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Napoli antifascista dice “No” a Casapound

Questi ultimi terranno un presidio in Piazza Carlo III, dove dovrebbero concentrarsi i picchiatori che arriveranno da tutta Italia. A Piazza Cavour, invece, i centri sociali partenopei e i collettivi studenteschi. Ieri, ha ordinato il questore, il presidio dei giovani di sinistra dovrà essere spostato a piazza del Gesù, a distanza di sicurezza da Piazza Carlo III.

L’ipotesi aggressioni fasciste è tutt’altro che remota. Solo tre giorni fa una studentessa è stata aggredita per aver provato a staccare i manifesti di Casapound affissi di fronte alla sua scuola. Il sindaco Luigi De Magistris ha manifestato fin da subito la sua netta opposizione all’iniziativa organizzata da Casapound. “Strade, vicoli, piazze di Napoli non possono essere attraversate da un corteo nazifascista”, ha detto agli studenti che gli chiedevano di vietare la manifestazione di sabato. “Napoli è antifascista, antirazzista, l’unica città d’Europa che si è liberata da sola dell’occupazione con le quattro giornate”.

La pagina Facebook di Casapound annuncia che “il 26 novembre la marcia non si fermerà”, preannunciando dunque provocazioni probabilmente a “macchia di leopardo”.
L’oggetto del contendere, al di là delle chiacchiere, è noto: occupare un immobile vuoto per farne la base operativa a Napoli.

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E’ sconcertante quanto ci è stato comunicato ieri dalla Questura di Napoli: la mobilitazione in piazza Cavour di chi sostiene i valori dell’antirazzismo, dell’antifascismo e dell’antisessismo è formalmente vietata, mentre comunque si autorizza l’adunata in piazza Carlo III (seppur in forma statica)  promossa da un associazione che si “autodefinisce” neofascista (“fascista del III millennio”) cosa che non sarebbe possibile in nessun altro paese vagamente democratico. Un’associazione, Casapound, che ha dato luogo in tutta italia a fenomeni di intolleranza xenofoba e una mobilitazione che per il 95% sarà composta da un accozzaglia di neonazisti e neofascisti che vengono da altre parti d’Italia. Perchè a Napoli faticherebbero a mettere in piazza cinquanta persone, visto il radicamento praticamente nullo che hanno in città. 

Ricordiamo che c’è stata una levata di scudi della sensibilità antifascista di questa città! La mobilitazione viene a valle di una lettera aperta e altri appelli lanciati dall’ANPI, dal mondo del lavoro, dagli intellettuali, dal cattolicesimo di base, dalle associazioni glbt, dalla comunità ebraica, dal forum antirazzista. Le scuole superiori hanno esposto striscioni contro i neofascisti. Alla manifestazione stessa hanno aderito studenti, gli operatori sociali, i precari della scuola, i sindacati di base, altre forze democratiche. Diffidiamo dal cercare di incastrare questa mobilitazione  dentro la narrazione criminalizzante degli “opposti estremismi”! 
Così come è un clamoroso ribaltamento dei fatti quello riportato da alcuni giornali sull’aggressione portata a ottobre da trenta neofascisti (con bandiere del partito nazista inglese degli anni 30…) fuori una facoltà universitaria che in quel momento era in occupazione e che stava preparando la manifestazione del 15 ottobre (per la quale da Napoli sono partiti 40 pullmans).
Ci sembra francamente che il divieto della Questura, che vuole costringere all’invisibilità la protesta della città antirazzista relegandola nel chiuso di piazza del Gesù, serva piuttosto ad alimentare la tensione e a cercare di scoraggiare la partecipazione (adducendo per altro anche incomprensibili motivi formali visto che piazza Cavour dista due kilometri da piazza Carlo III, poco  meno di piazza del Gesù).
O magari si assume la responsabilità di favorire il tentativo di re-insediamento dei neofascisti proprio nell’area di piazza Cavour, come pare evidente dalle loro intenzioni dopo la cacciata dal quartiere Materdei nel 2009 grazie alla mobilitazione di migliaia di giovani napoletani…

Noi non possiamo che disobbedire a questo divieto! Rivendichiamo che l’antiautoritarismo e l’antirazzismo sono valori fondativi di una convivenza egualitaria e non possono essere ridimensionati da un’astratta simmetria con chi li nega e si richiama a una tirannia che è costata tantissimo a questo paese! Sabato 26 novembre saremo in piazza Cavour e chiamiamo tutti e tutte  a partecipare e  a non farsi intimidire da divieti che violano nella sostanza il carattere antifascista della costituzione.

Rete napoletana contro il razzismo, il neofascismo e il sessismo

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Quei “bravi ragazzi” di Casa Pound… Jatevenne! Napoli ripudia il fascismo, il sessismo, il razzismo

Ecco qui, ci risiamo! Quest’autunno è approdato al governo tecnico di Monti che è espressione delle le politiche della BCE , che  con le sue imposizioni “lacrime e sangue”, dà il via a liberalizzazioni e privatizzazioni dei servizi pubblici, dall’istruzione  alla sanità, ai trasporti. Ovviamente in una situazione difficile come quella che stiamo vivendo si cerca di mettere al muro chiunque provi ad alzare la testa, ad esprimere il proprio dissenso e a non voler seguire il senso di “responsabilità nazionale”. Basti pensare al 17 Novembre, giornata internazionale dello studente, dove  a Torino e Palermo i cortei studenteschi sono stati caricati più volte dalla polizia. Ma spesso non si usa solo il manganello. Il 26 Novembre, infatti, Casa Pound, organizzazione neofascista, scende in piazza chiamando una manifestazione nazionale nella nostra città. 

