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Una lettera dalla Grecia

Atene, 11 febbraio 2012

Cari amici,
mi sono informata ieri della vostra manifestazione all’Ambasciata Greca a Roma e il sentimento della commozione che ho provato dentro non ve lo potrei  esprimere con frasi comuni. Sono una ragazza greca, vivo ad Atene, e ho  trascorso tutta la mia gioventù studiando… Non si trattava di una scelta di indolenza, caratteristica che gli altri attribuiscono ai greci e prima di tutto il portavoce del Governo che da due anni accusa lo stesso popolo in cui pure esso appartiene con caratterizzazioni osceni, tipo “pigri, ladri, comunisti,
fascisti – fino – stronzi”. La mia scelta era un bisogno personale, intimo, forse un timore impercettibile molti anni fa che gli studi sarebbero diventati un rifugio, non tanto per intrappolarmi nel mio ego, ma per poter comprendere i guai che avremmo affrontato un giorno.
Non vorrei rubare il vostro tempo, gli importanti sono gli eventi degli ultimi 2 anni e forse degli ultimi giorni… Il nostro governo consiste di 3 partiti e di un Primo Ministro che non abbiamo scelto come popolo… dopo le decisioni del 26 ottobre 2011 (le decisioni – proposte che domani vengono votate) e dopo una ribellione popolare senza precedente il 28 ottobre 2011, durante le parate per la celebrazione nazionale della resistenza contro i fascisti del 1940, il governo del PASOK allora, spaventato, e accorgendosi il furore popolare, per poter imporre le misure e i nuovi patti ha convocato il sostegno delle altre 2 forze politiche della Destra (liberalisti e destroidi) a partecipare a un governo di collaborazione, stabilendo un Primo Ministro straordinario, non politico, ex Presidente della Banca della Grecia e impiegato odierno di banche straniere per votare misure, e patti… Pensate al più importante: questo signore non è eletto dalla base della società ma addirittura dai capi dei tre partiti politici che non godono della preferenza popolare secondo le statistiche.

Un altro dettaglio… La minaccia presunta con il referendum che aveva proposto l’ex Primo Ministro Papandreou non era un’azione schietta: il popolo certo che desiderava il referendum, ma in realtà tutti erano in preda al terrore di un eventuale NO del popolo greco e si sono affrettati a impostare un governo nuovo…
Non sono informata di che cosa si dice della Grecia all’estero… Come i vostri media hanno presentato il fatto del nostro governo odierno… Dovremmo comprendere che non si tratti di un governo legittimamente eletto. Si tratta di decisioni prese derogando la costituzione e la dominanza nazionale.
Ho letto il vostro invito alla manifestazione in cui scrivete che “gli stipendi vengono ridotti, il popolo perde il proprio lavoro, genitori danno i bambini a famiglie affidatarie…” è vero! Si prelude la riduzione per il 2012
del costo per l’istruzione e il settore sanitario… Le scuole non dispongono più di petrolio per il riscaldamento e gli ospedali da un anno subiscono carenze tragiche, di derrate e medicinali. La recessione economica ci porta come popolo negli anni sessanta.

Vi rapporto alcuni dati statistici che ha riferito Eurostat nel 2010 per la Grecia: il 14% dei lavoratori in Grecia vive sotto i limiti della miseria. L’80% dei dipendenti nel settore pubblico o privato, viene pagato con uno stipendio inferiore a 1500 euro mentre una quota del 61% con uno stipendio inferiore a 1000 (pensate adesso, con l’imposta della riduzione 20-25%…) le pensioni si trovano al 55% della media europea Il 6 su 10 pensionati ha pensione circa 600 al mese, mentre 3 su 10 circa 450 al mese (pensate adesso, con le nuove misure!!!!)

Un altro dato: Degli 839.000 disoccupati iscritti ufficialmente alle matricole dei disoccupati (Febbraio 2011) solo il 30% cioè 280.000 disoccupati vantano il diritto di prendere il sussidio (465 euro che con le nuove misure diverrà 365 euro). I disoccupati magari sono responsabili del debito? Le spese sociali? Le spese per la salute? E perché allora esiste il fenomeno delle spese dirette (60%) dalla tasca del popolo per la copertura del bisogno per la salute? Se l’Istruzione gratuita e pubblica è responsabile per il “rigonfiamento” del debito perché i greci detengono il primo posto in Europa per spese private per l’istruzione dei propri figli? Il debito e i disavanzi nel nostro paese non potrebbero essere creati dai dipendenti e i pensionati di cui secondo i dati
dell’Agenzia delle tasse il reddito medio dichiarato ufficialmente nel 2008 è stato circa 23% maggiore dalla media simile che hanno dichiarato ufficialmente fabbricanti e imprenditori…
I dati che si possono ricercare sono tantissimi… Purtroppo i nostri “parlamentari ufficiali” si presentano “sordi”… Forse non tutti possono avere una via d’accesso a dati utili, che presentano un’altra realtà… tutti però, e faccio riferimento al popolo greco, subiscono una riduzione violenta e oscena non solo di redditi e di diritti nel lavoro ma la riduzione della propria dignità, della possibilità di guardare all’avvenire con ottimismo. Amici, pensate anche voi al vostro futuro, ai vostri figli… Noi abbiamo distrutto prima di tutto la democrazia che ha partorito questo Paese… Almeno voi, cercate di prendere il Paese nelle vostre mani… I parlamentari non sono principi…sono soltanto i servitori dei popoli…
Cordiali Saluti,

ΓΙΩΤΑ ΖΑΜΠΡΑ (Giota Zampra)

(lettera inviata al Comitato No Debito che ha promosso il Sit in all’ambasciata greca)

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