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Tempesta sui mercati, vola lo spread (alla faccia di Cottarelli)

Stamattina un terremoto nelle borse europee. Lo spread vola a 320, ma il problema non è solo italiano: anche le banche francesi e tedesche perdono. L’impressione è che siano entrati in gioco i big della speculazione finanziaria. A partire dalla crisi dell’Italia, anello debole della catena europea, potrebbe essere esploso quello che molti economisti paventavano da mesi. D’altronde, se mettiamo da parte il nostro paese e guardiamo a livello mondiale, veniamo da 10 anni di crescita e da tempo si attendeva una frenata…

Il capitalismo infatti non è un meccanismo di crescita pacifica, ma è un modo di produzione che strutturalmente prevede delle crisi. Ma queste crisi non sono qualcosa di astratto, hanno delle ripercussioni sulla vita concreta delle persone. Gli istituti finanziari internazionali già dicono che ci vogliono nuove “riforme” e altri “sacrifici”: vuol dire tagli ai servizi, meno salari, meno diritti per noi.

Sembra di essere tornati al 2011. Con Cottarelli, uomo del Fondo Monetario Internazionale, che farà la parte di Monti. D’altronde con la sua Spending Review, a tagliare la spesa sociale ci ha abituato… Mattarella ha commesso l’errore di assumersi l’apertura di questa crisi, di nominare ancora una volta un tecnico e di legittimare la peggiore destra come interprete delle esigenze dei cittadini.

E ora stiamo rischiando grosso. E questo perché alla crisi del 2008 e 2011 bisognava rispondere redistribuendo la ricchezza, mettendo più soldi nelle tasche delle classi popolari, non certo accentrandola ancora in poche mani. Nessuna delle forze politiche che è andata in Parlamento voleva giocare questa carta, nessuno voleva toccare chi tiene i soldi.

Tutte quindi sono responsabili di questa situazione: chi come il PD ha governato negli ultimi anni facendo macelleria sociale e pensando a mettere i soldi solo nelle tasche degli amici, senza risolvere i problemi strutturali del nostro paese, così come Salvini e Di Maio, che pensavano di poter risolvere i problemi con la stessa strategia della DC degli anni ’80 e di Berlusconi-Lega degli anni ’90 e duemila: debito pubblico, evasione ed elusione fiscale.

Ora dei disastri di questa classe dirigente pagheremo noi le conseguenze. A meno che non ci organizziamo velocemente. Dobbiamo farci sentire. Dobbiamo ridare voce a quella parte d’Italia che lavora e che soffre, e che non è rappresentata da chi oggi siede in Parlamento.

SABATO 16 GIUGNO SCENDEREMO IN PIAZZA A ROMA PER UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE!

Come Potere al Popolo! riprendiamo l’appello della federazione sociale dell’USB che ha chiamato un corteo per combattere le disuguaglianze sociali. Invitiamo tutte le nostre assemblee territoriali a mobilitarsi. Dobbiamo subito opporci al futuro governo dell’austerity e dei tagli alla spesa. Facciamo capire che non accetteremo un Monti bis. Abbiamo già pagato abbastanza.

E iniziamo rapidamente a costruire un’alternativa politica che ci sottragga a questa dittatura finanziaria. Perché le persone vengono molto prima dei profitti.

Potere al popolo, non ai mercati!

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