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Immigrati. Visti e non deportati

I prevedibili arrivi di immigrati dall’altra sponda del Mediterraneo, sono stati utilizzati dal Ministro dell’interno per agitare lo spauracchio dell’esodo biblico ma anche per fomentare la psicosi e accrescere la paura dell’arrivo dei clandestini, ritenuti un pericolo incombente per la sicurezza dei cittadini. Lasciare per settimane e settimane migliaia e migliaia di migranti a Lampedusa, spostarne altre migliaia a Mineo e a Manduria non è stata una scelta dettata dall’incapacità ma da una strategia precisa, decisa al fine di provocare opposizioni e rivolte da parte delle popolazioni locali contro gli immigrati. L’Unione Europea preferisce elargire soldi ai paesi interessati da flussi migratori imprevisti e consistenti piuttosto che aprire le frontiere ed accoglierli. Eppure esistono direttive che prevedono la possibilità per i paesi dell’Unione di concedere lo status di rifugiato  almeno per un anno, come forma di protezione temporanea alle persone in fuga da paesi e regioni interessati da gravi crisi che provocano esodi massicci. “Crediamo che non basti più dire: organizziamo l’accoglienza, che in questi anni nel nostro paese ha significato disumani luoghi di reclusione per gli immigrati e vantaggi economici per il business assistenziale” afferma Somaoru

“Dobbiamo agire su obiettivi molti concreti che permettano il rispetto dei diritti e della dignità dei migranti e contemporaneamente evitare rigurgiti razzisti facilmente suscettibili in situazioni non governate”. Uno di questi è sicuramente la concessioni dei visti Shengen agli immigratiche intendono transitare per l’Italia per raggiungere gli altri paesi europei.

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