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Ferrara: autorizzò provocazione Coisp, salta il questore

Il questore di Ferrara Luigi Mauriello sarà trasferito all’ufficio centrale ispettivo del Dipartimento di PS. Il trasferimento di Mauriello, che si era insediato a Ferrara il 7 febbraio del 2011, avrà decorrenza dal 2 maggio prossimo ed é stato deciso dall’ultimo consiglio di amministrazione del Dipartimento. Un trasferimento inattese e improvviso che tutti in città leggono come una punizione per aver autorizzato, lo scorso 27 marzo, la provocatoria manifestazione del sindacato di estrema destra della polizia, il Coisp, sotto le finestre degli uffici del comune dove lavora la mamma di Federico Aldrovandi, il giovane ucciso durante un controllo di polizia, omicidio per il quale sono stati condannati 4 agenti.
Subito dopo la manifestazione del Coisp in molti, ministro degli Interni Cancellieri compresa, si erano domandati come fosse stato possibile che qualcuno avesse autorizzato l’inopportuno blitz.
Il questore Mauriello, appena avuta notizia dell’avvicendamento con quello di Chieti, Orazio D’Anna, ha convocato nel suo ufficio i funzionari della Questura per il commiato. Già ieri, riferisce la stampa locale, nella questura ferrarese erano giunte voci su quanto stava per accadere e non erano mancati i malumori.
“La sera stessa del sit-in del Coisp Mauriello mi telefonò dicendosi dispiaciuto del fatto che avessi pianto e mi propose di avere un colloquio con il segretario generale del Coisp Franco Maccari, ma io rifiutai perché non avevo ovviamente nulla da dirgli” racconta oggi Patrizia Moretti, la madre di Federico Aldrovandi. Spiegando che il questore non le espresse affatto solidarietà per ciò che era avvenuto in Piazza Savonarola. “Io non voglio più entrare in nessuna polemica e non conosco le regole interne delle istituzioni – prosegue la mamma del ragazzo ucciso nel 2005 – ma sicuramente credo che i funzionari che si trovano nella posizione di poter gestire queste cose abbiano la possibilità e forse il dovere di fare valutazioni anche di sensibilità umana che in questo caso non sono state fatte, poiché oltre al sit-in, il Coisp ha girato per un mese con il camper” per le vie della città emiliana allo scopo di esprimere vicinanza ai 4 agenti condannati in via definitiva per l’omicidio Aldrovandi. Un mese che “é stato uno stillicidio e nessuno ha detto nulla, hanno avuto libertà assoluta” ricorda Patrizia Moretti, concludendo che con Mauriello “i rapporti erano tranquilli, anche perché non é successo mai niente nel corso del suo mandato a Ferrara, fino al il sit-in del Coisp che é sceso dal cielo come una meteora infuocata”. Una manifestazione, conclude la madre di Federico “che comunque é stata autorizzata ed é andata in scena sotto i miei occhi: certamente le istituzioni potevano fare una valutazione di opportunità, al di là delle regole”.

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