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Scontri a Lampedusa, situazione oltre i limiti

È degenerata la protesta di alcune centinaia di tunisini che si stava svolgendo nei pressi del porto vecchio di Lampedusa, a due passi da una pompa di benzina. Secondo le prime frammentarie informazioni alcuni migranti si sono impossessati di tre bombole di gas all’interno del vicino ristorante «Delfino blu» minacciando di farle esplodere. A questo punto le forze dell’ordine, in assetto anti sommossa, hanno caricato i manifestanti. Gli scontri hanno coinvolto anche alcuni abitanti dell’isola, che hanno dato vita a una fitta sassaiola nei confronti degli immigrati, che hanno risposto lanciando a loro volta pietre e suppellettili.

A Lampedusa si registrano in questo momento disordini in diverse parti dell’isola, in un clima di «caccia all’uomo» che sta coinvolgendo anche gli abitanti. Altri scontri tra tunisini e forze dell’ordine sono avvenuti anche all’interno del Centro di prima accoglienza dove si trovano ancora un centinaio di immigrati. Gli extracomunitari avrebbero lanciato sassi e altro materiale contro gli agenti che presidiano la struttura. Nel poliambulatorio dell’isola stanno intanto affluendo i primi feriti, appartenenti alle forze dell’ordine. Il responsabile sanitario, Pietro Bartolo, ha chiesto l’invio di altre ambulanze dal centro di accoglienza.

Dopo la troupe di Sky Tg24, alcuni lampedusani hanno aggredito anche l’operatore della Rai Marco Sacchi, facendogli cadere per terra la telecamera. L’aggressione è avvenuta davanti il distributore di benzina dove la polizia, in assetto antisommossa, ha caricato un gruppo di tunisini che minacciava di fare esplodere acune bonmbole di gas.

È asserragliato nella sua stanza il sindaco di Lampedusa Dino De Rubeis che viene scortato da tre agenti di polizia, dopo che stamattina tre lampedusani hanno tentato di aggredirlo, contestandogli di avere tenuto una linea morbida sull’immigrazione. In un cassetto dell’ufficio, De Rubeis tiene una mazza da baseball. «Mi devo difendere, e sono pronto a usarla, scrivetelo pure», dice. «Siamo in presenza di uno scenario da guerra, – aggiunge – lo Stato mandi subito elicotteri, navi per trasferire i tunisini che vagano per l’isola dopo avere incendiato ieri il centro di accoglienza». Davanti al municipio ci sono decine di persone, alcune contestano il sindaco, altre urlano contro gli immigrati.

Sarebbero decine le persone rimaste ferite dopo gli scontri che a Lampedusa hanno coinvolto alcune centinaio di tunisini che stavano manifestando, le forze dell’ordine che li hanno caricati e un gruppo di abitanti di Lampedusa che protestano contro la presenza sull’isola dei migranti. Fino ad ora sono stati medicati nel Poliambulatorio dell’isola due agenti di polizia e un militare della Guardia di Finanza, oltre a una decina di migranti che presentano diverse escoriazioni e contusioni. Per uno di loro, in uno stato di semicoma, il responsabile sanitario, Pietro Bartolo, ha chiesto il trasferimento urgente a Palermo in eliambulanza.

Il dirigente della scuola di Lampedusa, dopo avere consultato il sindaco, ha chiuso il portone e chiesto agli insegnanti di vigilare sugli alunni e al personale di controllare gli accessi. La decisione è stata presa in seguito agli scontri tra tunisini, forze dell’ordine e lampedusani avvenuti stamani in paese. Tra le gente c’è paura e timore che i migranti che vagano per l’isola possano aggredire bambini e ragazzi.

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