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Mercato del lavoro – La relazione di Fornero in Cdm

Naturalmente questo testo, che dovrà andare in Parlamento per essere approvato “salvo intese” (la formula suggerita da Napolitano per lasciare spazio a un (minimo) cambiamento che possa salvare la faccia al Pd e alla Cgi di Camusso, potrà essere alla fine leggermente diverso.

Ma la “filosofia” si vede subito.

Il ministro, stamattina, ha parlato a Cernobbio, in un convegno di Confcommercio. Ci sembra importante sottolinearne la retorica mielosa, niente affatto originale, riportando alcune sue dichiarazioni.

«Debbo dire che c’è un pò di rammarico da parte mia che alla fine la riforma non è condivisa pienamente, ma è una buona riforma».

La riforma del mercato del lavoro «non poteva non generare contrasti, passioni, diciamo antagonismi ma anche concordia e noi questa concordia l’abbiamo cercata senza mai esasperare i toni».

«Non ci sembra» che le modifiche previste per l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori costituiscano «un cambiamento che stravolge i diritti. Non ci sembra che questo sia calpestare i diritti. Non ci sembra che questo sia creare motivi per gravi tensioni sociali».

La riforma del lavoro approvata dal governo è finalizzata a «rendere più dinamico il mercato italiano e ad aumentare strutturalmente l’occupazione».

«Il documento» di riforma del mercato del lavoro «è stato preparato attraverso un dialogo con le parti sociali: un dialogo lungo se si considera la brevità della vita del governo ma breve se si considera la vastità e le ambizioni dei temi che la riforma copre».

Il governo, riformando l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, parte «dal presupposto che non tutti i datori di lavoro siano cattivi e vogliano liberarsi di manodopera appena ne hanno la possibilità. Non è questo che volete fare, spero».

E ci sembra illuminante questo breve appunto di un autore che ci è molto caro, che ne inchioda una volta e per sempre il senso.

Nella storia reale la parte importante è rappresentata, come è noto, dalla conquista, dal soggiogamento, dall’assassinio e dalla rapina, in breve dalla violenza. Nella mite economia politica ha regnato da sempre l’idillio. Diritto e «lavoro» sono stati da sempre gli unici mezzi d’arricchimento, facendosi eccezione, come è ovvio, volta per volta, per «questo anno».

K. Marx, Il Capitale, vol. I, cap. 24

 

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