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Bologna. Manifestano i familiari delle vittime della recessione

Si è concluso, con l’arrivo in via Nanni Costa, davanti all’Agenzia delle Entrate di Bologna – dove lo scorso 28 marzo l’artigiano di Ozzano, Giuseppe Campaniello si è dato fuoco per debiti con il fisco – il corteo delle vedove dei suicidi a causa della crisi e della riscossione delle tasse da parte dell’Agenzia delle Entrate. Nel ringraziare i partecipanti, venuti a Bologna in un giorno di lavoro e i media, la vedova dell’artigiano ha spiegato che «l’Italia non vuole fare la fine della Grecia» con tanti imprenditori a togliersi la vita: «Sono troppi i suicidi dall’inizio dell’anno”. Tiziana Marrone, la vedova di Giuseppe Campanello, insieme all’altra organizzatrice della manifestazione, Elisabetta Bianchi, è stata invitata a entrare nella sede dell’Agenzia delle Entrate per un colloquio con un dirigente della Commissione tributaria.

Emblematica invece della distanza stellare tra gli apparati dello Stato e la realtà sociale del paese, è la dichiarazione rilasciata dal procuratore di Bergamo che ha aperto l’inchiesta sul blitz con sequestro di ostaggi ieri all’Agenzia delle Entrate compiuto da un ex imprenditore raggiunto da una cartella esattoriale. “Un debito con l’Agenzia delle entrate di mille euro non mi sembra una situazione critica” ha dichiarato il procuratore di Bergamo parlando dell’azione dell’uomo che ieri ha tenuto in ostaggio delle persone nell’agenzia delle entrate di Romano di Lombardia. Il procuratore forse non ha letto con attenzione il recente rapporto dell’Istat secondo cui la situazione di molte famiglie italiane è diventata talmente critica da non poter sopportare spese impreviste anche di modesta entità

Un sintomo del crescente malessere sociale, un segnale dell’impossibilità di accettare passivamente . proprio suicidandosi anche fisicamente – un gestione della crisi che, come dimostra il caso greco, aiuta i ricchi a diventare più appropriandosi del patrimonio pubblico a prezzi stracciati.

Non si tratta di “essere solidali”, lo siamo. Si tratta di capire quand’è che la disperazione smette di essere autolesionista, scartando la via della reazione individuale anche violenta (come ieri con Equitalia) e può diventare protesta collettiva.

da Repubblica online

 

Un centinaio di persone riunite davanti all’ospedale Maggiore di Bologna per il corteo delle “vedove della recessione”, le mogli delle persone che si sono suicidate a causa della crisi. Attorniata da cronisti e telecamere, in prima fila c’è Tiziana Marrone, vedova di Giuseppe Campaniello, l’artigiano che lo scorso 28 marzo si è dato fuoco davanti alla commissione tributaria dell’Agenzia delle entrate di Bologna. Con lei anche Elisabetta Bianchi, figlia di un imprenditore bolognese, che ha organizzato la manifestazione.

Il corteo, accompagnato da sole bandiere bianche, si è mosso verso via Nanni Costa, dove sarà deposto un mazzo di fiori nel punto esatto in cui Campaniello si è dato fuoco all’interno della sua auto.

“Queste persone quando decidono di togliersi la vita è perchè sono portate a farlo – ha detto Tiziana Marrone -: non sono pazzi, depressi o esaltati. Sono persone disperate che prendono atto della situazione”. E dunque, “è ora di fare qualcosa per questi imprenditori e per queste piccole imprese, che sono la spina dorsale del Paese”.

La signora Marrone ha poi voluto prendere le distanze dai fatti avvenuti ieri a Bergamo, dove un uomo armato si è barricato nella locale Agenzia delle entrate prendendo 15 persone in ostaggio:

“Queste cose non si fanno. Posso capire lo stato d’animo delle persone, perché disperazione è totale, ma non condivido il gesto”. Ancora più netta Elisabetta Bianchi: “Le tasse vanno pagate, ed è un dovere farlo – ha detto – ma vogliamo un rapporto umano tra contribuenti e fisco e riteniamo insufficienti lo sportello e il numero verde attivati da Equitalia perché è difficile che le persone vadano nella sede dei loro carnefici”.

“Io non ho un lavoro – ha poi aggiunto Tiziana Marrone – e non so come fare a vivere. Ho paura che lo Stato venga a bussare alla mia porta. Si sono già presi mio marito, mi chiedo che altro vogliano da me”.

E proprio l’uomo che passando di lì filmò il gesto disperato dell’artigiano, Moreno Masotti, è arrivato davanti all’Ospedale per salutare la vedova. Poi, sopraffatto dall’emozione, è scoppiato in lacrime e si è allontanato dal corteo.

Un po’ di parapiglia si è scatenato all’arrivo di un imprenditore bresciano che indossava una maglietta con su scritto “Le tasse sono un furto”. Una donna lo ha apostrofato, educatamente, sostenendo che, per quanto gravose, le tasse vanno pagate. Immediatamente però, dal gruppo di vedove con un drappo bianco, si sono levate voci critiche all’indirizzo della donna. “Qui c’è gente esasperata, disperata e incazzata – ha scandito una di loro -: non è questo il momento” di parlare di tasse.

Alla marcia è presente anche una rappresentanza degli esodati. In corteo è stato issato uno striscione con scritto “Gli esodati in lutto chiedono la soluzione del problema”. “Siamo qui – ha spiegato Tiziano, ex dipendente dell’Enel – per essere solidali con le vedove. Capiamo il loro stato d’animo e quello di chi si è tolto la vita per esasperazione”.

In corteo anche alcuni esponenti della politica bolognese: l’assessore al Welfare del comune di Bologna, Amelia Frascaroli, e alcuni consiglieri comunali e proivinciali di Pd, Pdl e Udc.

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