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Bologna, vendetta contro gli studenti: 25 denunce

”Ci sono 25 denunce per reati gravi, una prima risposta immediata che abbiamo dato in perfetta sintonia con la Procura della Repubblica”. A dirlo all’agenzia Ansa, rivendicando la mano dura, il questore di Bologna Vincenzo Stingone in merito alle indagini della Digos scattate contro gli studenti che pochi giorni fa hanno cacciato gli agenti di polizia antisommossa da Piazza Verdi dopo brevi ma intensi scontri, rivendicando così il proprio diritto a tenere un’assemblea nel centro di Bologna nonostante l’incredibile spiegamento di Polizia e le cariche.

Stingone ha rivolto anche un avvertimento ai manifestanti, che suona assai minaccioso: ”Si tratta – ha detto – di denunce supportate dai primi elementi a disposizione ma, assicuro, non é finita qui, non é solo un auspicio ma un annuncio: questo é solo il primo conto. Non faremo sconti, perché il conto é salato”. Il questore ha avuto poi parole di ”apprezzamento alla risposta immediata, tempestiva e silente della Questura e in particolare degli uomini della Digos per il loro lavoro svolto con grande impegno”. Ma questa, ha ribadito, ”é solo una prima risposta. Io non voglio mai fare polemiche, e come consuetudine la nostra risposta é quella dei fatti”.
Le denunce, secondo le informazioni parziali fornite dalla Questura, sarebbero indirizzate a esponenti di diverse realtà studentesche e di vari centri sociali del capoluogo emiliano, in particolare a giovani appartenendi al Cua, al Cas, al Crash, all’Hobo e al Tpo.

Tra le ipotesi di reato contestate ai 25 denunciati ci sono manifestazione non preavvisata, resistenza aggravata a pubblico ufficiale, lesioni finalizzate alla resistenza, getto pericoloso di cose, danneggiamento, porto abusivo di armi improprie e uso di mezzi atti a rendere difficoltoso il riconoscimento.
Mentre stamattina la Digos ha consegnato in procura il rapporto sulla seconda serata di tensione Piazza Verdi, quella di lunedì scorso, domani sarà la volta di quello sulla precedente serata di giovedì. E quindi il numero delle denunce a carico di studenti e attivisti potrebbe crescere ancora.

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