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Morire a Las Vegas-Italia. A colpi di slot

Gioco e moneta virtuale, profitti e debiti reali, rovina economica e miseria, con patologie certe. Continua l’inchiesta di Contropiano sul business del gioco d’azzardo legalizzato da uno Stato indulgente verso i padroni dello slot system.

Da alcuni giorni televisioni, pubbliche e private più vari quotidiani, stanno realizzando e pubblicando servizi televisivi e inchieste sul problema che la diffusione “incontrollata” di sistemi del gioco sia on-line (attraverso computer), che in bar e locali pubblici che utilizzano slot-machine alla stregua di “casinò” di tipo “lasvegasiano”, mettendo al centro di queste inchieste e dei servizi televisivi il gioco d’azzardo; il danno “collaterale” rappresentato dalla sua ricaduta patologica “ludopatia” altresì la presenza del crimine organizzato che, fiutando l’affare lucroso, ci si è “buttato di corsa”!

Nelle diverse città sia le metropoli che piccoli centri si stanno sempre più sviluppando iniziative e movimenti di denuncia del problema invitando i “gestori di bar e locali” a rinunciare e espellere dai propri locali le macchinette mangiasoldi. Il tutto accompagnato da “premi” consistenti in: pubblicità gratuita dei locali “ripuliti”, premiazioni pubbliche con consegna di attestati e altro utile a dare risalto pubblico per la rinuncia a incassare “soldi facili” (si stimano intorno ai 1.500/2.000€ al mese gli incassi riferibili alle slot-machine).

Su tutte si evidenzia la campagna, denominata Slotmob, (nata a Luglio 2013) promossa per combattere il problema del gioco d’azzardo legalizzato che sta dilagando in Italia, la quale organizza presidi e !cerimonie con aperitivo, nei locali dove si rinuncia all’installazione o alla rimozione delle slot-machine.

Sono ormai oltre 150 le associazioni e i Comuni che hanno aderito al questa campagna Slotmob.

In tutta Italia (52 città, ultima in ordine di tempo è stata Roma il 10 maggio) si sono organizzate incontri per colazioni di massa avente come obiettivo quello di premiare i baristi che, con il loro no-slot, provano a bloccare l’enorme ingranaggio che vede coinvolti politici, lobby e multinazionali.

Queste iniziative sono, in maggior parte, contrassegnate da una “rivolta” di carattere etico – morale. Non a caso parte delle associazioni che s’impegnano, sono d’ispirazione cattolica e fanno riferimento a movimenti impegnati nel sociale più con spirito di cura e assistenza, alla stregua dei centri antidroga oppure del tipo “alcolisti anonimi”!

Sappiamo invece che il problema reale, oltre al suo aspetto “terapeutico” o “ospedaliero”, consiste piuttosto nella natura di classe e reale che questa vicenda sta sempre più assumendo, Soprattutto sugli assetti sia economico speculativi che in quelli politico normativi e legislativi.

Perciò in primis, dobbiamo fare un piccolo e breve riassunto delle vicende che l’hanno caratterizzata.

E’ allora il caso di ripercorrere alcune questioni legate alle controverse “regalie” che lo stato ha prodotto nei confronti delle società produttrici degli slot e delle aziende concessionarie degli appalti per la gestione del mercato nel settore del gioco. Prima tra tutte la vicenda che riguarda la nota (per pochi purtroppo) questione dei 98 miliardi di € sanzionati alle aziende del settore e mai riscosse dallo stato senza chiarirne i motivi pubblicamente.

In breve: i magistrati contabili rilevano che nel periodo dal 2004 al 2006 le Slot machines, di cui le dieci concessionarie avevano i diritti, non erano state allacciate alla rete del sistema Sogei, che rileva le giocate effettuate e conseguentemente calcola le imposte da versare all’erario. La Corte dei Conti stima l’evasione in 98 miliardi di euro (pari a 4 leggi finanziarie. NDR) da ripartire diversamente tra le società che, ovviamente, fanno ricorso al Tar. Qui il giudice abbatte la maxi sanzione a 2,5 miliardi di euro, ma il regalo più grosso arriva dal governo Letta che, usando come giustificazione la necessità di far cassa, decide liberamente di transare e scontare ulteriormente la sanzione fino a 500 milioni di euro

Per riepilogare

Un parziale riassunto, è fedelmente riportato, in questo rapporto del presidente del Conagga (Conagga – Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’Azzardo); il quale riferisce, attraverso un suo articolo dal titolo: “poche luci e molte ombre” – http://www.respopuli.it/?p=827, come il settore del gioco si stia rapidamente trasformando in un territorio colmo di ambiguità e con una gestione alquanto complicata!

