in realtà s’era intuito da qualche giorno – che il buon Luca ea in trattative serissime con un altro gigante dell’imprenditoria globale. Certo, non un americano, ma un a ricchissino arabo come Etihad. Oggetto: la presidenza di Alitalia, o almeno un ruolo di primissimo piano.

Tranquilli: non vedrete Luca con la fascia da kamikaze attendere Sergio all’uscita del Lingotto. Il contratto che sta contrattando è più che buono. Ovviamente.

Tutto è divantato chiarissimo oggi, a Roma, quando ha incontrato il ceo (l’amministratore delegato, in italiano) di Etihad James Hogan(che proprio arabo non è). L’oggetto dell’incontro doveva rimanere rigorosamente segreto, ma dalle parti della nuova azienda di trasporto aereo – o dall’entourage del buon Luca – è stato fatto trapelare il punto centrale: la definizione dei poteri del nuovo numero uno di Alitalia, su cui i soci sono d’accordo già da qualche settimana.

Tutta l’operazione ha una sola incognita: il via libera da Bruxelles.La morte di Alitalia come vettore indipendente, in gradiod i competere sul mercato globale, era già stata decisa ai tempi del trattato di Maastricht. Ma secondo quello schema, tutto interno all’Unione Europea, sarebbe dovuta diventare una spalla per Air France (così come Iberia per British Airways e SwissAir per Lufthansa. L’ingresso degli arabi su “slot” appetitosi come quelli italiani non è piaciuto in diversi ambienti continentali. Non si possono dunque escludere sorprese “protezionistiche”.

Per i apdroni di Etihad, che non voglioni neppure pensare all’ipotesi di un veto Ue, resta decisivo completare l’assettod i guida della nuova società, dopo aver scelto Silvano Cassano per la carica di amministratore delegato.

Per il rampollo laterale di casa Agnelli si prospetta comunque un incarico operativo, non solo d’immagine (come ex presidente della Ferrari e di Poltrone Frau è molto noto tra i clienti del lusso globale). Non dovrebbe insomma ricoprire soltanto il ruolo di “volto” della compagnia nel mondo, ma ricevere anche le deleghe operative su marketing e comunicazione aziendale. Le uniche materie su cui la sua esperienza ha effettivamente un valore vero.
Come dicevamo qualche giorno fa, o addirittura a giugno, “Non piangeteci sopra, please”. In fondo di è messo in tasca 27 milioni solo per uscire da Maranello…

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