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Terremoto in Calabria, nuove scosse in Emilia

La terra continua a tremare nelle zone già colpite dell’Emilia e ora anche nel sud del paese. Una scossa di terremoto di magnitudo 4.3 è stata registrata alle 3:06 di questa notte tra Calabria e Basilicata, seguita da due repliche di 2.1 e 3.2 gradi. Per fortuna non si registrano morti e feriti, ma le scosse hanno provocato il panico tra gli abitanti di Castrovillari, Morano e Frascineto, nel cosentino, dove il sisma è stato più forte. La gente è uscita di strada ne ci è rimasta a lungo per paura di un nuovo sisma più forte. Il terremoto ha danneggiato il campanile della chiesa della Maddalena, a Morano, dove sono caduti alcuni pezzi di cornicione. All’interno, inoltre, é stata individuata una crepa su una colonna. Ispezioni dei tecnici sono state fissate nelle scuole di Morano che, a scopo precauzionale, oggi rimarranno chiuse in attesa della conclusione delle verifiche di staticità.

Invece nelle zone dell’Emilia già colpite dal terremoto del 20 maggio questa notte le scosse di varia intensità sono state ben undici. Secondo i rilievi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), delle scosse registrate dalla mezzanotte alle 5:10 di oggi la più forte ha avuto magnitudo 2.9 (alle ore 00:53) ed è stata localizzata in prossimità dei comuni mantovani di Poggio Rusco e San Giovanni del Dosso, e di quelli modenesi di Cavezzo, Medolla, Mirandola e San Felice sul Panaro. 
Dopo i funerali di Leonardo Ansaloni e Gerardo Cesaro – gli operai rimasti uccisi nel crollo dei capannoni della Ceramica Sant’Agostino e della Tecopress – le cui esequie si sono tenute sabato, oggi si terranno i funerali di  Nicola Cavicchi e Nevina Baldi, due delle sette vittime del terremoto: il primo, 35 anni, morto nel crollo di un’ala della Ceramica Sant’Agostino e la seconda, 102 anni, colpita da alcuni calcinacci caduti nella sua abitazione di Sant’Agostino, nel Ferrarese.  

Intanto gli sfollati sono diventati 7.000, alcuni dei quali continuano a dover dormire in macchina o addirittura in tenda per la mancanza di posti sufficienti nelle strutture organizzate dalla Protezione Civile. E il maltempo ha caratterizzato tutti gli ultimi giorni. Molti abitanti e amministratori hanno paura di essere abbandonati dallo Stato e dalle istituzioni. “Non dalla Nazione, che ci sta dando grande prova d’affetto. Il problema è il Governo centrale” ha denunciato il sindaco di Finale Emilia, Fernando Ferioli. Il problema più sentito nelle zone sconvolte dal sisma, spiega, è il lavoro: “Non ci abbandonate da questo punto di vista”. Perché ben vengano le sospensioni di tributi come l’Imu “ma se poi non hai il lavoro…”. Tanto varrebbe consentire di utilizzare quel che si risparmia con la sospensione dei pagamenti per “far ripartire l’azienda, la fabbrica, riparare il capannone. Abbiamo bisogno di questo, e ne abbiamo bisogno in fretta”.

 

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