Il susseguirsi dei diversi governi (dal ‘97 quando il governo Prodi introdusse la doppia giocata di Lotto e Superenalotto e, le Sale scommesse … all ‘99 col governo D’Alema che fece nascere le sale Bingo; …nel 2003 con Berlusconi arrivarono le Slot-machine; nel 2005 s’introdusse la terza giocata del Lotto e le scommesse Big Match; … nel 2006  nuovi corner e punti gioco per le scommesse; tra il 2007 e il 2008 col ritorno del governo Prodi i giochi che “raggiungono l’utente” (sms, telefonici, digitale terrestre) e venne reso legale il gioco d’azzardo on-line; nel 2009 vennero introdotte nuove lotterie a estrazione istantanea (gratta e vinci), nuovi giochi numerici a totalizzazione nazionale (come il Win for Life), e nacquero le VideoLottery (dette VLT) governo Berlusconi (decreto n.39 del 28/04/09); nel 2011 sempre lo stesso governo istituì il gioco del Bingo a distanza, l’apertura di ben 1.000 sale da gioco per tornei di poker dal vivo, l’aumento del numero delle VideoLottery fino al 14%, l’apertura di 7.000 nuovi punti vendita di scommesse ippiche e sportive. Fu così ampliata l’offerta di gioco con un concorso aggiuntivo mensile del Super Enalotto, e infine sancì le norme di funzionamento dei “giochi di sorte legati al consumo”, una specie di azzardo pensato per chi va a fare la spesa, cui sarebbe proposto di non ritirare il resto ma di giocarselo.

Negli anni in questione il settore ha visto crescere così gli importi “investiti”(giocati)

2000 – 14,3 miliardi

2002 – 18 miliardi

2004 – 24,8 miliardi

2005 – 28 miliardi

2006 – 35,2 miliardi

2007 – 42 miliardi

2008 – 47,5 miliardi

2009 – 54,4 miliardi

2010 – 61,4 miliardi

2011 – 79,9 miliardi

Le ultime rilevazioni ci indicano come il business del gioco d’azzardo sia in costante e continua crescita: nel 2012 in Italia sono stati giocati più di 80 miliardi di Euro, per un incasso netto da parte dello Stato di 8 miliardi attraverso la tassazione prevista.

Non ultima è la vicenda rappresentata dalle complicità, sempre più palesi e conosciute, che alcuni esponenti parlamentari o della politica abitualmente intrattengono con le società del gioco, o con interventi di facilitazione delle normative preposte nei diversi disegni o proposte di legge.

Su questo insiste il rapporto del Conagga che indica anche quali siano i corridoi aperti tra politica e attività del gioco d’azzardo: (http://www.respopuli.it/?p=827).

Va sottolineato come sulle misure legislative ci sia un patto trasversale a sostegno dello slot system che va da politici del PdL fino ad esponenti del PD (tutti comunque partecipi ai diversi governi che si sono avvicendati alla guida dei diversi governi), con un parlamento dunque caratterizzato da lobby e biscazzieri.

Il settore del gioco d’azzardo, statale e legalizzato, è diventato dunque così dilagante e devastante in considerazione anche dal fatto che:

– sono stati “investiti” 88 miliardi di euro in giocate nel 2012, comportando per lo stato un incasso netto di 8 miliardi (non è possibile avere al momento quelli del 2013, in quanto i Monopoli di Stato hanno smesso di pubblicare i dati ufficiali sul loro sito);

– 800.000 sono giocatori d’azzardo patologici; i soggetti a rischio (di ludopatia?) sono circa il 2 per cento della popolazione;

– la criminalità organizzata entra, di fatto, nel giro degli affari legali, attraverso il riciclo di denaro “sporco”, usando il sistema degli slot-machine come lavatrici!

Guadagni reali e Danni collaterali. Moneta virtuale, profitto vero e miseria sicura!

Un servizio realizzato nell’inserto di Repubblica, Affari e Finanza “Riciclaggio e gioco d’azzardo on line. Il dark web sfrutta i casinò in rete”, rende evidente la grande crescita dei casinò on-line. Si evidenzia come questo settore dovrebbe crescere del 30% raggiungendo un “giro d’affari” di oltre 28 miliardi di euro. Quest’affare viaggia su nuove tecniche di pagamento con una “moneta virtuale” la Bitcoin.

