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No Tav. Nervi saldi! E prime denunce…

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La polizia denuncia 21 persone per i disordini di Chiomonte

di Maria Chiara Voci

Ventuno denunciati, in stato di libertà, perlopiù giovani sotto i 30 anni, uno spagnolo, appartenenti ai movimenti più radicali dell’autonomia e dell’antagonismo di matrice anarco-insurrezionalista e trovati, in alcuni casi, in possesso di chiodi, bulloni, petardi e fromboli (fionde a lunga gittata). È il bilancio della Digos della Questura di Torino, alla magistratura, per gli incidenti avvenuti a Chiomonte, dove è aspra la protesta del Movimento No Tav contro l’occupazione del sito di cantiere per la realizzazione della galleria esplorativa della Torino-Lione.

I reati ipotizzati sono danneggiamento e porto abusivo di armi (non da fuoco). La stessa Questura sta adottando i fogli di via obbligatori per gli antagonisti provenienti da province diverse da quella di Torino. Oggetti analoghi sono stati rinvenuti nei boschi della Maddalena, insieme a taniche di benzina, falci e accette, occhialini, guanti, scudi e biglie.
Le denunce sono scattate a seguito delle indagini, coordinate dai pm Giuseppe Ferrando e Manuela Pedrotta della Procura di Torino, sugli scontri avvenuti, in Valle, il 27 giugno (quando le forze dell’ordine hanno preso possesso del sito), il 3 luglio, la notte fra il 22 e il 23 luglio e la sera di domenica scorsa, 24 luglio.

Altri episodi sono accaduti anche nel corso della settimana, durante presidi improvvisati, talvolta con danneggiamenti e azioni teppistiche contro le strutture a difesa del cantiere. Anche la notte scorsa, circa 200 manifestanti No Tav si sono avvicinati alle recinzioni – secondo quanto segnalato dalla Questura – e hanno ripetutamente insultato le forze dell’ordine e gli operai, senza però altre azioni di disturbo.

27 luglio 2011

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Nervi saldi

Cronache dalla Val di Susa

di Agenzia X (a c. di)

Agenzia X mette online l’e-book gratuito che raccoglie le narrazioni spontanee del 3 luglio 2011
il giorno che ha segnato la disfatta degli old media italiani

Partiamo da un dato di fatto: quello che abbiamo letto sui giornali il 3 e il 4 luglio non è quello che abbiamo visto in Val di Susa

Questo libro è un esperimento, nato da un’urgenza particolare. Partendo dall’indignazione condivisa per gli stravolgimenti della stampa rispetto alla manifestazione del 3 luglio 2011 in Val di Susa, e più genericamente di tutto il movimento No Tav, abbiamo iniziato a leggere i racconti che circolavano in rete. Vere e proprie narrazioni orali, pagine di cronaca improvvisamente attraversate da un rilevante valore storico, molto simili alla ricerca sulla scrittura che Agenzia X cerca di diffondere.
Qualcosa di inedito era ormai successo: anche in Italia, dopo i casi paradigmatici di Tunisia ed Egitto, le agenzie di stampa erano ormai del tutto incapaci di raccontare il presente. Non solo: le loro deliberate bugie venivano immediatamente smascherate.
All’entusiasmo per questo fiorire di narrazioni spontanee, ormai innumerevoli, si è subito contrapposto il timore che, passata la grande attenzione di questi giorni, la maggior parte di esse fosse destinato a perdersi nelle maglie troppo larghe della rete. Con Nervi saldi abbiamo deciso di raccogliere queste testimonianze e riunirle in un libro. O, meglio ancora, in un e-book. I tempi di stampa e distribuzione non avrebbero permesso a una pubblicazione cartacea di entrare in libreria prima di gennaio 2012. Ci è sembrato quindi utile diffondere – ovviamente gratuitamente, sotto licenza Creative Common come tutti i nostri libri – questi testi, in modo da dare loro maggior diffusione, in una forma che nel suo insieme ne mettesse in risalto la complessità.
Chiunque può stamparli e portarli con sé, caricarli su un e-reader, sul suo smartphone, o anche solo leggerli sullo schermo del computer, ma con migliore impaginazione e senza dover setacciare il web per tentare un possibile orientamento.

L’e-book:

Nervi_saldi.pdf

 

 

Intanto si comincia a vedere qualche interesse concreto sotto tutta questa fretta di iniziare una “grande opera” di cui non si avverte nessun bisogno logistico (la linea attuale è utilizzata a meno del 40% del potenziale). Dalla crona locale è bene dare un’occhiata a…

 

 

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La relazione della Corte dei Conti sul progetto:

1) l’opera è caratterizzata da CARENZE metodologiche del PROCESSO DECISIONALE che hacondotto all’adozione della complessa operazione: NESSUNO studio di fattibilità attendibile aveva quantificato la VANTAGGIOSITA’ di tale operazione rispetto al sistema creditizio tradizionale per realizzare gli investimenti.

