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Italia. Servizi segreti in cerca di appeal, nella comunicazione e nelle università

I servizi segreti italiani (quelli riformati per la quarta volta in soli cinquanta anni), stanno conducendo una campagna di reclutamento ed una operazione “simpatia”. Avendo molto da farsi perdonare per il recente passato, in questi anni sono stati ristrutturati intorno al Dis (Dipartimento Informazioni sulla Sicurezza), hanno dato vita a pubblicazioni (la rivista Gnosis), hanno organizzato un tour in molte università italiane per avvicinare studenti e studentesse alla particolare attività di spioni o controspioni ed hanno pubblicato anche alcuni libri. Il primo dedicato a Nicola Calipari, funzionario del Sismi ucciso dai soldati Usa in Iraq mentre stava portando a compimento la liberazione della Giuliana Sgrena, il secondo è un ebook dal titolo non certo originale: LeggIntelligence. Il libro è scaricabile dal sito dei servizi segreti 

Leggendo la presentazione del libro fatta dall’ambasciatore Giampiero Massolo, attuale direttore del Dis, spiega tutte le opportunità e le funzioni dell’attività di intelligence, a partire da quella che più terrorizza e affascina i nostri tempi – l’Isis – fino allo spionaggia e controspionaggio nella sfera economica e finanziaria a “a difesa del sistema paese” e dei suoi interessi sul proprio territorio e in altri paesi. Vediamo come tutto questo ce lo spiega il sito dei servizi segreti:

“Attraverso il sito www.sicurezzanazionale.gov.it – il Comparto Intelligence mette a disposizione dei lettori uno strumento in più per la ricerca e la riflessione condivisa. Per aiutarci a essere tutti un po’ più connessi con la sicurezza, molti dei contributi che studiosi e ricercatori hanno inviato per la sezione Scrivi per noi del sito dal 18 giugno 2013 a oggi, diventano un ebook (LeggIntelligence – PDF 4 MB)) . Per un metodo di lavoro ma anche per continuare nei criteri di scientificità che ci siamo dati all’inizio della nostra avventura sul web.

Intelligence? Una joint venture tra pubblico e privato. Il segno dei tempi

Il filo rosso che lega queste pagine è infatti il bisogno di una sicurezza che è sempre più una joint venture che vede insieme, e sullo stesso fronte, pubblico e privato. Si tratta di riflessioni che mettono a fuoco questioni attuali, tracciano scenari, indicano una contronarrazione rispetto alla propaganda degli uomini neri dell’Is, o segnalano il bisogno di strategie per proteggere imprese e know-how. Dall’analisi dei network jihadisti alle sfide del cyber, dalla security aziendale alle frontiere – anch’esse penultime e sempre da conquistare – della sicurezza energetica, le parole di questo libro digitale raccontano una Intelligence diffusa, che prosegue il suo viaggio dialogando con tutti”.

Il ruolo dell’intelligence nell’economia

“Nel suo ruolo di presidio avanzato al servizio e a tutela del sistema Paese, l’Intelligence adegua le capacità di risposta alle evoluzioni della minaccia che sempre più spesso corre sulla rete. La ‘piazza’ economico-finanziaria globale procede ad un ritmo tale che opportunità e rischi della competizione internazionale sono amplificati e gli effetti a catena della crisi finanziaria lo dimostrano. Occorre saper giocare la partita anche in attacco: occasioni perdute per la nostra economia rappresentano danni per la credibilità e lo sviluppo del Paese. L’Intelligence può portare un valore aggiunto nei processi decisionali perché rappresenta un catalizzatore delle capacità delle diverse amministrazioni competenti ad agire in pieno raccordo nelle diverse sfere di competenza; assicura – attraverso la raccolta informativa e la disseminazione – la circolazione delle informazioni rilevanti tra gli attori istituzionali competenti; ‘obbliga’ ad una chiarezza di obiettivi su cosa è strategico. L’Intelligence lavora sulle situazioni di confine, segnala rischi specifici ed edifica difese, allunga il campo all’azione del governo consentendo, se del caso, la messa in opera di contromisure adeguate”.

Rendere pulito il lavoro sporco

“Dell’Intelligence ora c’è una nuova word cloud: le parole chiave non sono più sospetto e diffidenza ma apertura e fiducia. Le persone che incontriamo non ci chiedono più ‘cosa c’è dietro la porta numero 3’: sanno che l’Intelligence è uno strumento non convenzionale ma necessario alla difesa della democrazia italiana. Oltre la fiction e il mito alla James Bond, è stato compreso più da vicino il lavoro degli uomini e delle donne delle Agenzie operative, fornitori di sicurezza che uniscono professionalità e passione civile. E l’Intelligence guadagna a essere conosciuta meglio. Il nostro mestiere è muoverci sulle frontiere e sui limiti ma sempre operando nel perimetro della legge e per un unico fine: l’interesse dello Stato e dei cittadini”.

Il reclutamento nelle università. Un lavoro a tutto campus

La mappa che abbiamo pubblicato in copertina di questo articolo, è quella delle università che hanno rapporti di collaborazione con i servizi segreti. Da quanto riferisce il sottosegretario con delega ai servizi, Oscar Minniti, trenta laureati hanno già trovato lavoro nell’intelligence. E’ evidente come, rifacendosi ad esperienze storiche più consolidate come quella del MI 6 britannico, gli atenei sono un terreno di caccia privilegiato di reclutamento, sia tra i docenti che tra gli studenti. Scrive su questo aspetto il direttore del Dis, l’ambasciatore Massolo:“Molti, a cominciare dai giovani che abbiamo guardato negli occhi andando nelle aule universitarie con il roadshow ‘Intelligence live’, sono diventati compagni di strada. Un pensiero di lungo termine si fa così vissuto, perché il Comparto Intelligence è una realtà dinamica che ha bisogno di futuro e progetti. Di uomini e donne disposti a mettersi sempre in gioco e a spostare i confini per fronteggiare le sfide liquide del nostro tempo, penetrando sotto la superficie delle esperienze dove sono in atto, mai fermi, i processi che definiscono la vita e la libertà”.

In un’altra sezione del sito, quella dedicata proprio agli studenti universitari, possiamo leggere che  “il Dipartimento Informazioni per la Sicurezza ha istituito la prima edizione del concorso “Una tesi per la sicurezza nazionale”. Si tratta di cinque premi, del valore di duemila euro ciascuno, da assegnare a tesi di laurea magistrale inedite, discusse nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2012 e il 31 maggio 2014 con votazione di almeno 110/110 e aventi quali oggetto di ricerca tematiche quali la geopolitica, la cyber-security, le metodologie di analisi intelligence, gli aspetti giuridici legati all’attività informativa, la sicurezza economico-finanziaria. Un’iniziativa che vuole incentivare il lavoro accademico su ambiti di grande rilevanza per il Paese sottolineando, coerentemente con l’attività divulgativa e promozionale realizzata grazie al road show che ha già visitato numerosi atenei italiani, l’attenzione che il Sistema rivolge alle idee e iniziative di studio e approfondimento dei più giovani”.

Insomma, cari laureati a pieni voti, potreste ricevere delle proposte di lavoro che non potrete rifiutare.

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