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Roma. Diecimila in piazza per accompagnare la Freedom Flotilla

Il lungo corteo partita da Piazza della Repubblica, era aperto dallo striscione della Freedom Flotilla con il simbolo disegnato da Vauro e origine del clamoroso autogol della Santanchè. Dietro venivano centinaia di palestinesi di tutte le organizzazioni, un segnale che la riconciliazione nazionale raggiunta tra le organizzazioni palestinesi, ha avuto un riverbero positivo anche nella diaspora. E ancora tutte le associazioni e le reti impegnate da anni nel lavoro di informazione e solidarietà: dal Forum Palestina con il bandierone ai numerossimi studenti e giovani giunti da Napoli, dalla numerosissima delegazione dalla Puglia (fortemente desiderosa di prendere le distanze dalle posizioni di Nichi Vendola su Israele), agli emiliani impegnati nella campagna di disinvestimento verso la società Pizzarotti di Parma, unica azienda rimasta nel consorzio che sta costruendo il treno dell’apartheid.

E ancora gli amici della Mezzaluna Rossa Palestinese, l’associazione di Amicizia italo- palestinese e il CPA di Firenze.

Su molti striscioni l’immagine o le parole di Vittorio Arrigoni ucciso a Gaza esattamente un mese fa. E proprio Vittorio Arrigoni è stato inserito nella toponomastica della capitale. A Piazza Esquilino, durante una sosta del corteo, è stata apposta una targa che l’ha ribattezzata “Piazza Vittorio Arrigoni, internazionalista”.

Il corteo, commentando e raccontando passo passo le ragioni di una manifestazione che intende sostenere le ragioni dei palestinesi nel paese definito il “migliore alleato di Israele in Europa”, ha raggiunto Piazza Navona dove ci sono stati gli interventi finali.

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Dopo l’intervento di Maria Elena D’Elia a nome del coordinamento della Freedom Flotilla, sono intervenute tutte le associazioni palestinesi, la rete ebrei contro l’occupazione, le comunità islamiche e poi Vauro, atteso da tanti, che con enorme correttezza ha riunciato a qualsiasi velleità di uomo di spettacolo per intervenire nel merito dei problemi e rivendicare la propria partecipazione alla Freedom Flotilla.

Non sono mancati, come di consueto, problemi a ridosso del quartiere ebraico della capitale. Prima un energumeno che ha insolentito lo striscione degli ebrei contro l’occupazione giungendo a togliersi la cinta e a minacciare (c’è un video su questo episodio) e poi presenze minacciose intorno a largo Torre Argentina fronteggiate però con tranquillità e determinazione dal servizio d’ordine del corteo.

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La manifestazione ha mandato un segnale chiaro e forte: gli attivisti italiani che saliranno a bordo della nave Stefano Chiarini nella Freedom Flotilla, saranno sostenuti e accompagnati da migliaia di persone. Il governo israeliano e il governo italiano (il primo a fare proprio l’appello di Netanyahu affinché i governi europei blocchino la partenza delle navi) adesso sanno come regolarsi.

 

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Una colomba della pace in volo verso Gaza
In diecimila hanno sfilato ieri per sostenere le navi solidali che partono a giugno

