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I diktat al Senato

Al Senato oggi si vota per la revisione dell’art.81 della Costituzione che introduce l’obbligo di pareggio di bilancio, mentre in Commissione Lavoro inizia la discussione sul disegno di legge sul lavoro che abroga – di fatto -l’art.18 e mantiene intatte tutte le misure sulla precarietà. Il Comitato No Debito invita a manifestare davanti oggi al Senato.

La modifica dell’art. 81 serve solo per rendere permanenti le politiche di austerità, per far pagare la crisi finanziaria ed economica ai lavoratori, ai precari, alle donne, ai migranti. Le politiche di austerità stanno distruggendo la vita di milioni di persone, provocando povertà e disperazione.
L’UE, con il Patto Fiscale, ha voluto l’introduzione in Costituzione di questo vincolo per legittimare le politiche liberiste della BCE e per garantire i mercati finanziari.
”Chiediamo che il Parlamento non voti con la maggioranza dei due terzi questa legge, per rendere possibile lo svolgimento del referendum popolare come previsto dall’art. 138 della Costituzione” afferma in una nota il Comitato No Debito che contro la revisione dell’art.81 chiede da tempo che si faccia un referendum. L’iniziativa di domani mette però in stretto collegamento – giocando anche sui numeri – la questione dell’art.81 insieme all’art.18.
Come l’UE ha imposto il pareggio di bilancio in Costituzione, così ha ossessivamente chiesto di modificare l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori per rendere possibili i licenziamenti anche illegittimi  e senza giusta causa, per dare mano libera ai padroni sulle condizioni di lavoro, sul salario, sulla vita dei lavoratori. Senza l’articolo 18 dello Statuto  i diritti costituzionali vengono cacciati di nuovo dai luoghi di lavoro e cancellata la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici.
”Vogliamo che l’articolo 18 non sia toccato per garantire diritti, libertà e dignità per chi lavora. Estensione a tutti/e dell’articolo 18 contro i licenziamenti” sottolinea il Comitato No Debito riaffermando il su “No al pareggio di bilancio in Costituzione e No alla libertà di licenziare”. L’appuntamento è per oggi alle ore 16.00 davanti al Senato

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