«La pregiudiziale per la partecipazione al ricordo di Carla Verbano è quella antifascista. Questo automaticamente esclude tutte quelle figure come il sindaco Alemanno e il presidente della Regione Polverini, che non hanno mai rinnegato il loro passato e le connivenze con le aree neofasciste». Lo ha detto Luca Blasi, a nome del centro sociale Astra 19 e della Palestra popolare Valerio Verbano, dove domani sarà allestita la camera ardente per Carla Verbano, madre di Valerio, il giovane di 19 anni assassinato il 22 febbraio del 1980 a Roma da un commando dei Nar.
«Per tutte le altre personalità – ha proseguito Blasi – che vorranno partecipare rispettando anche la volontà di Carla e il dialogo che con essi ha avuto in vita chiediamo sobrietà e rispetto del dolore e della compostezza di una comunità cittadina e nazionale in lutto. Carla è un simbolo comune della resistenza antifascista e delle lotte dei movimenti in questa città e non solo».
Dello stesso tono le dichiarazioni degli ‘amici di Valerio’ rispetto alle dichiarazioni di queste ore del sindaco Alemanno.
“Il sindaco Alemanno, con la sua croce celtica al collo, ha riempito il Campidoglio e le società controllate dall’ex Comune di Roma di ex terroristi dei NAR, ex squadristi, pregiudicati nazifascisti. Lo stesso sindaco Alemanno che nel 2006 – scrive in una nota Claudio Ortale, vicepresidente per la FdS del Consiglio del Municipio Roma XIX – portò a spalla la bara di Dimitri nei funerali, in un tripudio di inni fascisti e di saluti romani; quel Dimitri di Terza Posizione, che impazzava nei quartieri romani, squadrista e condannato a scontare otto anni di reclusione.”
“Nessuno può proibire ad Alemanno di ricordare i suoi morti, ma abbia almeno il buon gusto di tacere, lui e/o la sua portavoce, sul suo dispiacere per la morte di Carla Verbano. Una donna forte ma oltraggiata nelle sue speranze con l’omicidio del figlio davanti agli occhi tanti anni fa – aggiunge Ortale – ad opera di camerati fascisti assassini e terroristi.”
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