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Pisanu-Veltroni: prove tecniche di governo tecnico

Berlusconi è – prospetticamente – un cadavere. Ma chi lo seppellirà^ E per fare cosa?

Che Montezemolo sia il candidato in pectore a guidare il nuovo governo – prima di qualsiasi tornata elettorale – è cosa troppo evidente per poter essere ancora discussa o negata. Ma forse, prima di consegnargli le chiavi di palazzo Chigi, sarebbe bene preparargli la strada con un “Un governo di decantazione”, che realizzi l’agognata riforma elettorale. Tutti insieme non ‘contro’ Berlusconi. Ma ‘per’ far fuori Berlusconi.

Il senatore Pdl Beppe Pisanu è anche presidente della Commissione parlamentare antimafia; seppur con un passato forzista, è un po’ fuori dalla linea aziendalista. Ma è davvero una proposta sconvolgente?

Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia della Camera, deputato di Fli, risponde dalle pagine dello stesso giornale: “So che l’ipotesi di un accordo con il Pd getta nel panico parecchi. Personalmente, reputo superate le categorie destra e sinistra e quindi per me i no pregiudiziali sono incomprensibili”.

L’idea comune è di sfruttare il momento di divisione nella maggioranza. Come alleati nel Pdl Pisanu potrebbe del resto vantare Claudio Scajola (con attorno a sé una cinquantina di parlamentari) e Altero Matteoli nemico giurato del guardasigilli Angelino Alfano, da poco indicato come successiore di Berlusconi.

“Uniti sulle regole del gioco, il rispetto degli avversari e la difesa delle forme”. Quello che manca negli ultimi tempi. Ma pur sempre “distinti sui programmi per governare la società”. Pronta è arrivata la risposta del leader di Fli, interlocutore naturale dei due. “Ho letto l’artico lo di Pisanu e Veltroni e lo trovo condivisibile dalla prima all’ultima parola”, Gianfranco Fini apprezza l’idea. Italo Bocchino aggiunge un passaggio: aspettare le elezioni amministrative, in cui è attesa “una nuova tendenza che dovrebbe invitare tutta la politica a sedersi attorno a un tavolo”. Scontato,dunque, che le amministrative saranno un disatro per la maggioranza. E che “dopo” si tratterà solo di èassare all’incasso, contando i cadaveri.

L’idea non è quella di rovesciare Silvio Berlusconi con la forza delle votazioni in Parlamento – piano che peraltro non ha mai funzionato – ma di avere pronta un’alternativa. Un nome che non riduca le elezioni anticipate “in uno scontro frontale dagli esiti imprevedibili e tra schieramenti costruiti più sulla contrapposizione che sulla proposta”. Una figura da rodare in un governo con un “ampio ed esauriente confronto parlamentare”, per riformare la legge elettorale. E poi ognuno per sé.

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