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Tav. Sondaggio: la base del Pd torinese è spaccata

I risultati del sondaggio sono stati rivelati dal quotidiano torinese La Stampa – da sempre fortemente ostile al movimento No Tav – segnalando alcuni dati che con tutte le cautele del caso, risultano assai interessanti.

Dal sondaggio emerge che gli stessi stretti elettori del Pd e della coalizione di centrosinistra – quelli che partecipano alle primarie – non sono affatto allineati sulle posizioni a sostegno della Tav espresse da Fassino e della direzione e locale e nazionale del partito. La base del Pd risulta spaccata. Quasi il 40% si dichiara contro la Tav, se teniamo conto anche di un 12% che “non sa”, si supera oltre il 50% di non espressamente favorevoli alla Tav contro a un 48% favorevole, di questi però solo il 22% è incondizionatamente a favore della Tav mentre un altro 26% guarda all’Alta Velocità solo come a “un’opportunità”. Se si guarda alle fasce d’età nell’insieme, il dato giovanile significativamente si sposta a favore dei contrari alla Tav o comunque dei dubbiosi verso la Torino-Lione con una vera e propria cesura nelle preferenze collocata dagli over cinquantacinque in su.

Lo studio sottolinea anche come il campione non sia affatto informato sul progetto alta velocità. Solo il 17% sa esprimersi sull’ipotesi di tracciato. Ovviamente non si dice che questo è, anche, un risultato voluto dal partito trasversale degli affari che non può andare oltre le declamazioni retoriche su l’Europa ce lo chiede, un’occasione da non perdere ecc. ecc. non avendo uno straccio di ragionamento convincente in grado di creare reale consenso, tanto meno consenso attivo nello stesso capoluogo piemontese! Figuriamoci altrove. Altrettanto significativo è l’evidente dissenso rispetto all’ipotesi di espulsione dei sindaci pidiessini della valle contrari all’opera. Il 61 % si dichiara esplicitamente contro, solo il 25% a favore.

Secondo il quotidiano La Stampa i vertici torinesi del Pd sono scossi. Forse si rendono conto che la manipolazione mediatica non basta? Non solo. La giornata del tre luglio e la resistenza che seguirà costringeranno molta gente comune al di fuori della valle a chiedersi che cosa sia realmente questa alta velocità e dove sarebbero tutte queste “opportunità” – tanto più in un contesto di crisi globale in cui la tempesta finanziaria si approssima all’Italia – e chi è chiamato a pagare, per chi e che cosa…Una ragione in più per il movimento NoTav per resistere e scardinare il presunto “consenso” all’opera.

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