In un’inchiesta fatta dalla maggiore società che produce software antivirus, McAfee, in un suo report “Jackpot! Riciclaggio di denaro attraverso il gioco d’azzardo online”, rivela l’ampiezza e la facilità con cui i casinò online semplificano il riciclaggio di denaro. Si stima che vi siano al mondo almeno 25mila siti non regolamentati. La Bitcoin (฿; codice: BTC o XBT) è una moneta elettronica creata nel 2009).

McAfee ha identificato tre aree critiche che consentono l’uso del gioco d’azzardo online per riciclare e ripulire il denaro “sporco” sfruttando anche le valute virtuali. La prima è quella dell’anonimato: i giocatori in alcuni casi non sono tenuti a fornire alcuna informazione personale durante l’accesso ai siti; il secondo elemento è rappresentato dall’elevato numero di casinò online, così grande che le autorità locali incontrano enormi difficoltà nel controllare; l’ultima area critica è quella delle diverse forme o opzioni di pagamento. Il giocatore può scegliere tra carte di credito, di debito e prepagate, bonifici bancari, trasferimenti ACH, assegni, gateway di pagamento, trasferimenti diretti, debiti e crediti sulla fattura telefonica. Inoltre i depositi e i ritiri avvengono tramite servizi di gestione dei pagamenti in una vasta gamma di valute, tra cui quelle virtuali come Bitcoin; secondo l’indagine “Financial cyber threats in 2013” di Kaspersky, durante lo scorso anno il valore dei Bitcoin è aumentato di oltre 85 volte (dal mese di aprile 2013 il prezzo di una singola moneta virtuale non è sceso al di sotto di 80 dollari) attirando così l’attenzione dei criminali informatici.

http://www.repubblica.it/economia/affari-e finanza/2014/05/12/news/riciclaggio_e_gioco_dazzardo_on_line_il_dark_web_sfrutta_i_casin_in_rete-85884848/

Slot: “Vietato l’accesso a chi non gioca”.

Con questo titolo il giornale “Fatto quotidiano” di venerdì 9 maggio, riporta un servizio in merito ad una vicenda che ha interessato una donna che intendeva portare fuori il proprio marito da un locale dov’era impegnato al gioco con le slot. E’ un racconto che vale la pena di leggere:

“La gente, quando ci entra, non sembra che stia entrando: è il posto che la inghiotte. La stessa gente, quando esce a tardissima notte, alleggerita di qualche decina o centinaio di euro, sembra sia stata sputata fuori. Ma qualcuno viene sputato via subito. Tina viene cacciata fuori in strada tra urla e spintoni. Tiene chiusa in mano una banconota da 50 euro, la stringe così forte da accartocciarla; le si aggrappa come alla sua ultima speranza. Ha meno di quarant’anni. Dal marciapiede di fronte, vedo che piange a dirotto: mi sento in obbligo di intervenire. Forse, chi si sta godendo l’inizio della serata dai tavolini del bar poco più avanti la prende per cavalleria; in verità, è soprattutto odio per il posto che ha ridotto in lacrime quella donna: una sala slot, con sala bingo annessa. La banconota diventa sempre più piccola. Tina fa fatica a parlare, ma è chiara la richiesta di aiuto: quel posto ha inghiottito anche suo marito, sputando fuori lei, strattonata con violenza dalle gigantesche mani di un buttafuori di dimensioni triple rispetto alle sue. Fa fatica a spiegarsi, incespica nelle parole ma vuole raccontare. Il marito è entrato a giocare alle macchinette, ma quei soldi sono gli ultimi rimasti: lei ha cercato di fermarlo, seguendolo fin dentro l’antro delle slot machine. (…) Il buttafuori, piccola pedina ignobile e probabilmente sottopagata, capisce subito da che parte schierarsi: con la forza, getta la donna sulla strada. Passano per fortuna pochi minuti prima che il marito esca agitato alla ricerca di Tina, il tempo necessario per perdere quello che Tina non è riuscita a salvare. Esce dalle porte opache e la trascina via di fretta per sottrarla a ragionamenti lucidi e sottrarsi alla vergogna provata sotto gli occhi attoniti di un passante sconosciuto.Sono rimasto da solo sul marciapiede, con la voglia di entrare nella sala e fare una scenata. Ma a che pro? Ho pensato che avevo assistito a violenza su una donna: anche se esercitata nel sacro nome del profitto, forse è ancora un reato. Ho chiamato il 113, ho spiegato che cos’era successo cercando di interpretare la parte del cittadino pacato e fiducioso nello Stato che non sono. (…) Sulla porta del posto c’è un cartello firmato “la direzione”. Dice: “L’ingresso alla sala slot non è consentito a chi non gioca“. Ecco, allora la donna era dalla parte del torto. Era una fuorilegge”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05/09/slot-vietato-laccesso-a-chi-non-gioca-la-direzione/979345/0Collettivo Senza Slot | 9 maggio 2014;

Tra ludopatia e profitto.

