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La vita spericolata dei banchieri di dio

Il siluramento di Ettore Gotti Tedeschi dalla presidenza dello Ior, rivela uno scontro durissimo dentro la finanza vaticana e cattolica. Anche il suo predecessore, Angelo Caloia, era stato “dimesso” con due anni di anticipo rispetto al suo mandato. Non che fosse finito in miseria (è andato alla finanziaria Fideuram e potrà godere di un assegno rilevantissimo da parte dello Ior), ma è evidente come fare il presidente dello Ior sia una postazione sempre molto difficile. E’ un luogo che infatti deve tenere insieme una “etica pubblica” e una missione privata che deve ricorrere ai mezzi e alle regole della finanza notoriamente prive di scrupoli.

Gotti Tedeschi è un pezzo da novanta della finanza “cattolica” molto legato all’Opus Dei. Si fa strada infatti con Gianmario Roveraro, presidente della Akros e – insieme a Giuseppe Garofano ex dirigente Montedison finito nei guai al tempo di Tangentopoli ed oggi dirigente del Campus Bio Medico di Roma – esponenti dichiarati dell’Opus Dei nel mondo della finanza. Roveraro farà una bruttissima fine. Nel 2006 viene sequestrato, ucciso e tagliato a pezzi. Ufficialmente i colpevoli sono un suo ex socio d’affari Filippo Botteri, reo-confesso, e due dilettanti, ma le conclusioni della Procura di Milano hanno lasciato aperti un mucchio di interrogativi. Non si sono infatti curati di spiegare i legami tra un probo uomo dell’alta finanza e un sottobosco degli affari assai diverso.

Gotti Tedeschi e Roveraro fonderanno insieme la Akros ma nel 1992 c’è una rottura repentina tra i due. Il primo andrà a lavorare per il Banco di Santander, la banca di un altro finanziere dell’Opus Dei, lo spagnolo Emilio Botìn. I suoi rapporti con il neo-segretario di stato vaticano Bertone sono ottimi. Sarà quest’ultimo infatti a chiamarlo alla Presidenza dello Ior.

Ma Gotti Tedeschi ha anche qualche “santo” nella politica. Il ministro dell’economia Tremonti lo chiamerà come consigliere per i problemi economico-finanziari e l’etica nei sistemi finanziari. Non solo. Lo infilerà anche nel Consiglio di amministrazione della Cassa Depositi e Prestiti.e alla presidenza della F2i, fondo per le infrastrutture guidato da Vito Gamberale. Gotti Tedeschi è un classico esempio di ultraliberista cattolico, anzi un teorico del fatto che “il capitalismo cattolico resta il miglior sistema possibile, nonostante le eresie che ne hanno compromesso le successive applicazioni”, una rivendicazione ideologica e teologica e una sferzata ai protestanti che da sempre hanno la pretesa di rappresentare “l’anima” del capitalismo.

L’ultima spintarella gli arriva da un’altra holding dell’economia cattolica: la Compagnia delle Opere, cioè la holding di Comunione e Liberazione. Lo scambio per questo appoggio sembra che sia la creazione di una cordata – voluta dal cardinal Bertone – tra Ior e San Raffaele di Milano per costituire un polo universitario-ospedaliero cattolico con dentro il Policlinico Gemelli, il Bambin Gesù, il San Raffaele e il San Giovanni Rotondo. I buchi nei conti del San Raffaele però devono aver preoccupato Gotti Tedeschi che non appoggerà questa operazione, e forse i suoi guai – soprattutto da parte del suo sponsor il cardinal Bertone – cominciano proprio da qui ossia dall’inchiesta delle magistratura milanese sul San Raffaele. Gotti Tedeschi sarebbe venuto meno al voto di obbedienza nei confronti del cardinal Bertone, il suo ex protettore.

Ufficialmente il Consiglio di Sovrintendenza dello Ior ha messo alla porta Gotti Tedeschi con le seguenti motivazioni: “ostentata mancanza di prudenza e precisione nei commenti pubblici sull’Istituto”; “incapacità di spiegare la divulgazione di documenti in suo possesso”; “non aver adeguatamente difeso la banca di fronte ai resoconti non accurati dei media”; “diffusione di informazioni inesatte sull’Istituto”; “comportamento personale eccentrico”. Insomma una sentenza senza appello di cui Gotti Tedeschi non attenderà l’esito abbandonando il palazzo dello Ior prima che venga emessa. Un fatto questo che sarà stigmatizzato il giorno successivo nel documento della Commissione Cardinalizia di vigilanza sullo Ior che rende ufficiale la decisione dell’Istituto.

In realtà la colpa di Gotti Tedeschi – oltre ad essersi opposto all’operazione del polo universitario-ospedaliero cattolico con dentro il San Raffaele – sembra essere quella di aver accettato di rispondere ai magistrati italiani che indagavano sul ruolo dello Ior sul riciclaggio, senza schermarsi dietro la rogatoria internazionale. Perfino una associazione a delinquere della finanza come la banca d’affari statunitense JP Morgan aveva chiuso dei conti tedeschi dello Ior perchè c’erano cose che non quadravano. magistrati milanesi e quelli romani si sono trovati davanti a un vero e proprio verminaio. Lo stesso davanti a cui si è trovato chi indagò sul crack e l’omicidio di Roberto Calvi o di Gianmario Roveraro.

Chissà se Gotti Tedeschi resterà ancora convinto che il “capitalismo cattolico resti il miglior sistema possibile”.


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