Ma chi sono questi personaggi? Che ruolo svolgono in questo preciso momento storico? Prima di tutto è importante sapere che Casa Pound è un’associazione riconosciuta a livello nazionale e sostenuta da diversi personaggi politici, nonostante la sua piattaforma si rifaccia al fascismo del ventennio. Basti pensare che Alemanno (e non ci sorprendiamo), il sindaco di Roma, gli ha comprato, con soldi pubblici la sede, occupata nel 2003, al centro di Roma a due passi dalla stazione Termini il cui costo è stato di circa 12 milioni di euro. Ma perché un corteo nazionale proprio a Napoli? Spesso la nostra città è stata indicata dai servizi di sicurezza come la “ polveriera d’Italia”, una città dove le contraddizioni di questo sistema sono più evidenti ed è qui che i “fascisti del terzo millennio” (come preferiscono essere chiamati) cercano di inserirsi, approfittando delle difficoltà che in attanagliano Napoli.

E’ chiaro dunque che organizzazioni neofasciste come Casa Pound  esistono per un motivo ben preciso: quello di arrestare le lotte, di preparare agguati, aggressioni a chi si oppone a questo sistema e ne propone uno radicalmente diverso.  e  di rendere “ invisibile” quel fascismo, meno identitario ma più efficace, che ogni giorno passa sotto silenzio negli innumerevoli decreti, leggi ed emendamenti che pesano sulla vita di ognuno di noi. Dobbiamo quindi reagire da subito, proprio come fu nel 2009. Anche allora Casa Pound provò a ritagliarsi agibilità nella nostra città, in particolare a Materdei, dove occupò un ex monastero, ma la mobilitazione larga e partecipata ha fatto sì che non riuscissero a portare a termine i loro piani. 

Bisogna togliere ogni tipo di spazio e agibilità a questi provocatori e ai loro protettori e padrini politici in doppio petto, proseguendo con determinazione le nostre lotte, nelle università, nelle scuole, nei posti di lavoro, nelle strade, nelle città, continuando a combattere questo sistema di oppressione e sfruttamento con tutti i mezzi e le forze che abbiamo a nostra disposizione.

Per questo motivo il 26 novembre saremo in piazza ancora una volta e nessuno questa volta può mancare!

ANTIFASCISTI SEMPRE!

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qui a seguito un comunicato della Rete antifascista napoletana

 

E’ sconcertante quanto ci è stato comunicato ieri dalla Questura di Napoli: la mobilitazione in piazza Cavour di chi sostiene i valori dell’antirazzismo, dell’antifascismo e dell’antisessismo è formalmente vietata, mentre comunque si autorizza l’adunata in piazza Carlo III (seppur in forma statica)  promossa da un associazione che si “autodefinisce” neofascista (“fascista del III millennio”) cosa che non sarebbe possibile in nessun altro paese vagamente democratico. Un’associazione, Casapound, che ha dato luogo in tutta italia a fenomeni di intolleranza xenofoba e una mobilitazione che per il 95% sarà composta da un accozzaglia di neonazisti e neofascisti che vengono da altre parti d’Italia. Perchè a Napoli faticherebbero a mettere in piazza cinquanta persone, visto il radicamento praticamente nullo che hanno in città. 

Ricordiamo che c’è stata una levata di scudi della sensibilità antifascista di questa città! La mobilitazione viene a valle di una lettera aperta e altri appelli lanciati dall’ANPI, dal mondo del lavoro, dagli intellettuali, dal cattolicesimo di base, dalle associazioni glbt, dalla comunità ebraica, dal forum antirazzista. Le scuole superiori hanno esposto striscioni contro i neofascisti. Alla manifestazione stessa hanno aderito studenti, gli operatori sociali, i precari della scuola, i sindacati di base, altre forze democratiche. Diffidiamo dal cercare di incastrare questa mobilitazione  dentro la narrazione criminalizzante degli “opposti estremismi”! 
Così come è un clamoroso ribaltamento dei fatti quello riportato da alcuni giornali sull’aggressione portata a ottobre da trenta neofascisti (con bandiere del partito nazista inglese degli anni 30…) fuori una facoltà universitaria che in quel momento era in occupazione e che stava preparando la manifestazione del 15 ottobre (per la quale da Napoli sono partiti 40 pullmans).
Ci sembra francamente che il divieto della Questura, che vuole costringere all’invisibilità la protesta della città antirazzista relegandola nel chiuso di piazza del Gesù, serva piuttosto ad alimentare la tensione e a cercare di scoraggiare la partecipazione (adducendo per altro anche incomprensibili motivi formali visto che piazza Cavour dista due kilometri da piazza Carlo III, poco  meno di piazza del Gesù).
O magari si assume la responsabilità di favorire il tentativo di re-insediamento dei neofascisti proprio nell’area di piazza Cavour, come pare evidente dalle loro intenzioni dopo la cacciata dal quartiere Materdei nel 2009 grazie alla mobilitazione di migliaia di giovani napoletani…

Noi non possiamo che disobbedire a questo divieto! Rivendichiamo che l’antiautoritarismo e l’antirazzismo sono valori fondativi di una convivenza egualitaria e non possono essere ridimensionati da un’astratta simmetria con chi li nega e si richiama a una tirannia che è costata tantissimo a questo paese! Sabato 26 novembre saremo in piazza Cavour e chiamiamo tutti e tutte  a partecipare e  a non farsi intimidire da divieti che violano nella sostanza il carattere antifascista della costituzione.

Rete napoletana contro il razzismo, il neofascismo e il sessismo

 

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