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Genova. Caricati i No Tav che contestano Caselli

Ieri il procuratore capo di Torino è stato duramente contestato nel capoluogo ligure da circa duecento attivisti del movimento no Tav. Frequentatori del centro sociale Aut Aut e studenti. «Se uno si limita a protestare, fa quello che la democrazia gli consente, ma dare del boia a un magistrato o a un poliziotto non è simpatico e non mi pare un granché democratico» ha commentato il magistrato, preso di mira per aver ordinato la maxiretata del 26 gennaio che ha portato all’arresto di decine di attivisti No Tav. 

Dopo aver rinunciato nei giorni scorsi a presentare il suo libro a Milano e Torino per paura di essere contestato dai compagni degli attivisti che ha mandato in galera, il magistrato ha forse pensato che Genova fosse una piazza più tranquilla. Ma quando ieri pomeriggio è arrivato nel capoluogo ligure, ospite della sindaca Marta Vincenzi, ad aspettarlo ha trovato i manifestanti già in strada. La zona attorno a Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova, era completamente blindata ed è stata teatro delle cariche degli agenti in tenuta antisommossa contro i contestatori. «La vostra presenza mi è particolarmente gradita – ha esordito Caselli rivolgendosi al pubblico presente nel Salone di Rappresentanza – perché immagino abbiate dovuto superare alcune difficoltà ambientali». Mentre il procuratore capo di Torino elogiava il governo Monti, auspicando che il nuovo clima politico che si respira nel paese «si consolidi e faciliti il rovesciamento degli equilibri del passato», fuori i manifestanti riempivano i muri dei vicoli di Genova e la facciata della prefettura con slogan contro la repressione e contro l’alta velocità. Dal sempreverde ‘Caselli boia’ ai più articolati «via le truppe dalla Val di Susa», oltre a «No Tav liberi». Per tentare di superare i blocchi realizzati dai celerini in diverse vie del centro i manifestanti hanno realizzato un breve corteo, facendo uso di petardi e fumogeni per attirare l’attenzione degli abitanti della zona. Una parte degli attivisti è riuscita a superare gli sbarramenti e ad arrivare davanti a Palazzo Spinola, sede della Prefettura, e contro la facciata è volata qualche bottiglia. E’ qui che la Polizia è intervenuta manganellando chi gli capitava a tiro. Poi il corteo si è sciolto. «Gli arresti? Il pm è il primo anello di una sequenza che poi prevede il gip e ora ci sono tre ordinanze del tribunale della Libertà. In uno stato di diritto si tenga conto anche di questo», si è limitato a dire il magistrato, che ieri aveva definito i No Tav come i camorristi che circondano le forze dell’ordine per impedire gli arresti. «Mi spiace non gli sia piaciuto il paragone – ha concluso Caselli – quando ci sarà la possibilità di un confronto sereno parleremo anche di questo». Peccato che i rappresentanti del movimento No Tav non siano invitati ad intervenire alle presentazioni del libro edito dalla Melampo.

In carcere c’è anche un attivista genovese del quale amici e familiari, nei giorni scorsi, hanno più volte chiesto la scarcerazione.

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