2) emergono elementi di forte rischio dai rapporti negoziali attivi e soprattutto passivi ereditati dallo Stato: complesse clausole finanziarie PENALIZZANO spesso la parte PUBBLICA
3) è IMPOSSIBILE acquisire, dagli atti a corredo del bilancio e dai provvedimenti di spesa ad essi sottesi, alcun riferimento utile a calcolare nel tempo la distribuzione dei costi e dei benefici tra le generazioni di utenti e contribuenti interessati
4) l’opera PREGIUDICA L’EQUITA’ INTERGENERAZIONALE, caricando in modo sproporzionato su generazioni future (si arriva in alcuni casi al 2060) ipotetici vantaggi goduti da quelle attuali. Vengono scaricate sulle generazioni future oneri relativi ad investimenti, la cui eventuale utilità è beneficiata soltanto da chi li pone in essere, accrescendo il debito pubblico, in contrasto con i canoni comunitari
5) i contratti attuativi si basavano su stime di flussi e di ritorni economici dell’opera non solo ALEATORI, ma anche IRREALISTICI e sostanzialmente INESISTENTI
6) MANCA un’azione costante di VERIFICA SULL’OPERATO DEI MANAGER PUBBLICI, dai quali si ereditano gli effetti delle decisioni, con il risultato che gravi errori da questi commessi non vengono valutati sotto il profilo di una ipotetica responsabilità sociale
7) è completamente INATTENDIBILE fin DALL’ORIGINE la quantificazione dei FLUSSI DI ENTRATA presi a riferimento dall’ipotesi di finanza di progetto, così come sono nettamente SOTTOSTIMATI I COSTI dell’opera
8) che sono assolutamente RILEVANTI gli ONERI caricati sullo STATO, la GRAVOSITA’ delle operazioni di PRESTITO e delle procedure ad esse collegate, la SCARSA TRASPARENZA amministrativa e contabile della gestione del debito
9) che l’unico progetto finanziario disponibile è quello iniziale: esso si basava su STIME MOLTO OTTIMISTICHE di FLUSSO PASSEGGERI e di UTILIZZAZIONE DELLA RETE, sia in termini di treni passeggeri che di treni merci. La scissione tra questa previsione, l’andamento dei lavori e le stime della utilizzazione della rete ferroviaria da parte dei soggetti interessati, nonché la stessa individuazione generica di questi ultimi senza riscontri di carattere programmatico e contrattuale, hanno reso l’ipotesi dell’AUTOFINANZIAMENTO meramente VIRTUALE, inducendo il graduale abbandono del progetto iniziale, con contestuale ACCOLLO DEL DEBITO correlato al patrimonio separato a carico dell’ERARIO
10) che è evidente la forzatura iniziale che, attraverso un progetto finanziario
troppo ottimistico, ipotizzava un autofinanziamento mediante project finance: in realtà si trattava ab origine di linee ferroviarie finanziate con DEBITO PUBBLICO FUTURO, neppure acquisito alle migliori condizioni di mercato
11) che un progetto delle dimensioni dell’Alta velocità non può ritenersi accettabile solo in relazione all’indubbia strategicità dei fini in esso contenuti, ma deve essere accompagnato da una REALISTICA analisi dinamica della copertura economica. Diversamente opinandosi, non poteva che verificarsi un INERE RILEVANTISSIMO per la FINANZA PUBBLICA, come avvenuto nel caso di specie.
Chiunque legga queste considerazioni ha la certezza di leggere i punti di un documento preparato da un gruppo No Tav.
Invece, incredibile ma vero, sono le considerazioni che emergono da una relazione presentata dalla Corte dei Conti con data 11 dicembre 2008 e intitolata “Risultanze del controllo sulla gestione dei debiti accollati al bilancio dello Stato contratti da FF.SS., RFI, TAV e ISPA per infrastrutture ferroviarie e per la realizzazione del sistema “Alta velocità”
Leggendo questa relazione è netta la sensazione che la Corte dei Conti non si capaciti di come un’opera del genere possa essere anche solo stata pensata e di come sia stata gestita.
Dopo questa lettura ci e vi chiediamo:
1) come si fa ancora ad avere dei dubbi sulla necessità di questa opera?
2) come fanno i politici di tutti i maggiori partiti a continuare a sostenerla e a dire che va assolutamente realizzata?
3) come si fa a non sostenere con forza le istanze del popolo della Val di Susa?
come si fa a continuare ad avere fiducia nei partiti?
4) come si fa a continuare a credere ad uno stato che se ne sbatte completamente delle considerazioni di un suo organo preposto al controllo delle entrate e delle spese pubbliche? come si fa a continuare ad avere fiducia nei mezzi informativi tradizionali che invece che portare alla luce queste informazioni si concentrano sulle presunte violenze di alcuni manifestanti nascondendo così le giuste motivazioni delle proteste degli abitanti della Val di Susa?
Il testo completo della delibera della Corte dei Conti
delibera_25_2008_g_relazione.pdf

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