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No Muos. Turi Vaccaro sull’antenna, a martellate

Base Nato, radar avvelenatore, ma non inviolabile. Stamattina intorno alle sette e mezza, Turi Vaccaro, eludendo i controlli, é riuscito a salire su una delle tre parabole prendendola a martellate. 
Per quasi mezz’ora ha avuto la possibilità di muoversi indisturbato, col personale statunitense che non si era accorto della “intrusione”, e poi con indosso una maglietta col simbolo della pace e la scritta ‘No Muos’ ha scalato l’antenna alta decine di metri, e ci si è appollaiato sopra. Il Muos è tra l’altro ancora sotto sequestro, per decisione del gip di Caltagirone.
Non è la prima volta che Turi, noto per le sue sortite No Tav in Val Susa, scende a Niscemi. Nel 2013 faceva parte del gruppo di attivisti che si sono arrampicati sulle antenne in contrada Ulmo, mentre a maggio di quest’anno era riuscito a entrare all’interno del perimetro della base, completamente nudo, spargendo sale. Sempre in opposizione alla mostruosa installazione Vaccaro ha marciato per 400 chilometri insieme a un mulo, da Palermo fino a Niscemi. 

All’esterno della base, mentre scriviamo, si è formato anche un nutrito concentramento solidale di attivisti del movimento No Muos e di varie realtà della zona, intenzionate a passare se necessario la notte protestando contro la grande opera nociva per la salute e per l’ambiente, oltre che elemento di una militarizzazione dei territori che fa passi da gigante. Sotto l’antenna e anche intorno al presidio solidale, naturalmente, un ingente schieramento di polizia, vigili del fuoco e chi più ne ha più ne metta.

Quando sulla località del Nisseno è calato il buio era possibile osservare che mentre le altre due parabole erano illuminate, quella sulla quale è arrampicato il pacifista siciliano è quasi del tutto in ombra; a quanto raccontano gli attivisti che lo osservano a distanza anche grazie agli zoom delle telecamere, Turi Vaccaro si è scientificamente dedicato durante la giornata a rompere i vari faretti che illuminavano l’antenna.

 

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