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Profumo di stangata

Serve uno sforzo da 400 miliardi, una patrimoniale per abbattere il debito, ma un’operazione di questa portata la può fare solo un governo tecnico. E’ la convinzione di Alessandro Profumo, ex amministratore delegato della maggiore banca italiana – Unicredit – defenestrato alcuni mesi fa dai tedeschi, il quale in una intervista oggi sul Corriere della Sera conferma la propria disponibilità a un impegno politico: “La politica è gestione del bene comune e se ci fosse la richiesta di un impegno potrei solo dire che se posso essere utile sì, lo farei. Non sta a me giudicare se posso essere utile e in che momento o in che forma. Non è questione di ambizioni. Ma se posso servire in qualche modo, lo faccio volentieri. Il Paese è in una fase “estremamente difficile dal punto di vista finanziario ed economico. Quindi sono assolutamente necessari interventi”. Per l’ex numero uno di UniCredit “sarebbe fondamentale realizzare un’operazione fiscale per consentire un abbattimento del debito in un colpo solo e in modo significativo”. Una patrimoniale consistente, perchè “dobbiamo riportare il debito sotto il 100% del Pil”. Quindi, “tassare i ricchi sul loro patrimonio, non solo sul loro reddito”. Si tratta di “una manovra da 300 o 400 miliardi di euro. Con un intervento da 400 miliardi, il debito potrebbe calare dal 120% a circa il 90% del Pil. Un ricco sui generis dunque? Macchè. Allo stesso tempo – secondo Profumo – bisogna rivedere i meccanismi di spesa, altrimenti una patrimoniale rischia di essere solo una una tantum che non intacca gli squilibri. Ma i due aspetti non si escludono a vicenda, si devono combinare”. Profumo parla anche della necessità di intervenire a favore dell’occupazione, perchè c’è un livello di precariato “insostenibile”. Il che non indica certo una propensione verso la crescita di lavoro stabile e sicuro quanto sul risolvere le “disuguaglianze” rendendo le condizioni della precarietà erga homnes tra tutti i lavoratori.

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