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Terremoto Ponzellini: in Bpm e Impregilo

Massimo Ponzellini, ex presidente della Popolare di Milano e attuale presidente di Impregilo, è stato messo agli arresti domiciliari dalla Procura di Milano per i finanziamenti concessi alle società riconducibili al latitante Francesco Corallo. Con Ponzellini è stato messo ai domiciliari anche un suo ex collaboratore, Antonio Cannalire, socio in affari di Corallo.

Coinvolto anche l’ex braccio destro di Tremonti – Nell’inchiesta risultano indagati anche l’onorevole Marco Milanese, ex ufficiale della Guardia di Finanza e consulente dell’ex ministro dell’Economia Tremonti, la commercialista di Ponzellini e l’ex dg di Bpm, Enzo Chiesa. Gli arresti rientrano in un’inchiesta della Procura di Milano, coordinata dai pm Roberto Pellicano e Mauro Clerici, che ipotizza, a vario titolo, i reati di infedeltà patrimoniale e di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di più delitti: corruzione, corruzione privata, appropriazione indebita, violazione del divieto degli esponenti bancari di contrarre obbligazioni, emissione di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio. Marco Milanese, ex braccio destro di Giulio Tremonti, è indagato per associazione per delinquere e corruzione, perché come risulta nell’ordinanza a carico dell’ex presidente di Bpm, Massimo Ponzellini, si sarebbe speso da relatore parlamentare per l’introduzione di una legge sul gioco d’azzardo favorevole a Francesco Corallo, titolare della società Atlantis. Il deputato in cambio avrebbe ottenuto “utilità”. La legge del 2010 doveva reperire risorse per il terremoto in Abruzzo.

Mazzette per 5,7 milioni di euro – I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Milano hanno riferito che l’indagine ha puntato ad accertare presunti illeciti che sarebbero stati commessi nella gestione del credito da parte dei vertici di Bpm. Secondo l’ipotesi dell’accusa sarebbero stati erogati ingentissimi finanziamenti, indebitamente concessi anche grazie alla falsificazione dei procedimenti valutativi degli organi della banca, in favore di diverse società, i cui amministratori avrebbero corrisposto e promesso somme di denaro, quantificabili in circa 5,7 milioni di euro, al fine di ricevere favori nei procedimenti di concessione e mantenimento del credito bancario. L’inchiesta ha preso avvio da un rapporto ispettivo di Bankitalia del giugno 2011, dal quale, si leggeva nel decreto delle perquisizioni disposte nel novembre scorso, emergerebbero elementi che “inducono a ipotizzare l’esistenza di un fenomeno associativo coltivato in parte all’interno delle strutture della stessa Bpm”. Fenomeno che il decreto di perquisizione definiva “associazione affaristico criminale”.

Finanziamenti anomali al gruppo Atlantis-BPplus – Al centro delle indagini, secondo fonti vicine alla vicenda, ci sono una serie di finanziamenti considerati anomali, fra i quali quello di 148 milioni di euro al gruppo Atlantis-BPplus Gioco Legale (nel 2004 Atlantis vinse una gara dei Monopoli di Stato, ottenendo un finanziamento da Bpm). Nel decreto si sottolinea che è stato erogato a una società la cui catena di controllo fa capo a una società delle Antille Olandesi, il cui titolare effettivo, Francesco Corallo, “non vive nel territorio dello Stato e (il finanziamento viene erogato) senza sia dato accertare dove finiscano questi ricavi”. Questi gravissimi rischi non venivano presi in considerazione dagli organi di Bpm.

Da Paolo Berlusconi richiesta impossibile – Tra i soggetti che chiedevano finanziamenti alla Bpm, attraverso il ‘factotum’ di Massimo Ponzellini, Antonio Cannalire, anche lui arrestato oggi, c’era stando all’ordinanza, anche Paolo Berlusconi. Nella misura infatti si legge che il fratello dell’ex premier si era rivolto a Cannalire per ottenere un finanziamento, ma l’area divisione crediti della banca aveva sollevato perplessità, poiché, disse un responsabile, Paolo Berlusconi chiedeva “una cosa che fatta così sta un po’ sull’impossibile”.

La Russa si interesò a pratica di finanziamento – Stando all’ordinanza a carico di dell’ ex presidente di Bpm, anche Ignazio La Russa avrebbe chiesto “un interessamento personale a Ponzellini” riguardo ad una pratica di finanziamento relativa alla società Quintogest. Come riporta il Gip, “tale Giordano della Quintogest chiamava direttamente Cannalire, collaboratore di Ponzellini (ndr), riferendo di aver spiegato a La Russa che la sua pratica non era di facile trattazione e che questi aveva replicato “allora chiamo io Massimo, vedrai che è facile”.

Ex ministro Romani sollecitò finanziamento – Stando all’ordinanza a carico di Massimo Ponzellini, ex presidente della Bpm, anche l’allora ministro Paolo Romani avrebbe sollecitato, attraverso Antonio Cannalire, un finanziamento a favore di una società. Il gip parla infatti di un finanziamento “da 500 mila euro” per un canale televisivo in relazione al quale Cannalire “ha ricevuto sollecitazione dall’allora ministro Paolo Romani. Nell’ordinanza c’é anche un’intercettazione nella quale il collaboratore di Ponzellini, parlando con la segretaria dell’ex ministro Romani, dice: “Finché c’abbiamo una banca, si può invitare stasera Paolo a cena”.

Bpm: no ripercussioni economiche da arresto Ponzellini – “Allo stato e secondo le informazioni disponibili, si ritiene che detta vicenda non abbia ripercussioni economiche sulla banca”. Lo si legge in una nota diffusa dall’istituto che si considera “parte offesa” nella vicenda del finanziamento a B-Plus, che ha portato all’arresto dell’ex presidente Massimo Ponzellini. Nel comunicato diffuso su richiesta della Consob, tenuto conto del crollo del titolo in Borsa a seguito dell’arresto di Ponzellini, la Bpm segnala “di essersi tempestivamente attivata fornendo la massima collaborazione all’autorità giudiziaria al fine del corretto accertamento dei fatti di cui trattasi, rispetto ai quali la stessa banca è parte offesa”.

Tonfo in borsa per Bpm – Tonfo in Borsa per Bpm. Dopo l’arresto dell’ex presidente Massimo Ponzellini il titolo della banca è sospeso al ribasso e segna un calo teorico dell’11,64% a 0,29 euro.

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