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Nuova base Nato in arrivo in Campania.

 Da Capodichino (ove insiste la base aerea Usaf) e da Bagnoli (sede del più grande centro di coordinamento Us Navy di tutte le attività di telecomunicazioni, comando e controllo del Mediterraneo), sono gestite le operazioni militari. Nell’area metropolitana napoletana, ampie porzioni di territorio sono state col tempo sottratte all’uso civile, destinandole a numerose attività militari: dal Comando Supremo della Marina Usa in Europa al Comando delle Forze Aeree Usa per il Mediterraneo fino all’Africom, dalla base Us Army di Nisida fino all’uso militare del porto partenopeo (navi e sommergibili, anche nucleari), per non dimenticare della base Nato di Gricignano di Aversa (che va considerata come estensione dell’area metropolitana di Napoli).

A tutto questo si aggiungerà, da qui ad un anno, una delle più grandi basi Nato del Mediterraneo (sono previsti 2.500 alloggi) a Lago Patria, in Giugliano in Campania. Un territorio strategico, quello campano, perché permette alla  Nato una proiezione diretta sui teatri di guerra nel Nordafrica, tenedola però  al riparo delle conseguenze possibili se la vicinanza fosse  eccessiva. Nel silenzio quasi totale dei mass media e quindi nell’indifferenza della popolazione locale, si muovono gli ultimi passi, anche in termini di accordi interamministrativi.  I lavori di cementificazione vanno avanti senza sosta  in un territorio già devastato dall’abusivismo edilizio degli anni ’80 e ’90, inquinato oltre ogni limite da rifiuti tossico-nocivi di ogni sorta. In luogo di bonifiche e restituzione alla comunità locale di aree attualmente impraticabili, si provvede ad un’ulteriore espropriazione di territorio e sovranità (nazionale e locale). Il sindaco di Giugliano, nel frattempo, è stato nominato commissario alla realizzazione delle opere infrastrutturali funzionali alla presenza dei militari della Nato: una nuova rete stradale ed un adeguato sistema fognario, per le quali avrà a disposizione 60 mln di euro stanziati dalla Regione Campania. Si riproduce un sistema di governo a-democratico già ampiamente sperimentato negli ultimi anni (dai commissari all’emergenza rifiuti fino all’emergenza rom). Un dispositivo istituzionale perfetto per ridurre al minimo le vischiosità del sistema democratico e rispondere efficientemente alle esigenze di governance oligarchica.

L’Avv. Pino Marziale, candidato sindaco nel capoluogo campano per la lista “Napoli non si piega – i nostri diritti contro i loro profitti”, si è espresso con parole critiche sia sui contenuti che sui metodi dell’operazione. Facendo notare, peraltro, che – alla luce delle numerose emergenze che insistono nell’area metropolitana – spendere decine di milioni di euro per installazioni militari è assurdo. Un emblematico esempio di come i loro profitti attualmente prevalgono sui nostri diritti.

Sull’area napoletana – ricorda poi Marziale – insistono il comando supremo della Marina USA in Europa ed il comando delle forze armate USA in Africa (AFRICOM) a Capodichino; nel porto sostano spessissimo unità navali USA, anche a propulsione nucleare; l’8 marzo ha transitato nel golfo il sommergibile d’attacco e lanciamissile classe Los Angeles USS Newport News, 4 giorni prima il sommergibile lanciamissile classe Ohio USS Florida. Su questo oggi a Napoli si terrà l’assemblea napoletana contro la guerra che ha lanciato l’appello per una manifestazione nazionale per il 16 aprile proprio davanti al Comando Usa di Capodichino

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