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Giornalisti, assedio al sindacato unico: “Dimissioni!”

Nei giorni scorsi il leader unico del sindacato unico dei giornalisti, Franco Siddi, aveva liquidato le molte critiche nei confronti del contratto capestro da poco firmato dall’FNSI con la ‘controparte’, la FIEG, spiegando che coloro che lo contestavano o erano disinformati oppure non erano neanche giornalisti.
Argomenti ripetuti anche questa mattina quando, tesserino dell’ordine o tessera del sindacato alla mano, una trentina di manifestanti lo hanno raggiunto nella sontuosa sede di Corso Vittorio Emanuele. Dopo un’ora di presidio sul marciapiede e qualche slogan, alla fine i promotori della protesta arrivati da varie città del paese – Milano, Torino, Napoli, Marche – oltre che dalla capitale hanno deciso di andare da Maometto, visto che nessuno del sindacato si era ancora degnato di scendere in strada ad ascoltare le rimostranze di giornalisti e fotografi.

Sedutosi in cattedra nel salone delle conferenze, Siddi ha provato più volte a rigirare la frittata, continuando a dare dei disinformati – e degli esagitati – ai suoi colleghi che gli rimproveravano di aver consegnato agli editori il “coltello dalla parte del manico”, e chiedendo ai suoi interlocutori di specificare testata e compenso attuale. Domanda che qualcuno dei manifestanti ha interpretato come una provocazione, o come il tentativo di ‘schedare’ i giornalisti più attivi nella protesta contro la firma del contratto. “Lei guida il sindacato e chiede a un free lance di dirle per quale testata lavora, ma stiamo scherzando?!” ha fatto giustamente notare una ragazza fino a quel momento rimasta tranquilla ad ascoltare le peregrine argomentazioni dell’esponente Pd.
A Siddi, abituato a parlare e a decidere in completa assenza di contraddittorio, le domande  non sono piaciute e ad un certo punto se ne è uscito con un memorabile: “beh, se è così allora andate da un altro sindacato”. Peccato che il sindacato dei giornalisti sia uno e blindato, fino ad ora, e che proprio per questo motivo alcuni di quelli che stamattina lo contestavano hanno in mente l’arduo ma probabilmente ineludibile progetto di crearne un altro, democratico e che rappresenti veramente i lavoratori dell’informazione e non una sempre più ristretta casta di raccomandati e privilegiati.

Ci ha spiegato Giuseppe Manzo: “Questa manifestazione senza precedenti segnala che l’Fnsi e la sua dirigenza rappresentano un problema per chi vuole avere un sindacato degno, decente e capace di rappresentare realmente una categoria che non è più formata da giornalisti contrattualizzati e garantiti come nel secolo scorso. Il sindacato ha letteralmente svenduto gli ultimi diritti degli operatori dell’informazione e il primo passo per costruire una rappresentanza che difenda chi lavora nel mondo dell’informazione passa attraverso la sfiducia, la richiesta di dimissioni di questo gruppo dirigente. Ciò rappresenta il primo passo, dopo di che tutte le anime della protesta e della mobilitazione devono porsi il problema di iniziare la costruzione di un sindacato che sia realmente tale e rappresentativo. All’interno della categoria ci sono problemi seri di consapevolezza che si sono esplicitati soprattutto negli ultimi tre, quattro anni quando in diverse regioni sono nati i coordinamenti dei freelance e dei precari e le redazioni, i comitati di redazione e il sindacato stesso sono rimasti sordi, pensando che difendendo i rapporti di forza esistenti all’interno delle varie testate ci si potesse difendere da un processo montante di degradazione del lavoro giornalistico. Ma non è così, perché crisi editoriali si stanno abbattendo ora su molte testate e questo nuovo contratto indebolisce ancora di più anche coloro che finora pensavano di essere al riparo da precarietà e flessibilità. L’auspicio è che la difesa di privilegi effimeri lasci spazio alla consapevolezza che gli operatori dell’informazione vivono problematiche simili a quelle che hanno investito i lavoratori autonomi di altri settori e le partite Iva”.
Anche Ciro Pellegrino, preso pesantemente di mira da Siddi, ci ha parlato della necessità di un nuovo soggetto sindacale: “A muoverci è sostanzialmente l’indignazione. Non è possibile che l’unico sindacato dei giornalisti faccia un accordo sull’equo compenso che non è affatto equo, su un contratto che uccide le speranze di praticanti, pubblicisti, professionisti o in attesa di contratto poco importa. E’ la prima volta che si fa una manifestazione di giornalisti contro il sindacato e io penso che siamo di fronte a una cesura storica. La maggior parte dei colleghi non è affatto iscritta alla Fnsi perché non pensa che sia la struttura capace di risolvere i problemi o di rappresentarli, occorre capire se si riesce a dare a questi giornalisti la fiducia necessaria per costituire un nuovo soggetto sindacale. Non è facile perché è una lobby e come tale si comporta ma la giornata di oggi è un passo già molto importante. Non sono per niente convinto che questo palazzo reagirà nel modo opportuno alla protesta di oggi. Il contratto garantisce soltanto chi è a un passo dalla pensione e i grandi gruppi editoriali che beneficiano dei prepensionamenti d’oro”.

La romana Raffaella Cosentino ci spiega: “E’ la prima volta che si ricordi che c’è una protesta di questo tipo nei confronti del sindacato unico dei giornalisti, tra l’altro la federazione si è anche spaccata perché per la prima volta una corrente è uscita dal sindacato, i colleghi di Puntoacapo, e anche l’Associazione Stampa Romana che è molto importante per l’alto numero di testate che operano nel suo territorio di competenza, si è posta in maniera frontale. Sicuramente si tratta di un momento cruciale, è necessario non perdere la battaglia in questo momento altrimenti addio alla libertà di stampa e al giornalismo professionale. Sicuramente non giova che i dirigenti sindacali sono espressi dallo stesso gruppo di potere ormai da decenni. Noi possiamo vincere la battaglia solo se convinciamo anche chi non lavora nell’informazione che in gioco c’è la libertà di stampa”.

Mentre una cinquantina di altri giornalisti – molto giovane l’età media dei manifestanti – rimangono in strada a confrontarsi sul percorso da intraprendere nei prossimi giorni, nella sede dell’Fnsi la tensione cresce, soprattutto quando un sodale di Siddi – un altro di quelli che campa di sindacato e non di giornalismo, evidentemente – comincia a minacciare i presenti e poi alza anche le mani. In fondo alla sala scatta il parapiglia: spintoni, male parole, fronteggiamenti…
L’assedio a Siddi – che invita i presenti a tornare con calma per porre domande alle quali il sindacato risponderà (!) – continua per un po’, e alcuni dei promotori della protesta riescono anche a intervenire parlando dalla tribunetta. “Siamo freelance, precari, contrattualizzati…una massa enorme di giornalisti che negli ultimi anni è cresciuta proprio perché il sindacato ha pensato bene di non fare gli interessi della categoria ma solo di una parte sparuta di questa che non può neanche più considerarsi casta visto che attraverso questo contratto vergognoso che avete firmato, una porcata al pari della legge elettorale che ci ritroviamo, si smantellerà lo status sindacale, salariale e previdenziale di chi ha avuto i propri diritti riconosciuti dopo anni di lotte. Si negherà ai precari ciò che non hanno mai avuto ma i diritti li perderanno anche coloro che oggi sono in qualche modo stati stabilizzati. (…) Non è creando la guerra tra contrattualizzati e precari che si continueranno a preservare le posizioni di rendita che da anni esistono in questa Federazione a livello centrale e a livello territoriale”.
A Siddi che rivendica di aver migliorato una situazione fino a questo momento dominata dall’illegalità e dalla legge della giungla e che di meglio non si poteva fare visti i rapporti di forza risponde dalla tribunetta, in maniera secca, Raffaella Cosentino. “Se cinque euro a pezzo sono un compenso iniquo perché dovrebbe essere equo un compenso di sei euro e venticinque centesimi? L’unico obiettivo è quello di tenere i lavoratori sotto ricatto”.
Alla fine della mattinata i promotori della protesta, al termine di una improvvisata conferenza stampa realizzata all’interno dei locali della Fnsi, hanno diffuso un agile comunicato, in attesa delle prossime mobilitazioni e dell’iter dei numerosi ricorsi alla magistratura già presentati.

Stop Fnsi, giornalisti chiedono le dimissioni immediate di Franco Siddi

Dimissioni immediate del segretario della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi e di tutti i componenti della giunta esecutiva Fnsi. Lo chiedono i giornalisti e le giornaliste riunitidavanti alla sede della Federazione durante la manifestazione ‪#‎StopFnsi contro l’accordo sul lavoro autonomo – ribattezzato“iniquo compenso” – e il contratto truffa sottoscritti senza alcuna consultazione.
Accordi che legalizzano lo sfruttamento e retribuzione da fame deigiornalisti autonomi e sanciscono per contratto l’esercizio dilettantistico della professione, infliggendo un colpo mortale alla dignità dei lavoratori e alla libertà di stampa.
Durante il sit in, una delegazione dei giornalisti, tessere alla mano, ha fatto irruzione nella sede del sindacato, chiedendo spiegazioni alla giunta riunita. Esprimiamo rammarico per gli attacchi personali che il segretario Siddi continua a rivolgere nei confronti di alcuni colleghi che esprimono dissenso verso le sue scelte.
Ci impegniamo a lottare perché i 120 milioni di fondi che il Governo ha annunciato di voler stanziare per le assunzioni nei giornali non siano destinati ai contratti di apprendistato che pongono un limite di età che pregiudica un’intera generazione di precari.

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