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Provocazioni/3. Proiettili per Alemanno e il ministro Severino

Una busta contenente due proiettili calibro 40 intercettata dalla polizia era indirizzata alla segreteria del Sindaco Gianni Alemanno in Campidoglio. All’interno un messaggio che porta la firma “Nucleo Mario Galesi”, prendendo il nome dal giovane che si trovava su un treno insieme a Nadia Lioce e che rimase ucciso nella sparatoria con la polizia durante un controllo.

Una busta con proiettili è stata indirizzata anche al ministro della Giustizia Paola Severino. Questa sembra sia del tutto simile a qualla inviata ad Alemanno, ma è stata intercettata presso il centro di smistamento delle poste di piazza San Silvestro, a Roma; mentre l’altra nell’ufficio posta di via Marmorata.

Nel messaggio contro il sindaco Alemanno – riferiscono le agenzie – si fa riferimento alla gambizzazione di Andrea Antonini, un esponente di Casapound, centro sociale di destra. «Due gli Antonini da poter gambizzare purtroppo Vittorio aveva altro da fare. Con te useremo questi per equità»: questo il testo del messaggio ora al vaglio degli uomini della Digos.

«La rivendicazione porta la firma del Nucleo Galesi per i Pac (Proletari Armati per il Comunismo)», riferisce la polizia. E in effetti tutto ci sembra un bel “pacco”, detto alla napoletana.

Fin qui la notizia. Non sapendo molto altro ci limitiamo a fare brevi osservazioni che chiunque, come noi, potrebbe avanzare. Ma che la stampa mainstream si guarda bene dall’azzardare.

L’Antonini di Casa Pound era stato ferito a colpi di pistola a una gamba mentre era in strada, in via Flaminia, a bordo di uno scooter, il 14 aprile di quest’anno. Così descritto da TgSky24, per esempio: “Secondo quanto si è appreso due persone, anche loro a bordo di uno scooter e con il volto travisato dal casco, si sono avvicinate ad Antonini all’altezza del civico 872 di via Flaminia, esplodendo un colpo di pistola di piccolo calibro. Il consigliere Antonini, 39 anni, riveste in ambito municipale la delega allo Sport. E’ il responsabile regionale di Casapound e vicepresidente di Casapound Italia, il movimento di destra. Consigliere del XX Municipio nel Gruppo misto, è stato eletto ne La Destra.

Andrea Antonini è tra i 12 indagati che la notte del 4 novembre del 2008 fecero irruzione negli studi Rai di via Teulada e tentarono un blitz negli studi del programma “Chi l’ha visto?”, “colpevole” di avere mandato in onda immagini inedite degli scontri avvenuti a piazza Navona pochi giorni prima tra studenti di destra e di sinistra. Oltre a lui, è indagato anche il presidente del centro sociale di destra Casapound Italia, Gianluca Iannone. Ai dodici, che furono identificati dagli uomini della Digos, i magistrati della Procura di Roma contestano il concorso in violenza e minaccia aggravate a incaricati di pubblico servizio, ovvero ai registi e redattori della trasmissione di Rai Tre.”.

Nei giorni successivi le indagini si appuntarono su due piste: il “regolamento dei conti interno” all’area di destra oppure, senza discostarsene troppo, un episodio della “guerra di mala” che si è rimessa in moto a Roma negli ultimi tempi.

Abbiamo sempre detto che non ci vuole nulla a scrivere un nome su un foglio. E naturalmente che un certo nome non “certifica” affatto la vera identità degli autori.

Abbiamo sempre detto e riscontrato empiricamente che a destra c’è sempre stato chi ha provato a confondere le acque, attribuendo con telefonate o volantini le proprie azioni a qualcun altro. Un paio di episodi, giusto per non dimenticare: l’omicidio del giovane comunista Valerio Verbano, che una telefonata aveva falsamente attribuito a ”gruppi di sinistra”; oppure l’omicidio di due agenti di polizia, uccisi dal fascista dei Nar Roberto Nistri e anche questi attribuiti con una telefonata alle Brigate Rosse. Il telefono allora era un mezzo che garantiva l’anonimato, dalle cabine pubbliche; e il gettone costava poco, si diceva. Oggi i provocatori di professione, per non lasciar tracce, devono ricorrere alle Poste. Ma “la matrice”, secondo noi, non cambia.

Altre annotazioni? Il calibro dei proiettili, per esempio. Il “40” non l’avevamo mai neppure sentito nominare, solo cercando su Internet abbiamo saputo che esiste davvero. Non deve essere molto comune, dunque. Dovrebbe pur significare qualcosa, ci sembra.

Il nostro giudizio politico lo abbiamo espresso nell’editoriale “Aria di provocazione” e nell’articolo che dava notizia dei “pacchi bomba” a Detsche Bamk ed Equitalia.

Lo ripetiamo chiaramente: tutti questi episodi sono una manifestazione della più tradizionale “strategia della tensione” messa in atto dallo Stato italiano contro i movimenti. Non ci sembra nemmeno casuale che oggi sia il 12 dicembre. Siamo davanti al “modello Piazza Fontana”, fortunatamente in modalità meno sanguinosa.

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