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Brindisi e il “terrorismo ignoto”, ma claudicante

«Indipendentemente dall’accertamento dell’effettiva matrice, che mi auguro possa avvenire già nelle prossime ore, non vi è dubbio che l’attentato di Brindisi, per il gravissimo e diffuso allarme che ne è seguito, possa prestarsi a una lettura in chiave terroristica».

Il ministro Cancellieri ha inquadrato così, davanti al Parlamento riunito, la bomba di Brindisi. Quasi le stesse parole usate dal procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, e che abbiamo definito un misto di tautologia e contorsione.

Restiamo ai fatti per capire il significato delle parole.

Una bomba che uccide una ragazza di 16 anni e ne ferisce gravemente altre sei, sul cancello della scuola, è messa per seminare paura nella popolazione, non certo per “punire” delle innocenti. Quindi evocare “il terrorismo” è una tautologia.

Ma una tautologia a tutto serve tranne che a “permettere una lettura”. Anzi, fa l’opposto: cancella tutte le differenze tra possibili finalità diverse. Spegne la luce, insomma; e al buio non si legge.

Restiamo ai fatti. Sono stati mostrati su tutti i media i fotogrammi di un video pixelato per nascondere il volto di un uomo bianco, maturo, discretamente vestito. Chi ha potuto vedere il video ha scritto o detto che era “zoppicante” e con la “mano destra offesa”.

Questi diversi dettagli, insieme, hanno portato al riparatore di tv che è stato dato in pasto ai media lunedì pomeriggio, per poi esser rimandato a casa con tante scuse.

Restiamo ai fatti. Il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, ha affermato in una sede ufficialissima che «l’analisi dei filmati della telecamera posizionata sul chioschetto prospiciente l’Istituto professionale permetteva di individuare distintamente, in corrispondenza con l’orario dell’attentato, un uomo che sembra intento ad azionare un telecomando». E quindi «l’ipotesi degli investigatori è che si tratti della stessa persona che ha provocato l’esplosione, in quanto, nella sequenza, le immagini consentono di percepire prima un tremolio e subito dopo una nube di fumo. Il soggetto si defilava, infine, dietro il chioschetto per poi dirigersi verso una via adiacente, scomparendo dall’inquadratura delle telecamere».

Dobbiamo prendere sul serio un ministro dell’interno.

E chiediamo: l’uomo nel video, verosimilmente l’autore dell’attentato, aveva o no i “segni caratteristici” – zoppìa, invalidità alla mano destra – che hanno portato al povero C. S?

L’ipotesi peggiore è che li avesse. Dovremmo in questo caso scartare come altamente improbabile la “pura coincidenza” (quanti uomini cinquantenni hanno contemporaneamente problemi di deambulazione e il braccio destro inutilizzabile?) e prendere in esame la possibilità che questi due elementi siano stati, diciamo così, “imitati” per depistare.

Il che ci conduce assai lontano dalle “piste” fin qui nominate, guidandoci dalle parti dei “professionisti dello stragismo”. Che in Italia difficilmente hanno un nome certo, ma il cui mandante non è mai Stato ignoto.

Questo è il paese del “ballerino zoppo” e innocente, Mario Valpreda, per cui era stato trovato persino un sosia altrettanto estraneo ai fatti. Il plot ci sembra un po’ troppo sfruttato, ma purtroppo sappiamo che nei momenti di crisi, in certi ambienti, scarseggiano le idee e si finisce per proporre dei remake.

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1 Commento


  • michel

    Basta con i minuti di silenzio. mentre noi stiamo in silenzio da anni ormai,le forze del “male” agiscono nel più completo silenzio istituzionale.

    Ed è inutile che la politica si faccia scudo dei bambini nella lotta alle mafiemportandoli su una nave a palermo. Loro i politici ci saranno ma solo per fare una continua e vergognosa scena. Così avviene ogni anno.

    A proposito,che fine ha fatto il sig. Ayala,un tempo facente parte del pool di Borsellino e di Falcone? probabilmente come Caselli tiene anche lui famiglia.

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