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I No Tav replicano a chi li vuole criminalizzare

 

Sonia Alfano e Gianni Vattimo, eurodeputati del Idv, hanno portato ieri la battaglia contro la Tav fin dentro la sala plenaria del Parlamento Europeo, alzando uno striscione No Tav, i due eurodeputati hanno invitato la Commissione petizioni del Parlamento di Strasburgo «ad inviare una delegazione in Val di Susa per verificare sul terreno cosa sta succedendo».

In Val di Susa alla manifestazione di domenica «non c’erano black bloc, ma solo persone, in grandissima parte della Valle di Susa, che si erano equipaggiati con caschetti e maschere antigas per difendersi dopo quello che era successo lunedi. Ma erano tutti a mani pulite». Maurizio Piccione, esponente di uno dei movimenti No Tav, ha esordito così, nella ricostruzione della giornata di lotta di domenica, in un’affollata conferenza stampa tenuta al nuovo presidio No Tav vicino al cantiere della Torino-Lione. «Dopo che le forze dell’ordine ci hanno aggredito a colpi di lacrimogeni, pietre e getti di idranti – ha proseguito Piccione – ci siamo difesi come abbiamo potuto, non ci è rimasto altro da fare che continuare a difenderci». Per Lele Rizzo, un altro dei portavoce del movimento No Tav, «ieri è stato compiuto uno dei passaggi piU’ alti della storia politica italiana. Il nostro modo di agire è – ha detto – quello della resistenza popolare».

Guarda il video la conferenza stampa dei No Tav

http://www.youtube.com/watch?v=s-fIq–cZV0&feature=player_embedded

 

 

“Mi auguro che la magistratura vada fino in fondo, sono d’accordo con quei commentatori che oggi sostengono che si possa contestare il tentato omicidio perché chi utilizza molotov con ammoniaca significa che attenta alla vita di poliziotti e carabinieri. Ieri c’è chi ha cercato di ammazzare carabinieri e poliziotti che altro non facevano che difendere la legalità e la democrazia” aveva affermato ieri il ministro dell’Interno Roberto Maroni.

Intanto Beppe Grillo ha già fatto marcia indietro rispetto alle dichiarazioni fatte ieri in Valsusa quando, riferendosi ai manifestanti ha parlato di “eroi” e definito “prove tecniche di dittatura” i blocchi delle forze dell’ordine. In un intervento sul suo blog, l’ex comico genovese ha detto: “Sono il primo a condannare e a voler sapere chi sono i black bloc annunciati dai media da giorni. Li trovino, li arrestino”.

Si fa il bilancio della giornata di mobilitazione nazionale di ieri contro la Tav. Scontri violenti si sono susseguiti per ore attorno al cantiere di Chiomonte – occupato militarmente dalla polizia lunedì 28 giugno –  dove nelle prossime settimane si comincerà a scavare il tunnel della nuova ferrovia  ad Alta Velocità Torino-Lione. Gli attivisti anti Tav sono entrati in azione per tentare di rientrare nel cantiere della Maddalena di Chiomonte e allontanare la polizia che lo occupa da una settimana. Il bilancio dei feriti è salito a circa 400 di cui 223 manifestanti e 188 tra le forze di polizia.

Tra i No Tav il conteggio dei feriti è stato difficile se non impossibile: uno è stato portato al Cto di Torino, sei hanno avuto bisogno del trasporto in ambulanza, un’altra quindicina è stata medicata direttamente alla baita del presidio No Tav. Uno studente veneziano di 19 anni è ricoverato all’ospedale di Susa con un «politrauma toracico e addominale»: sarebbe stato colpito da un candelotto lacrimogeno da distanza ravvicinata.

Quattro manifestanti sono stati arrestati e un altro denunciato a piede libero. Alberto Perino, storico leader del movimento No Tav, ha denunciato che “le violenze le ha commesse chi ha sparato i lacrimogeni ad altezza d’uomo”. “Abbiamo vinto – ha detto a fine giornata Perino – perchè volevamo assediare il cantiere e ci siamo riusciti”. Guerra di cifre sulla partecipazione: per la Questura di Torino i manifestanti in totale sono stati 6.000, per i No Tav almeno dieci volte tanto. I lavori al cantiere ieri si sono fermati, ma vorrebbero riprendere oggi. Solo nella serata di ieri sono state riaperte l’A32 e la statale 24.

Lo scontro più violento è avvenuto tra i boschi di Ramats e poi nel pomeriggio più a valle, nella zona della centrale idroelettrica, dove lunedì scorso la ruspa scortata dalle forze dell’ordine aveva travolto le barricate erette in oltre un mese di occupazione della ‘Libera Repubblica della Madalena«. La calma è tornata nella serata, poco prima del calare del sole, quando sul ponte della Valle Clarea una delegazione di No Tav, a braccia alzate, ha incontrato dirigenti e funzionari di polizia.

Le uniche voci fuori dal coro bipartizan PdL-Pd che invocano la repressione contro i No Tav sono le dichiarazioni del segretario del Prc, Paolo Ferrero, secondo il quale a causare gli scontri è stata “l’occupazione militare del sito di Chiomonte”.

Ma la protesta No Tav non è finita certo con la battaglia di ieri, continuerà ora con un campeggio. L’opposzione popolare alla Tav continua a essere molto forte e nessuno davvero può dire con esattezza cosa succederà se non che, come dicono in Val di Susa, “sarà duuura!”

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