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Dalla sezione “Isolamento” di Saluzzo

C’è da superare un certo modo di essere auto-castrante che si racchiude in alcuni modi di dire: “saper fare la galera”, che può anche essere salutare se si riferisce alla capacità fisica e mentale per affrontarla, ma diventa estremamente negativa se è intesa nel “fatti la galera” come accettazione e passività figlia di una disaffezione ai comportamenti collettivi e alla possibilità di conquistarsi le proprie istanze e bisogni. Perfino il semplice gesto di apporre una piccola firma ad un appello non era cosa scontata, perché qui tutto ruota intorno alla individualizzazione della pena e ad un misto di benefici, punizione e burocrazia. A questo si aggiunge la difficoltà di rapporto fra etnie diverse.
Le visite dei consiglieri regionali (Eleonora Artesio e Fabrizio Biole che ringrazio) sono servite per far capire che ci può essere attenzione fuori. Servono soprattutto per portare alla luce le contraddizioni esistenti.
Ultima nota: due perquisizioni in una settimana. La prima martedì 28 febbraio ore 07.30 viene perquisita la mia cella. Venerdì 2 marzo ore 7.30 perquisita la sezione, 30 guardie, 5 per cella, metaldetector. 15 minuti. Io vengo chiuso nella doccia (la prossimo volta porto accappatoio e sapone), tutti gli altri nel corridoio che porta all’aria.

Forza Luca, spero in una rapida guarigione.
Un abbraccio, Giorgio

 

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Alla gentile attenzione degli Organi di Informazione

Siamo i detenuti della sezione “isolamento” del carcere di Saluzzo e vorremmo portarvi a conoscenza della situazione in cui siamo costretti a vivere.

Siamo tutti imputati in attesa di giudizio (quindi solamente indagati) e nonostante questo siamo rinchiusi in una sezione di isolamento.

La direzione del carcere sostiene che noi (siamo 12 detenuti) non siamo in regime di isolamento dal momento che in cella siamo in due (alcune volte anche tre). La stessa direzione si dimentica tuttavia di dire che questa situazione è dovuta solo al sovraffollamento.

Ogni cella dispone di un proprio cortile per la permanenza all’aria. Un cortile grande 6 metri x 2 metri e 80 centimetri, con un muro di 5/6 metri di altezza, che in autunno, inverno e in buona parte della primavera, non vede nemmeno il passaggio di un raggio di sole.

Ci sono 6 celle per 6 cortili. Chi scende all’aria viene segnato sul registro (ora di uscita/ora di rientro) e può solo andare all’aria che corrisponde alla sua cella. Strano paradosso: facciamo socialità dalle ore 17 alle ore 19 stando insieme in un piccolo corridoio, ma all’aria no. In cortile dobbiamo stare divisi ognuno nella sua gabbia. Le gabbie degli animali hanno almeno le reti e le sbarre, mentre qui c’è solo un alto muro di cemento. Se in uno spazio simile ci fosse in animale con un peso superiore ai 15 kg, si arrabbierebbe persino la Protezione Animale.

Uno di noi ha visto decine di arie in giro per l’Italia, ma mai nessuna così. Questi “cortili” sono solitamente usati per i detenuti soggetti al 41bis. In una sezione vicina alla nostra, ci sono 6 detenuti in regime di isolamento speciale che hanno gli stessi spazi e cortili.

La Direzione si giustifica dicendo che questa è una casa di reclusione (penale) e non una casa circondariale. Per salire nelle 6 sezioni del carcere bisogna essere “definitivi”. Lì ci sono laboratori, le attività in comune, la palestra, l’area per giocare a pallone.

Per noi no. Eppure alcuni di noi indagati stanno qui anche un anno in carcerazione preventiva in attesa del processo. L’unica concessione che ci viene fatta è di andare a messa con una sezione di alta sorveglianza.

Nessuno di noi è qui per aver subito una sanzione disciplinare, eppure siamo esclusi da tutte le attività ricreative e sportive che l’ordinamento penitenziario prevede.

Non ci lamentiamo per le nostre questioni personali ma riteniamo che si stiano violando i diritti e la dignità di noi detenuti.

Ci chiediamo chi sia e cosa faccia il garante dei detenuti.

Concludendo, consegneremo questa lettera ai nostri avvocati con cui intendiamo fare un esposto alla Procura e invitiamo le forze politiche e sociali a denunciare questa insostenibile situazione.

Vi ringraziamo anticipatamente.

Firme dei 12 detenuti

Fabio G.

Daniele G.

Giorgio R.

Gianpietro F.

Younos O.

Illi E.

Giuseppe M.

Andrei V.

Reoouanne G.

Beppe M.

Giacomo C.

Miraie N.

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