Menu

Val di Susa, torna a casa Luca Abbà

* www.ilmegafonoquotidiano.it

Torna a casa dopo 109 giorni di ospedale, Luca Abbà, il contadino No Tav che precipitò dal traliccio dove s’era arrampicato per difendere la terra che gli dà da vivere. L’avevano inseguito i Cacciatori di Calabria, carabinieri specializzati nella guerra globale, che presidiano il finto cantiere dell’alta velocità sotto il viadotto dell’autostrada per Bardonecchia. Era il 27 febbraio scorso. E’ accaduto intorno alle 8 del mattino: le polizie in assetto antisommossa hanno varcato le reti per circondare la Baita Clarea, presidio dei No Tav. Asettici quanto mai, i siti mainstream avevano annunciato l’«allargamento del cantiere della Tav a Chiomonte». L’intera area del cantiere è da gennaio sito nazionale di interesse strategico. Inseguito dai carabinieri, il contadino trentasettenne s’era arrampicato sul traliccio ma era rimasto folgorato da elettricità a media tensione.

«Finalmente, dopo 109 giorni di “detenzione” ospedaliera, sono uscito dalla mia camera d’ospedale – scrive Abbà in una lettera appena apparsa sul sito No Tav – ma ci vorrà ancora tempo per poter tornare alle mie vecchie abitudini di vita, per diversi mesi proseguirò la fisioterapia in ospedale alcuni giorni a settimana e dovrò curare in prima persona la mia riabilitazione con esercizi quotidiani. Tutto sommato posso dirmi soddisfatto di come è andata finora, e, nonostante le caratteristiche dell’incidente che mi accaduto, le conseguenze sono state meno gravi dell’immaginabile. Intendo perciò ringraziare tutto il personale sanitario che mi ha seguito in questo periodo con serietà e professionalità. Il mio ringraziamento più grande va però a tutti coloro che mi sono stati vicino in questo periodo, non solo familiari e amici, ma anche a chi in tutta Italia, e anche oltre, ha seguito con grande apprensione l’evolversi della mia situazione».

«Chiediamo – io e la mia compagna Emanuela – di essere lasciati tranquilli ancora per un po’ di tempo, in modo che possiamo dedicarci pienamente al mio recupero; sicuramente non mancheranno le occasioni per ritrovarsi durante iniziative pubbliche o in incontri più intimi. Appena possibile tornerò attivo e presente in prima fila come tutti mi conoscono. Un saluto ribelle e un abbraccio affettuoso a tutti e tutte».

Intanto, in Val Susa la mobilitazione No Tav prosegue: fino al 20 giugno il campeggio studentesco e un manifesto avverte che “da giugno a settembre, la Valle è aperta”. Anche se è quasi un anno di occupazione militare – cosa che ha comportato la devastazione del presidio in Val Clarea, decine di arresti e feriti e l’esproprio di altri terreni – il cantiere va a rilento al contrario della mobilitazione che ha trasfromato in un pantano la campagna militare. «Ora che è iniziata l’estate e con questa i momenti migliori per poter creare iniziative e mobilitazioni, pensiamo sia giunto il momento di ricominciare con un programma pieno e ampio, che parta dal movimento no tav della valle di Susa e che sia in grado di coinvolgere, accogliere e rendere protagonisti tutti quanti i no tav che hanno lottato nei loro territori per un inverno intero», scrivono le assemblee popolari invitando a incrcociare ancora esperienze e saperi per mettere insieme una seria ipoteca a questo progetto e raggiungere l’obiettivo del blocco dei cantieri, ancora possibile dato il loro embrionale stato di avanzamento».

A Chiomonte, Bussoleno, Giaglione, al presidio di Venaus sarà un’estate in movimento, caratterizzata dalla lotta popolare e pacifica, capace di far incontrare persone provenienti dalle più disparate esperienze o semplicemente curiose di conoscere, unite nel rispetto delle proprie differenze, consapevoli che proprio in queste risiede la forza e la ricchezza del movimento.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *