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Siria: jihadisti liberano Greta e Vanessa. L’ira dell’Isis contro Al Nusra

“Greta Ramelli e Vanessa Marzullo sono libere, torneranno presto in Italia”. Lo ha annunciato via twitter palazzo Chigi nel tardo pomeriggio di oggi confermando le notizie diffuse alcuni minuti prima da alcune fonti dei miliziani islamisti di al Nusra, operanti in Siria, riprese e rilanciate dall’emittente al Jazeera. Le due ragazze erano state sequestrate da un gruppo jihadista nel nord della Siria dove erano arrivate nell’ambito di una missione di assistenza del gruppo informale “Horryaty” organizzata in collaborazione con alcune organizzazioni locali vicine ai jihadisti tra le quali il gruppo Liwa Shuhada al-Islam, uno dei gruppi fondamentalisti anti-Assad vicini proprio al Fronte Al Nusra.
Originarie una di Brembate, nel bergamasco, e l’altra di Besozzo, in provincia di Varese, di Vanessa e Greta si persero le tracce il 31 luglio ad Alabsmo, vicino ad Aleppo. Secondo il quotidiano libanese `Al-Akhbar´ (vicino al movimento di resistenza libanese Hezbollah, in campo con le sue milizie anche in Siria contro le bande jihadiste), le due ventenni furono ospitate ma poi rapite nella «casa del capo del Consiglio rivoluzionario di Alabsmo», sigla che in realtà copriva proprio il gruppo Liwa Shuhada al-Islam. Insieme a loro c’era anche il giornalista de Il Foglio, Daniele Ranieri, che riuscì però a scappare.

Immediato e rabbioso il commento dello Stato islamico alla notizia della liberazione, che sarebbe avvenuta per mano dei “rivali” del Fronte al Nusra, delle due ragazze italiane rapite la scorsa estate. “Questi cani del Fronte al Nusra rilasciano le donne crociate italiane e uccidono i simpatizzanti dello Stato islamico”; è il tweet postato da “Muahhed al Khilafa” sul suo account @mo7ayed11, dove si firma con l’hashtag dello Stato islamico. “Forse le hanno liberate in cambio di donne musulmane detenute in Italia”, osserva Saad al Homeidi, altro internauta islamista nel suo account @s3edqatar. La notizia della liberazione delle due volontarie, a cui per ora le autorità italiane rispondono con un “no comment”, potrebbe essere stata accordata in cambio del pagamento di un riscatto in denaro o forse alla soddisfazione delle richieste dei fondamentalisti in altri ambiti.

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