Facciamo un breve commento, affidandoci anche alle diverse segnalazioni che sono fatte su quest’argomento da parte delle stese “autorità” giudiziarie e, in questo caso, la stessa Guardia di Finanza, la quale in una sua nota afferma: Tra lotta alle ludopatie – (sindrome patologica accertata; derivante da una dipendenza psichica di “compulsiva” e dunque non regolabile. Ndr) – da una parte e difesa del gettito erariale dall’altra, a far saltare il banco nel gioco pubblico è sempre più spesso l’illegalità. Stando ai numeri degli ultimi anni certificati anche dalla Guardia di Finanza, emerge che dei 175 miliardi messi in moto dall’economia illegale, ben 23 miliardi sono riferiti al giro d’affari dei giochi illegali. Si nota come: – il settore del “gioco amministrato”, e dunque statalizzato, è pari al 4% del Pil, con un giro d’affari registrato, nel 2012, di circa 90 miliardi ed entrate erariali attestate su oltre 8 miliardi, e di circa 85 miliardi nel 2013 (-4,34% sul 2012), con un gettito erariale comunque superiore dell’1,64% rispetto a quello di due anni fa. Il settore è sottoposto da qualche anno a un controllo specifico delle Fiamme Gialle per tutelare i “consumatori” e per difendere la fiscalità da gioco. Nel 2013 la Gdf ha effettuato oltre 9mila interventi, scoprendo violazioni in 3.500 casi a carico di 10mila responsabili e rilevando scommesse non assoggettate ad imposta per 123 milioni.

L’attività di controllo si sofferma in particolare su slot e video lottery e segue due distinte direttrici, in funzione degli illeciti che si vogliono contrastare.

Attraverso il sistema cooperativo e nei centri commerciali. Gioca alle slot machines del supermercato e vinci un buono spesa. Questa pubblicità è fatta con grande rilevanza all’interno di centri commerciali e altro (http://comune-info.net/2014/01/azzardo-marketing-e-intimidazione/).

Come giocare alternativamente?

Dal libro “Vivere senza slot”: “Esiste nei bar, ed è ancora in vigore, la “Tabella dei giuochi proibiti”: ma cosa proibisce? Giochi di carte tradizionali come scala quaranta, ramino e bridge, e vecchi giochi d’azzardo; ma al tempo stesso un’altra normativa permette di installare gli slot in deroga al divieto di gioco d’azzardo stabilito dal Codice Penale. Come se incoraggiassimo il possesso di armi automatiche e fossimo paranoici rispetto ai coltellini da tasca”.

Una testimonianza ci viene da Barbara che gestisce l’Antico caffè, un bar del Comune di Ariccia, a pochi chilometri da Roma. Poche settimane fa ha avvicinato la Campagna Slot Mob: “Volevo farvi sapere che abbiamo deciso che nel nostro locale non ci sarà mai una slot machine. Non vogliamo lucrare sulle debolezze delle persone comuni, non vogliamo essere complici”. Avere anche solo una macchinetta per il gioco d’azzardo all’interno del proprio esercizio oggi significa ottenere denaro sufficiente per ripagarsi le bollette o addirittura l’affitto del locale, è una decisione importante perciò quella di chi si oppone, una scelta lungimirante che tiene in considerazione i numerosi effetti collaterali che stanno dietro al fenomeno del gioco d’azzardo. http://comune-info.net/2014/01/slotradio/

Gli slot machines rappresentano la fetta del fenomeno del gioco d’azzardo più consistente, sia in termini numerici sia d’impatto sociale: oltre a provocare il maggior numero di giocatori patologici infatti è anche quella con più collegamenti alle infiltrazioni mafiose e al riciclaggio. A capire la pericolosità del fenomeno sono stati i numerosi movimenti e gruppi contro le slot machines sorti negli ultimi anni, dal Collettivo Senza Slot, che ha creato una mappa online con i bar senza macchinette, agli Slot Mob, che premiano i gestori dei bar che hanno scelto di vivere senza slot organizzando “colazioni di massa”.

Stanno crescendo ultimamente, oltre ad altre iniziative di denuncia e contrasto al dilagare del “gioco d’azzardo” e le patologie che ciò produce, associazioni e movimenti promossi da associazioni, alcune di carattere anche cattolico o anti criminalità organizzata.

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