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I No Tav: oggi fiaccolata a Bussoleno, sabato corteo a Torino

Non si lascia intimidire il movimento contro l’alta velocità, e alla operazione repressiva in grande stile che questa notte e questa mattina ha portato in carcere decine di suoi attivisti e portavoce i no Tav rispondono con presidi e mobilitazioni. Intanto questa sera una fiaccolata a Bussoleno per esprimere solidarietà a tutti gli arrestati e chiederne l’immediata scarcerazione. E poi la conferma della manifestazione a Torino già prevista per sabato prossimo. Una manifestazione «confermata, anzi confermatissima» ha detto Francesco Richetto, uno dei leader del movimento. Il corteo in programma nel capoluogo torinese alle 14,30 di sabato, “assumerà ora tutta un’altra valenza” gli ha fatto eco Alberto Perino.

«Questa mattina all’alba è scattata un’operazione di polizia di alta intensità al termine della quale sono stati arrestati in Val di Susa, a Torino e in altre parti d’Italia decine di attivisti No Tav. Gli arresti sono stati eseguiti in relazione a fatti avvenuti dal 2010 nei terreni circostanti La Maddalena di Chiomonte. Si ricorda che le forze dell’ordine hanno impiegato in questi ultimi 8 mesi una sproporzionata quantità di violenza contro i cittadini e i Governi italiani Berlusconi e Monti hanno deciso di militarizzare l’intera zona». Questo il giudizio espresso dai no Tav a metà mattinata tramite un comunicato in attesa della conferenza stampa che si terrà alle 14,30 presso il presidio permanente di Vaie (Torino).

Intanto continuano ad arrivare notizie sugli arresti e le perquisizioni. C’è anche uno studente universitario della Sapienza, 23enne, tra gli arrestati di questa notte. Lo riferiscono i suoi compagni dell’ateneo romano che alle 13 hanno convocato una conferenza stampa nella facoltà di Scienze Politiche. Anche un attivista del centro sociale «Pedro» di Padova è tra i destinatari di un provvedimento di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del tribunale di Torino. Gli uomini della Digos della Questura di Padova hanno notificato l’arresto a Zeno Rocca, 20 anni, studente iscritto alla facoltà di Giurisprudenza, già indagato – ci tiene a precisare la Questura – per gli scontri con la polizia a Venezia durante la manifestazione alla vigilia del tradizionale raduno della Lega Nord a Riva degli Schiavoni. Lo studente è stato rinchiuso nel carcere circondariale di via Due Palazzi.
Momenti di tensione si sono invece verificati questa mattina a Collegno (in provincia di Torino) durante la perquisizione del centro sociale Mescal. Alcuni attivisti, in segno di protesta contro la retata, si sono arrampicati sul tetto dell’edificio. Tra le persone indagate per i fatti dell’estate in val di Susa ci sono anche quattro redattori di Radio Black Out, l’emittente punto di riferimento degli ambienti antagonisti torinesi. 
E dopo la perquisizione del suo domicilio è stato arrestato Guido Fissore, il 67enne consigliere comunale di Villar Focchiardo (Torino), uno dei militanti no Tav più conosciuti e influenti della Val di Susa. Lo scorso agosto sostenne uno sciopero della fame contro l’allargamento del cantiere Tav in Valle Clarea mentre con altri militanti presidiava un gazebo che fu sgomberato violentemente dalle forze dell’ordine. In quell’occasione si incatenò a un cancello e gli agenti, dopo aver reciso la catena, lo sollevarono di peso e lo portarono via. 

Che la retata di questa notte miri anche – o soprattutto – a dividere i “buoni” dai “cattivi” all’interno del movimento no Tav emerge da una dichiarazione del procuratore capo Giancarlo Caselli: «È una operazione che riguarda 41 persone, per 25 di queste il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere, e solo tre sono della Valsusa. Sbaglia chi pensa che questa operazione è contro la Valsusa, contro il movimento No Tav e contro le manifestazioni di dissenso mantenute nella legittimità della legge. È un’operazione che riguarda esclusivamente fatti di reato e singoli soggetti individuati sulla base di personali responsabilità». Ha avuto poi il buongusto di aggiungere Caselli: «Non faccio nomi ma dalle prime notizie uscite su organi di stampa ho letto che si fa riferimento a ex brigatisti coinvolti. Il terrorismo non ha assolutamente nulla a che vedere con i fatti pur gravi di cui stiamo parlando e ci stiamo occupando». 

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