 Geraldina Colotti, “il manifesto” del 15 maggio 2011

ROMA
Circa diecimila persone hanno sfilato ieri a Roma dietro la bandiera della Freedom Flotilla – una colomba della pace protesa sull’oceano, disegnata da Vauro – e nel nome di Vittorio Arrigoni, l’attivista ucciso a Gaza dopo il sequestro lampo compiuto da un gruppo «salafita»: «con Vittorio nel cuore», recitava il primo striscione. Una manifestazione indetta per sostenere il gruppo di navi solidali che salperà alla volta di Gaza a fine giugno: nel nome di Vik e anche di Stefano Chiarini, giornalista de il manifesto prematuramente scomparso a cui è dedicata una nave.
In piazza, molte le associazioni umanitarie come Gazzella onlus che si occupa di adozioni a distanza. Tanti i simboli dei gruppi, dei partiti e dei movimenti (da Rifondazione comunista, al Partito dei lavoratori, a quello dei Carc). Qua e là gruppetti di giovani reggono un volantino con un indirizzo Facebook: «Il nostro gruppo – dice Monia -, si chiama Gaza voice ed è nato dopo l’assassinio di Vik, che conoscevamo, per sostenere la Flotilla a cui lui avrebbe dovuto partecipare». Da Pesaro, Aurora e Vincenzo, del Prc, hanno fondato su Facebook il gruppo We are all on the Freedom Flotilla. Stella regge la bandiera del May day – sfondo giallo con una miriade di pesciolini neri – «i movimenti – afferma – sono come tanti piccoli pesci contro un nemico agguerrito, che però si muovono insieme in una successione di piccole conquiste quotidiane. Come i pescatori palestinesi».
Foto082Sfilano tutte le organizzazioni palestinesi, che interverranno sul palco a Piazza Navona, a conclusione della manifestazione. Ci sono anche i Comitati refererendari per l’acqua bene comune e contro il nucleare. Sfilano gli Ebrei contro l’occupazione, che durante il corteo sono stati aggrediti verbalmente da un anziano israeliano (ma la situazione è rimasta sotto controllo grazie all’efficienza del servizio d’ordine). Manifestano anche gli Statunitensi per la pace e la giustizia: «Siamo qui – dice Patrick – per protestare contro lo strapotere di uno stato che da sessant’anni si permette di tutto e contro l’inerzia delle potenze internazionali. Contro l’imperialismo europeo che in Libia ha rialzato la testa. Dalla prima guerra contro l’Iraq noi manifestiamo negli Usa. Siamo migliaia ma i giornali non ne parlano».
Vicino alla bandiera dei Carc, c’è il senegalese Madiaw, uno di quelli che dai primi di maggio occupano il Duomo di Massa «Sono venuto – dice – per portare la solidarietà di tutti noi, 311 truffati dalle leggi del governo e colpiti dal reato di clandestinità, ai fratelli palestinesi». Solidarietà contro l’apartheid e l’assedio di Gaza : «Dai paesi arabi all’America latina, la resistenza dei popoli indica che l’umanità si trova al bivio tra socialismo e barbarie – dice Andrea – anche per questo sabato prossimo saremo a Massa per sostenere la manifestazione dei migranti.
Delle rivolte nel mondo arabo parla anche Mamon, giovanissimo palestinese originario di Bisan: una città occupata dal ’48 che non ha mai visto perché è nato profugo in Giordania: «Domani (oggi, ndr) è il giorno della Nahba – dice -, la catastrofe del ’48 che ha scacciato i palestinesi dalle loro case. Mio nonno e mio padre hanno conservato la mappa delle loro terre e la chiave di casa. Dal confine giordano, io guardo la mia casa. Ci vorrà tempo, ma un giorno ritorneremo. I giovani arabi hanno dato l’avvio a un periodo bellissimo. Nel giorno della Nahba, in Giordania 40.000 persone manifesteranno al confine».
Il governo Berlusconi – afferma Sergio Cararo del Forum Palestina – ha sostenuto «che la Flotilla non lavora per la pace e ha nuovamente ricordato che Israele è l’unico paese mediorientale amico dell’Occidente. Nel mese di giugno si terrà a Roma un vertice intergovernativo tra il governo italiano e quello israeliano. Nello stesso periodo, dal 12 al 23, l’ambasciata israeliana porterà a Milano un mega progetto dal titolo Israele che non ti aspetti. Noi saremo lì a protestare contro l’occupazione del Duomo di Milano. E per questo, a Milano abbiamo indetto per il 28 maggio un’assemblea nazionale e altre iniziative contro l’apparato israeliano, che teme la solidarietà internazionale, obiettivo principale della Flotilla».

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