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Corvi e gabbiani in Vaticano

Era il 27 gennaio del 2014 quando una colomba bianca, una di quelle che ogni domenica vengono fatte volare dal balcone di San Pietro come simbolo di pace, venne aggredita simultaneamente da una cornacchia e da un gabbiano. Fino a cinque secoli fa si sarebbe parlato di terribile presagio. Nell’epoca della modernità gli stili, gli approcci e le percezioni sono cambiate, ma dentro le mura del Vaticano forse non tutti si sono accorti che il tempo passa, anche per la Chiesa di Roma.

Le notizie di questi giorni lasciano trapelare come tra le mura di San Pietro non ci siano falchi e colombe ma aggressivi gabbiani e cornacchie decise a eliminare la colomba più influente e ingombrante del mondo: il Pontefice.

Non è un mistero che Papa Bergoglio, che pure qualche scheletro nell’armadio di quando era nunzio apostolico durante la dittatura in Argentina se lo porta dietro, stia squassando molte delle inamovibili e immobili certezze della Chiesa di Roma. Non è un mistero neanche che è dagli anni Ottanta che la Curia di Roma (ossia i cardinali italiani) digeriscono male la sequela di pontefici stranieri che si sono insediato al soglio pontificio (Woytila, Ratzinger ed ora Bergoglio) privando gli italiani del loro potere radicato in una storia bimillenaria.

Intorno all’ultimo Sinodo si è scatenata una vera e propria offensiva. Prima la notizia di un documento segreto di alcuni cardinali contro le aperture del Papa sul rapporto tra Chiesa e famiglia (un rapporto che più di un firmatario si è affrettato a smentire di aver firmato), poi le voci sulla malattia di Papa Francesco diffuse da un gruppo editoriale (Monti-Riefesser) storicamente legato alla destra italiana più reazionaria e che pubblica una filiera nazionale di quotidiani locali: Il Resto del Carlino (che è quello che ha diffuso la notizia), la Nazione, Il Giorno ed altri giornali riuniti in un network: Il Quotidiano Nazionale

Secondo Quotidiano Nazionale – e dunque rimbalzato in molti giornali locali – Papa Francesco avrebbe una “piccola macchia scura nel cervello”, un piccolo “tumore curabile” che comunque non avrebbe bisogno di un intervento. Il network scrive in prima pagina di una visita che Bergoglio avrebbe fatto qualche mese fa nei pressi di Pisa, in Toscana, con lo scopo di consultare un medico giapponese, il professore Takanori Fukushima

La notizia sul tumore del Papa si è rivelata falsa ma l’effetto destabilizzante c’era già stato.

Takanori Fukushima, il medico giapponese che avrebbe visitato il Pontefice, ha negato la notizia della malattia di Papa Francesco. L’amministratrice del Carolina Neuroscience Institute in Raleigh in North Carolina – dal quale dipende Fukushima – Lori Radcliffe, ha chiarito alla agenzia Reuters che quest’anno Fukushima ha visto il Papa in una udienza generale in gennaio ma insieme a migliaia di persone in Vaticano, e che non lo ha mai curato né visitato.

Nel suo blog personale, il dott. Fukushima scrive che la sera del 28 gennaio dopo aver terminato delle operazioni, era andato in elicottero da Pisa a Roma e la mattina dopo sono stato ricevuto nel Vaticano, dove ha avuto una riunione con diversi alti dignitari (il professor Fukushima ha effettuato una donazione da 10mila dollari), poi ha potuto incontrare il cardinal Comastri. Dopo la visita in Vaticano il medico ha effettuato un intervento chirurgico dimostrativo presso l’ospedale San Filippo Neri. Il 30 gennaio, infine, Fukushima ha preso un treno veloce per Napoli e ha proseguito il suo viaggio.

Il portavoce vaticano, padre Lombardi aveva del resto negato che ci fossero state visite riservate e confermava che il Papa gode di buona salute: “Confermo completamente la smentita che ho già fatto. Lo faccio dopo le verifiche con le fonti opportune, compreso il Santo Padre”. “La diffusione di notizie totalmente infondate sulla salute del Santo Padre da parte di un organo di stampa italiano è gravemente irresponsabile e non è degna di attenzione”, ha ribadito di nuovo il portavoce vaticano padre Lombardi, dopo la dichiarazione già resa la notte scorsa. “Inoltre, come tutti vedono, il Papa svolge sempre senza interruzione la sua intensissima attività in modo assolutamente normale”. Anche la fonte ufficiale del Vaticano, ossia l’Osservatore Romano, ha bollato la notizia come palesemente falsa, sottolineando però che “il momento scelto rivela l’intento manipolatorio del polverone sollevato”, riferendosi al sinodo sulla famiglia in corso.

E’ il vaticanista de La Stampa, Andrea Tornelli, a ricordare che all’inizio della seconda settimana del Sinodo, era arrivata la pubblicazione di una lettera al Papa firmata da tredici cardinali e consegnata. “Il presunto testo della missiva e le firme sono state divulgate dal vaticanista dell’«Espresso» Sandro Magister, giornalista vicino ad alcuni dei porporati più rigoristi.” scrive Tornelli. “Nella missiva dei padri si avanzava il sospetto che il Sinodo potesse essere manipolato in senso aperturista a motivo delle scelte fatte dal Papa. Francesco, dopo averla ricevuta, era intervenuto in aula chiedendo di abbandonare «l’ermeneutica cospirativa», come riferito dal direttore della Civiltà Cattolica padre Antonio Spadaro. Il testo della lettera e i nomi dei firmatari, evidentemente ottenuti da una fonte ritenuta attendibilissima, si sono però rivelati non autentici. E la pubblicazione ha così assunto i contorni di un’«operazione» per inquinare il Sinodo”.

Dunque perchè da settimane aggressivi gabbiani e cornacchie agiscono dentro e fuori il Vaticano? “Un modo per cercare di minarne l’autorevolezza in un momento in cui così tante persone guardano a lui, dentro e fuori la Chiesa»”, afferma un prelato della Segreteria di Stato. 

Circolano ormai battute e vignette sul fatto che Papa Francesco continui a prendere il suo caffè (riferimento ovvio a quello che fu letale per Papa Luciani) o addirittura, come fa una graffiante vignetta di Mario Natangelo su Il Fatto di oggi, che il papa dorma con la pistola sul comodino “perchè non si sa mai”. Con le dimissioni di Papa Ratzinger che precipitarono la Chiesa Cattolica e il Vaticano nel suo momento di massima crisi, pensavamo di averle viste tutte. Probabilmente dentro e fuori le mura del Vaticano dobbiamo prepararci a vederne di altre perchè, nonostante quello che pensino cardinali, corvi e gabbiani, anche il Vaticano deve fare i conti con la storia, la modernità, le contraddizioni della competizione globale e la crisi di civiltà di questa fase storica.

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