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Cosentino e i referendum. La Casta non dorme mai, il Fatto Quotidiano sì

Da un lato quella dei brutti e cattivi, sfacciati e arroganti, che pensa solo a se stessa e che non prova la pur minima vergogna nel manifestarlo apertamente.
Poi c’è l’altra, quella dal volto gentile o familiarmente burbero, quella che va tra la gente a raccogliere oltre un milione di firme per due quesiti che per gli elettori non avrebbero in ogni caso cambiato nulla e che, proprio per questo, da considerare non meno insidiosa, visto il modo attraverso il quale è riuscita a dare il proprio contributo per mantenere il sistema bloccato.
Non è infatti stata la sentenza della Consulta a ferire la democrazia.
Alla Corte Costituzionale è solo toccato l’ingrato compito di doversi sobbarcare le colpe degli altri.
Per giorni, i giudici costituzionali sono stati sottoposti ad un fuoco incrociato come mai è avvenuto in passato, con la politica e un gran fiorire di costituzionalisti che neanche sapevamo di avere in così grande numero, nonché una buona regia mediatica, con tutti a manifestare la preoccupazione per la possibile bocciatura di quesiti che non potevano e non dovevano essere dichiarati inammissibili.
Ma non poteva andare diversamente, vista la consolidata giurisprudenza in materia di ammissibilità dei referendum elettorali, da poco ribadita e puntualizzata nelle sentenze di ammissione dei referendum elettorali tenuti nel 2009.
L’inevitabilità della bocciatura ha solo messo in luce il peccato originale di un’iniziativa referendaria che non aveva l’obiettivo di abbattere il Porcellum, ma quello di salvaguardarlo.
Ad inizio estate dello scorso anno – ma chi lo ricorda più? – era iniziata una raccolta di firme per tre diversi quesiti: per abrogare il premio di maggioranza, lasciando uno sbarramento al 4%; e per abrogare le liste bloccate.
Una concreta possibilità di modificare il Porcellum che si era fatta strada all’interno della Società civile e che avrebbe facilmente superato, per almeno due dei tre quesiti, l’esame della Corte Costituzionale.
Un tentativo di superamento della legge elettorale contro il quale, però, è immediatamente partita la fatwa del fondamentalismo maggioritario, sostenuta da una potente macchina da guerra che, in poco più di un mese, è riuscita a raccogliere oltre un milione di firme.
Due quesiti bugiardi, con un contenuto ben diverso dagli slogan invece utilizzati per convincere le persone a firmare, e con il solo scopo d’impedire il proseguimento dell’iniziativa portata avanti dal Comitato Passigli.
Una bomba ad orologeria che ieri è per l’appunto esplosa nel palazzo della Consulta.
Una vicenda che ci deve far riflettere e che ci deve tenere in allarme, perché la Casta … non dorme mai.

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