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Concorrenza a destra. Direttore de “Il futurista” pestato da Casapound

Filippo Rossi, direttore del quotidiano online del partito di Fini ‘Il Futurista’, e ideatore e animatore della rassegna ‘Caffeina Cultura’ in corso di svolgimento a Viterbo, è stato aggredito con pugni e calci da un manipolo di militanti di CasaPound. L’aggressione è avvenuta all’1,30 nel quartiere medievale di San Pellegrino. Rossi è stato trasportato in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale cittadino dal quale è stato dimesso intorno alle 5. Secondo quanto si è appreso il giornalista, nella denuncia presentata in questura, avrebbe indicato in Gianluca Iannone, fondatore e presidente di CasaPound Italia, colui che lo ha colpito con un violento pugno al volto dando inizio all’aggressione.
Un altro militante del movimento neofascista, non ancora identificato, gli ha sferrato dei calci mentre era disteso a terra. I militanti di CasaPound che hanno preso parte al raid erano  una quindicina, arrivati a Viterbo da Roma per quella che sembra una vera e propria spedizione punitiva. Tutti ben riconoscibili, visto che indossavano una maglietta nera con il logo dell’organizzazione, la ormai famigerata ‘tartaruga’. Ma all’aggressione avrebbero preso parte ‘solo’ in quattro o cinque.
Al solito, Casapound “minimizza”, forse per attenuare le conseguenze della denuncia fatta da Rossi, che stavolta però difficilmente potrà essere risolta con le solite “querele per diffamazione”.
«Quante storie per uno schiaffone futurista. Da Filippo Rossi, che si ispira a coloro che volevano esaltare ‘l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo e il pugno’, non ce lo saremmo aspettato» ha sbraitato il ducetto di Casapound.
«Uno schiaffone, come quello di Umberto Boccioni a Ardengo Soffici, che il direttore de ‘Il Futurista’ dovrebbe conoscere bene, niente di più, altro che spedizione punitiva. Questo il senso di quanto è accaduto ieri notte a Viterbo. Una discussione tra vecchi amici che amici non sono più, in cui la ricerca di un chiarimento verbale è finita in un gesto di marinettiana memoria, dopo che Rossi, che più volte è venuto a CasaPound a parlare, ha ripetutamente diffamato il nostro movimento in maniera del tutto pretestuosa. Uno schiaffone può far male, ma un occhio nero passa in fretta. A Rossi voglio dire che altrettanto male possono fare la penna e le parole, ma gli effetti delle ingiurie durano più a lungo».

C’è concorrenza a destra, ma lo stile resta quel che è…

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