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Perchè non aderiamo alla manifestazione del 19 febbraio sulla Siria

Con questa lettera aperta intendiamo dissociarci nettamente dalla manifestazione indetta dal Consiglio Nazionale Siriano a Roma per il 19 febbraio e non possiamo condividere le ragioni di quanti aderiscono a quella piattaforma.
Ciò perchè non vogliamo assolutamente un’altra guerra “umanitaria” che, come è avvenuto in Libia, sotto la pretesa di proteggere i civili ha scatenato invece la ferocia dei bombardamenti e dell’intervento NATO ed ha aggiunto alla guerra civile in corso sul terreno un altro bagno di sangue molto molto più grande. Crediamo perciò che grazie al veto di Russia e Cina la minaccia di un “intervento umanitario” solo per il momento sia stata scongiurata.
Pensiamo però che sia necessaria una piattaforma di pace alternativa che a partire dalla cessazione delle violenze di ambo le parti (governo e bande armate della cosiddetta opposizione) rivendichi un vero negoziato di pace. Ciò perchè il massacro dei civili in corso sul terreno in Siria è frutto di una guerra civile tra due entità armate come ha dimostrato il rapporto degli osservatori della Lega Araba-censurato dal Qatar- e come dimostrano numerose violenze sui civili, gli attentati terroristici, il cecchinaggio e numerose efferatezze compiute proprio dall’Esercito Siriano di Liberazione di cui è alleato il CNS.
Questo ultimo attribuisce le violenze solo all’esercito governativo e invoca nel volantino del 19 febbraio (e nella piattaforma su cui chiede le adesioni ) “le dimissioni di Assad e del suo staff” e inoltre “la difesa internazionale dei civili secondo lo Statuto dell’ONU”, il che equivale a chiedere nei fatti il cambio di regime a mano armata e nuovamente quell’intervento militare internazionale che è stato momentaneamente fermato dal veto in Consiglio di sicurezza dell’ONU. Questa strada porta direttamente alla guerra”umanitaria” della NATO contro la Siria ed a legittimare l’intervento militare già in atto in Siria con truppe della Turchia, del Qatar, della Libia, dell’Arabia Saudita e di tutte le petrolmonarchie del Golfo che stanno da tempo fomentando la guerra appoggiando con mezzi militari e mediatici l’opposizione armata in Siria.
L’esperienza delle cosiddette guerre umanitarie dell’ultimo quindicennio ci ha insegnato che nessuna retorica dei diritti umani o di “contingenti necessità” può mascherare la realtà della guerra con i suoi lutti e le sue devastazioni senza fine. L’unica strada per fermare il massacro di civili è quella di fermare le violenze, non di amplificarle invocando l’intervento occidentale.
Invitiamo pertanto tutte le associazioni che ripudiano la guerra a dissociarsi apertamente dal CNS e dalla sua piattaforma.

Alleghiamo alla presente lettera:
a) una scheda informativa sul CNS redatta dalla giornalista Marinella Correggia con l’indicazione delle fonti;
b)un estratto in italiano del rapporto degli osservatori della Lega Araba;
c)la piattaforma di pace da noi proposta con Peacelink e Il Dialogo

FIRME: Rete No War, Un Ponte per, Wilpff, U.S. Citizens for Peace and Justice, Disarmiamoli, Contropiano, Assemblea Permanente contro gli F 35 (Novara), Associazione Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese, Rete romana Palestina, Associazione Nazionale di amicizia Italia-Cuba

PIATTAFORMA DI PACE

1. Cessate il fuoco e fine di ogni violenza da entrambe le parti in conflitto.

2. Rinnovo della missione degli osservatori internazionali che comprenda mediatori neutrali di alto profilo etico nonché attivisti per la pace e i diritti umani, con compiti di verifica delle informazioni sulle violenze, di individuazione dei responsabili delle violenze e di risoluzione nonviolenta dei conflitti

3. Avvio di indagini per l’accertamento delle responsabilità delle violenze – da qualunque parte siano provenute – che dovranno essere seguite da processi equi e imparziali, con l’applicazione delle norme delle Convenzioni internazionali a tutela dei diritti umani

4. Applicazione del principio di autodeterminazione dei popoli e creazione di una roadmap per avviare libere elezioni, vigilate da osservatori internazionali, che consentano al popolo siriano di scegliere i propri rappresentanti e la propria forma di governo

5. Condanna di ogni ingerenza militare esterna o minaccia dell’uso della forza e rispetto della sovranità nazionale della Siria nelle forme garantite dalla Carta dell’Onu

6. Scelta di terziarietà delle associazioni pacifiste e della società civile che appoggino il popolo siriano senza però aderire alla piattaforma di organizzazioni – come il CNS – che in questo momento approvano l’insurrezione armata in Siria

Per tale ragione manifestiamo solidarietà con il popolo siriano e inviamo  questo appello a tutti gli organi di stampa unitamente al nostro pieno appoggio alle rivendicazioni nonviolente a favore della tutela dei diritti umani in Siria.

Non possiamo però aderire alla manifestazione del 19 febbraio convocata dal Consiglio Nazionale Siriano che ha siglato un accordo politico con l’Esercito Siriano di Liberazione, responsabile dell’uccisione del giornalista francese Jacquier e di altri civili, di attacchi armati deliberati e indiscriminati (è documentato l’uso di mortai, mitragliatrici e lanciarazzi) nonché di sabotaggi controproducenti per il processo di pace e di transizione democratica che auspichiamo.

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1 Commento


  • Anna

    Condivido le conclusioni della lettera CGIL anche se non è semplice adottare una decisione.

    NB : ho notato oggi , al passaggio del corteo, la non attuale bandiera siriana con le tre stelle rosse e non verdi!

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