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Beata ignoranza. La guerra sognata dei ragazzi di “Olga”

Prendiamo sul serio il documento che rivendica il ferimento di Roverto Adinolfi, a.d. di Ansaldo Nucleare. E misuriamoci con quel che dice, perché dà corpo e voce a molte sensazioni, frammenti di idee, slanci presenti in ogni momento si crisi sociale.

Prendiamolo sul serio perché, purtroppo, rappresenta una via di fuga dalla realtà piuttosto realistico, una tentazione che si ripresenta ciclicamente. Stavolta in linguaggio anarchico.

La critica politica sta nelle cose, nei rapporti di forza esistenti, nella solitudine voluta in cui è rinchiuso quel gesto di questi tempi. Inutile cercare – come in passato è stato spesso necessario fare – di trovare una “strategia”, una tattica, una razionalità progettuale al fondo di una scelta. Non c’è e non ci cuole essere. Qui c’è solo un “sogno” nel suo significato più nudo: un’aspirazione irrealizzabile. Che è poi la nostalgia di un’epoca felice in cui l’umanità viveva “in armonia con la natura”. Un sogno passatista che scavalca in blocco la Storia dell’umanità, il suo faticoso arrancare, la costruzione di una civiltà accattabile da tutti come problema irrisolto. La critica del capitalismo, lo sappiamo, può esser fatta secondo molti punti di vista. Ma era da molto tempo che non veniva riproposta in forma così onirica, impolitica in senso proprio.

Senza usare aggettivi inutili – di cui son pieni le pagine dei giornali mainstream, delegati a concentrare il malessere sociale verso un nemico di comodo, un capro espiatorio che rappresenti tutto il negativo del presente – il testo della “cellula Olga” è un campionario di un’ideologia che “parte da sé” e non va oltre. Non comunica nulla, se non un rifiuto della conformazione del mondo così com’è. Un sentimento diffuso, in tempi di crisi, che non viene elaborato al punto di diventare progetto condivisibile.

Si potrebbe dire che è un testo che riproduce una visione della “rivoluzione” come gesto individuale o di piccolo gruppo. Una visione per cui rimandiamo all’antica divisione tra anarchici e comunisti.

Ma c’è qualcosa di più, e non ci riferiamo alla “violenza”. Solo gli imbecilli possono pensare che la normale violenza dello sfruttamento quotidiano, che di questi tempi va assumendo connotati addirittura maltusiani (ridurre quantità e aspettative di vita delle popolazioni come “progetto” capitalistico), non produca mai una reazione uguale e contraria. Spaventosamente asimmetrica, nella sua piccolezza.

Il qualcosa di più è nel rifiuto della scienza in quanto concentrazione del sapere accumulato dall’umanità, metodo della conoscenza, riconoscimento dell’oggettività.

Che la scienza attuale, come ogni altro “bene”, sia declinata in forma capitalistica, che l’”oggettività” dei suoi contenuti non sia anche “neutralità” rispetto ai rapporti di classe, è ormai una banalità. Ma che sia immaginabile un futuro dell’umanità senza la scienza è davvero sorprendente.

Ma non strano. È una conseguenza diretta della separazione perseguita da oltre vent’anni con duro cinismo dalle classi dirigenti dei paesi industrializzati. La separazione, fin dalle scuole elementari, tra ricchi e poveri (compresa la “piccola e media borghesia”), tra quelli destinati alle scuole d’elite e quelli che possono frequentare solo una scuola o un’università pubbliche progressivamente impoverite, destrutturate, banalizzate nei percorsi formativi e nella capacità di svolgere la funzione per cui sono nate: trasmettere conoscenza.

