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Una alternativa antimilitarista al 4 novembre

“Giornata delle Forze Armate e dell’Unità Nazionale”. Continua ad essere chiamato così il 4 novembre, cent’anni dopo la fine del primo terribile conflitto mondiale del novecento. Giornata celebrata dai cappellani militari nelle piazze di tutta Italia, caserme e unità navali aperte alla visita di civili, compreso lo spazio del Circo Massimo a Roma, completamente militarizzato per l’occasione. Eppure mai come quest’anno ci sarebbe bisogno di celebrare invece il disarmo e il bisogno di pace, dopo l’infame guerra neocoloniale in Libia, finita in una oscena macelleria, dopo dieci anni di guerra infinita in Afghanistan, dopo l’escalation delle spese militari     che hanno portato l’intero mondo a spendere 3 milioni di dollari al minuto in armi ed eserciti, nel pieno di una crisi globale che ha distrutto lo stato sociale.

Per protestare contro la guerra in Libia, contro la guerra in Afghanistan, contro le spese militari e le missioni militari, la rete NoWar di Roma organizza una mostra contro la guerra in ricordo delle sue vittime.

Per protestare contro il ruolo di guerra dell’Italia, anche perchè, secondo la Nato, l’80% delle missioni aeree della coalizione anti-Gheddafi sono state lanciate da basi italiane (Decimomannu, Trapani-Birgi, Sigonella, Gioia del Colle, Aviano, Amendola e Pantelleria, con l’apporto di altre infrastrutture Usa, Nato e italiane come Camp Darby, Pisa, Napoli-Capodichino, Poggio Renatico, Augusta, ecc.).
Il 4 novembre dovrebbero scendere di nuovo in piazza gli indignati che si oppongono al modello globale neoliberista e al conseguente smantellamento dello stato sociale. Infatti le guerre del complesso militare-industriale nazionale, stanno dilapidando enormi risorse finanziarie, dissanguando i bilanci dello Stato e annientando le politiche di redistribuzione sociale.
Senza contare la guerra a Gheddafi, le missioni militari all’estero costeranno a fine 2011 un miliardo e mezzo di euro. Un insostenibile spreco di denaro imposto dai fabbricanti d’armi del complesso Finmeccanica e dal colosso degli idrocarburi ENI, le due holding che con il loro potere finanziario condizionano pesantemente le scelte di politica industriale, estera e della difesa. Come insostenibile è il livello raggiunto dalle spese militari: sempre nel 2011, il solo bilancio del Ministero della difesa ammonta a 20.556.850.000 (venti miliardi e mezzo) di euro, 192 milioni in più del bilancio 2010. E questo mentre istruzione, università, sanità, ambiente, pensioni, assistenza sociale e occupazione giovanile vengono falciate senza pietà.

Noi non festeggeremo il 4 novembre. Lo vivremo come un giorno di dolore e di lutto. E mostreremo indignati tutta la nostra rabbia. La Rete No War di Roma invita tutti al Presidio e mostra contro la guerra a Largo Argentina dalle 16 alle 19.

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