L’idea di società che viene perseguita dal potere prevede dunque che il sapere – al pari di ogni altro mezzo di produzione – non venga più condiviso con le classi “inferiori”. Allo strapotere finanziario e industriale, politico e militare, deve quindi corrispondere una strapotere di conoscenza e una condanna all’ignoranza perpetua dei “non possidenti”. L’odio per il ’68 che traspare non solo dai Sacconi o dai Brunetta, ma anche dai Monti e dalle Fornero, è conseguenza dello spavento provato allora da un potere che aveva incautamente permesso la scolarizzazione di massa fino ai livelli più alti, tramite un sistema dell’istruzione effettivamente “meritocratico”; che consentiva di “scalare le vette” a chi ne era capace, a prescindere dal portafoglio, addolcendo le differenze di censo tramite semplici “borse di studio”.

Questo “diritto allo studio”, il diritto al sapere, a condividere i contenuti della scienza, viene oggi negato. Il sapere deve diventare proprietà di classe, esclusivo. I poveri che sanno sono pericolosi quanto e più dei borghesi che si commuovono per le condizioni di vita dei popoli.

 

Ecco. Nel rifiuto della scienza esibito dagli ignoti estensori della rivendicazione questa condizione che il potere persegue viene accettata, introiettata e ideologizzata. Una delle massime fortunatamente meno citate di Bakunin viene in soccorso di una condizione di rifiuto dell’esistente che rinuncia – rinunciando alla tensione verso l’appropriazione del sapere scientifico – alla possibilità di trasformarlo, rivoluzionarlo, combatterlo davvero.

Come un bambino di fronte a un giocattolo per lui troppo complicato, o gli volta le spalle o lo rompe. Ma il potere del capitale non è un giocattolo. Purtroppo.

I ragazzi sognanti del “nucleo Olga” non hanno nemmeno la possibilità di fargli il solletico.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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2 Commenti


  • giovanni

    “Prendiamo sul serio il documento” e sbagliate subito. Un anarchico non scriverebbe mai MICHAEL Bakunin.


  • reality

    quindi fatemi capire.
    il testo e le cellule sono invenzioni di interpool e simili, visto che nascono dentro le carceri greche.
    anche le torture subite fanno parte di un film, anche i famigliari di loro e amici.
    tutto un film come il finto quarto aereo dell’11 settembre con finti superstiti e finte telefonate e finti rottami.
    tutto finto.
    finte pure le armi e le pallottole, finta la rabbia delle 2 giornate romane, degli scontri in tutto il mondo.
    finto anche il carcere brutale in america latina, finti i corpi gettati dagli aerei, finti i morti in cina, birmania, russia, libia, iraq.
    finti i corpi trovati a largo di lampedusa, ovviamenti finti i cie, dicono che sono palestre.
    finti i ragazzi presi da 2 anni, da bologna a cosenza, almeno una 90ina di arrresti più un centinaio che ogni giorno firma e altri che non escono di casa.
    finti i lividi su cucchi, finti i suicidi di equitalia e della camorra.
    mi dicono finta pure la concordia, assolutamente un fotomontaggio.
    tutto finto.
    bakunin era un servizio segreto russo, il che guevara un ex militare della cia.
    ovviamente a breve usciranno film di marcos con bruce willis super capo cia e mi dicono anche kossiga nei panni di woody allen.
    de gennaro anche è finto come tutti i redici di bolzaneto, diaz, napoli.
    tutto finto ragazzi.
    il terrorismo è invenzione del potere per depistare e tenere sotto scacco il mondo.
    poi esce fuori qualcosa di vero..
    no..tutto finto.
    la scienza è cinema, è laboratorio, è microchip canile, a breve e già in uso umano.
    no.ma è finto.
    i libri stanno parendo, tutto ipod, apple, microsoft, facebook, ibm.
    mi dicono che le api, vespe, fiori, nettari, frutta e verdura, tutto finto.
    curriculum finti, labbra finte, telecamere finte, google street camera, tutto finto.
    schiaffi e lacrime, finto.
    i pacchi e il gratta e vinci, fintissimo.
    no, tutto finto?

    si, tutto reale.

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